IL NUMERO 100
di Danilo Arona
La mia amica di Bologna Antonella Beccaria, attenta osservatrice della Realtà Nascosta (se non l’avete fatto, leggetevi il suo saggio Bambini di Satana – I reati mai commessi di Marco Dimitri, edito lo scorso anno da Stampa Alternativa) mi manda un trafiletto con commento personale che val la pena riportare per intero, nella consapevolezza che non sto violando la privacy di chicchessia.
Ciao Danilo
guarda caso, si parla di uomo che aveva perso la mano sinistra. Guarda caso l’uomo non usava più la destra per un infarto cerebrale. Guarda caso l’intervento avviene in Spagna, dove vengono trovato i pezzi di Ber, il secondo. Coincidenze?…
(ANSA)- MADRID, 4 GIU – Primo intervento al mondo di sostituzione di una mano sinistra con una destra, realizzato a Valencia, in Spagna. L’operazione ha avuto luogo lo scorso 29 aprile su un uomo che già da 40 anni era senza mano sinistra e che da circa tre anni non poteva usare nemmeno la destra per un infarto cerebrale che gli aveva paralizzato il lato destro del corpo. L’operazione è consistita prima nel cambiar lato al pollice, poi la nuova mano e’ stata inserita nel polso sinistro.
Antonella fa riferimento a un passaggio del mio libro Palo Mayombe in cui un chitarrista di nome Bernie Aaron perde la mano sinistra, con supplemento di coccolone che gli paralizza il lato destro del corpo. Esiste anche un secondo snodo narrativo in cui riappare Bernie Aaron versione zombi che si perde di nuovo la mano e successivamente viene ritrovato, fatto a fettine dentro un bidone della spazzatura giustappunto in Spagna… Coincidenze, appunto. E che altro dovrebbero essere?
Ma, come sanno i miei lettori, qui non siamo normali e non ci occupiamo di cose normali come le coincidenze. Anzi, a dirla tutta, nel regno delle Cronache di Bassavilla le coincidenze non esistono.
Così, come un sacco di gente sparsa per il mondo, inclusi un certo numero di scrittori, ha presentito (e scritto) dell’11 settembre parecchio tempo prima del crollo delle Torri (se carta canta, Tom Clancy con Potere esecutivo, e se Tv movie gorgheggia, il telefilm spin-off di X Files, trasmesso all’inizio del 2001, The Lone Gunman, dove viene descritto un complotto ordito da alcuni militari del Pentagono per abbattere le Twin Towers con aerei di linea…), anche a me è successo di captare qualche volta un’idea vagante nell’Infosfera o lungo le Linee della Schiena del Drago e di ritradurla sulla pagina. Niente di strano, succede a tutti quelli che scrivono, ma non a tutti capita di scriverne prima in un libro e da lì a pochi mesi di trovare la propria “idea” materializzata su un quotidiano tra i fatti di cronaca.
E’ successo a me e presumo sia successo anche ad altri: di sicuro è capitato anche a Gianfranco Nerozzi, per quel che mi risulta. Per non farla lunga con i miei esempi (altrimenti cado nel solito peccato di superbia promozionale), mi ricordo bene che negli anni Ottanta descrissi con dovizia di particolari splatter un certo incidente sull’autostrada A26 (prime pagine di Un brivido sulla Schiena del Drago) e ne lessi anni dopo sulle pagine de “La Stampa”, coincidenza che non sfuggì nemmeno alla giornalista che la sottolineò con un certo gusto del grottesco, facendomi guadagnare per un annetto o giù di lì lungo le contrade di Bassavilla la fama di iettatore (“La Stampa” di venerdì 5 ottobre 1990, articolo dal titolo “Strada comoda ma a tratti pericolosa”, se qualcuno vuole andare a controllare…).
