di Nino G. D’Attis
Hunter S. Thompson, Cronache del rum, trad. Marco Rossari, Baldini & Castoldi Dalai, pp. 276, € 17,50
È l’inverno del 1958, sei a San Juan, Puerto Rico, catapultato da New York in uno zoo di tipi umani e subumani debitamente carburati ad alcool. Deambulano, vaneggiano “Ben diversi dagli sgobboni ipocriti e dai pappagalli sciovinisti che si vendevano ai giornali reazionari dell’Impero di Henry Luce”, ingollano rum e birra nel bar di un certo Al Arbonito, fantino ritiratosi dalle corse.
“Quando un ex comunista di nome Lotterman arrivò dalla Florida per fondare il «San Juan Daily News», il cortile di Al divenne il nostro circolo della stampa, perché nessuno degli sballati e degli idealisti che venivano a lavorare per il nuovo giornale di Lotterman poteva permettersi le tariffe dei bar fighetti che spuntavano dappertutto come un’esplosione di funghi velenosi al neon.”
Cinque anni prima, dopo tre mesi di tentativi di miscelare il rum con succhi di frutta, Don Ramon Monchito Marrero, barman del Caribe Hilton, ha inventato la Piña Colada, “uno de los más famosos cocktails caribeños”. Ingredientes: 1 piña pequeña; 2 onzas de ron blanco; 4 onzas de jugo de piña; 2 onzas de crema de coco; cubitos de hielo.
E il 1° novembre 1950, Griselio Torresola e Oscar Collazo, nazionalisti portoricani, attentarono alla vita del presidente Harry S. Truman. Collazo fu ferito al petto e quindi arrestato, Torresola morì nel conflitto a fuoco.
Puerto Rico, Mar dei Caraibi: ad est della Repubblica Dominicana, a ovest delle Isole Vergini Statunitensi. Stato liberamente associato agli Stati Uniti d’America. Selvaggio business immobiliare. Rapida industrializzazione negli anni ’50 e progetti spericolati come l’operazione Bootstrap, che prospettava di mutare le basi dell’economia portoricana da agricole a manifatturiere. La fauna del serraglio: avventurieri, affaristi, puttane, scribacchini.
C’è uno scriba trentenne di nome Paul Kemp che vorrebbe essere il nuovo Hemingway o il nuovo Fitzgerald o i nuovo chissà chi ma perde tempo, è sempre ubriaco, vive ogni giorno come se fosse l’ultimo e pensa cose come: “Mi sono reso conto che vincolarmi proprio ora con una casa e magari una macchina forse era troppo, anche perché potevo finire in galera da un momento all’altro, o il giornale poteva chiudere, o potevo ricevere una lettera da un vecchio amico che mi proponeva un lavoro a Buenos Aires. Solo il giorno prima, in effetti, ero pronto a partire per Città del Messico.”
Primo problema all’ordine del giorno: quali prospettive per il tuo talento?
Secondo problema all’ordine del giorno: la forza di volontà.
Proposta interessante: ci penseremo domani, ora spariamoci un altro drink.
Si chiama inclinazione all’oblio. Si chiama delirio e, se ti guardi intorno, tutta San Juan, l’intera Puerto Rico galleggiano in una zuppa alcolica.
San Juan non è uno scenario da romanzo. San Juan è IL ROMANZO.
Tu sei Hunter S. Thompson, hai ventidue anni, le generazioni future ti conosceranno anche come Raoul Duke o Dr. Gonzo. Negli anni ’60, dopo un corso per corrispondenza, la Chiesa della Nuova Verità ti conferirà il titolo di dottore in teologia. Nel 1971, prendendo spunto da un incarico affidatoti dalla rivista Rolling Stone, pubblicherai Paura e disgusto a Las Vegas, il tuo libro più famoso.
Sei un tipo originale. Ti piacciono le armi da fuoco e nel 1970 ti verrà addirittura in mente di candidarti alla carica di sceriffo di Aspen, Colorado. Ti piace sperimentare con tutto: fumo legale ed illegale, LSD, etere, adrenocromo, mescalina, varie ed eventuali. Johnny Depp sarà felice di fare la tua conoscenza e di prestarti la faccia sul grande schermo. Johnny Depp esaudirà le tue ultime volontà in questa valle di lacrime organizzando un grande party il 20 agosto 2005 durante il quale quale le tue ceneri verranno sparate in cielo con un cannone.
A proposito della tua dipartita: suicidio o omicidio?
A proposito delle tue opere tradotte in italiano: questa è appena la terza, confidiamo in un rapido recupero.