Nelle pagine finali di Palo Mayombe (ancora…) m’invento per esigenza narrativa che proprio l’11 settembre del 2001 viene ritrovato sulle sponde del Tamigi a Londra il piccolo cadavere mutilato di un bambino africano: ne leggerò, sempre su “La Stampa”, il 20 giugno del 2005 nell’articolo Diavoli falsi, torture vere di Mario Vargas Llosa, dove tra l’altro appuro che si tratta proprio di Palo Mayombe, per quanto mai nominato, visto che il giornalista di “El Pais” (testata quanto mai citata nel mio libro…) parla proprio di Ndoki, uno dei demoni supremi del Palo.
Nel 2001, quando scrivo L’ombra del dio alato (Pazuzu, quello là), preconizzo – non ci andava molto peraltro… – il saccheggio se non la distruzione del patrimonio archeologico dell’Iraq per verificare anni dopo l’efficacia del vaticinio ancora sul quotidiano torinese (che a Bassavilla leggiamo sempre prima degli altri) in due articoli, Bush contro Nabucodonosor (9 febbraio 2003 e Saccheggio in Iraq (31 dicembre 2005), con ciliegina sulla torta del rinvenimento di Pazuzu nel catalogo della collezione mesopotamica Ugo Sissa redatto da Dominique Collon, in cui il pezzo più raro e importante è un amuleto in bronzo rappresentante (cito il catalogo) “il demone Pazuzu, a due facce, che sebbene ‘re dei malvagi demoni del vento’ era considerato benevolo e perciò protettore delle donne partorienti e dei neonati”… Già. perché ne L’ombra del dio alato auspicavo, facendo il tifo, che qualcuno avesse posto in salvo i reperti di Pazuzu fuori dall’Iraq, anche contro certe maledizioni in stile egizio che imporrebbero il tabù al trasferimento del demone oltre i suoi confini (non vuol dire assolutamente nulla che Ugo Sissa sia morto in un tragico incidente stradale nel 1980, qualche tempo dopo aver portato Paz in Europa…).
Per Melissa e i suoi troppi snodi sincronici non sto ad annoiarvi: sono ormai decine gli “avvistamenti” e gli eventi analoghi (uno per tutti, il caso segnalato anche a Chi l’ha visto? su un uomo sconosciuto e tuttora non identificato, travolto nelle prime ore del mattino su un’autostrada d’Italia) ad altri “inventati” per Cronache di Bassavilla (il libro).
Esistono spiegazioni a tanta inconsapevole profeticità? Volendole andare a cercare nella fiction della letteratura fantastica e nelle simpatiche teorie della new age, non restiamo di certo a bocca asciutta: reticolati di Akasha, le leys che trasportano le idee in senso contrario allo scorrere del tempo, i continuum, i vortex, l’Altro Regno, i portali con la Realtà Nascosta, la Bassa Astrale… bizzeffe di pittoresche definizioni che non godono mai del supporto della pistola fumante, la prova giuridicamente incontestabile che qualcuno ci spia da qualche parte, nascosto tra i colori ufficiali della visione, e si diverte con noi inviandoci mentalmente brandelli di futuro. Purtroppo invece dovremo restare ancora a bocca asciutta per parecchio tempo, mi sa.
Ma voglio lanciare un ultimo guanto di sfida, anche perché questa, come già anticipato, è l’ultima Cronaca: in un mio romanzo inedito che ho già piazzato, ma che per le logiche editoriali non sarà disponibile che tra un paio di anni, ho tentato di descrivere l’Apocalisse finale di questo pianeta per come mi è venuta in mente. Ovvio, non posso anticipare un bel nulla , ma un nome, decontestualizzato dal resto, si può snocciolare, anzi un cognome, “Schumann”. Oh, so bene che tra Internet e Wikipedia v’illuderete di avere scoperto il gioco e so bene che sarebbe inutile ripetervi che siete fuori strada. Ne riparliamo intorno al 2012, mese più mese meno, se avremo la fortuna di durare.
In conclusione non dimenticatelo mai: Bassavilla è ovunque. Soprattutto laddove pensate non ci sia.