Nuovamente il Messico vive un momento difficile. Sale la temperatura
sociale e il paese vive una sorta di stato d’eccezione permanente.
Nello stato di Oaxaca, con l’arrivo al potere di Ulises Ruiz, anni di
corruzione e repressione violenta sono sboccati in un inasprimento di
questo stesso modello.
L’inattesa risposta popolare è sfociata in un gran movimento sociale.
Senza rinunciare alle rispettive differenze, nel giugno 2006,
insegnanti, lavoratori, studenti, collettivi libertari, organizzazioni
politiche e membri di Ong si sono incontrati nella Asamblea Popular de
los Pueblos de Oaxaca, APPO.
Durante mesi, la città di Oaxaca è passata per la singolare esperienza
di una vita senza Stato, senza polizia e senza burocrazia, però aperta
al dialogo e alla creatività. La vendetta del governo è stata atroce:
25 vittime comprovate (tra i quali due giornalisti; uno di essi, Brad
Will, dell’agenzia indipendente Indymedia), centinaia di feriti, circa
300 arresti ed un numero imprecisato di desaparecidos. Tutto ciò è
stato ampiamente documentato da organismi dei diritti umani sia
nazionali che internazionali.
Continuano a rimanere in prigione una quarantina di persone totalmente innocenti che, in gran parte, non sono neppure militanti della APPO. Inoltre,
dietro una calma ingannevole, la città vive nel terrore: gli ultimi tre
arresti, totalmente ingiustificati, risalgono a venerdì 27 aprile.
Per dimostrare che regna la pace, tra il 4 ed il 13 maggio, il governo
di Ulises Ruiz promuove il festival culturale “Humanitas“, in cui l’Italia figura come invitato speciale.
Ci indigna che il governo italiano si presti al gioco. Ancor più ci
sconcerta l’atteggiamento ambiguo dell’Istituto Italiano di Cultura
che dapprima aderisce all’iniziativa e poi, viste le proteste fra gli
italiani in Messico, fa finta di ritirare la propria partecipazione,
mentre continua ad apportare mostre e a dare appoggio logistico.
In Italia, i media hanno posto scarsa attenzione o addirittura
falsificato la realtà di Oaxaca. Quindi, non sappiamo se gli artisti
invitati – la compagnia Teatro Tascabile di Bergamo, la banda popolare
Fiati Sprecati di Firenze, i fotografi Roberta Vassallo e Vittorio
D’Onofri, il direttore musicale Leonardo Gasparini e la cantante
Filippa Giordano – ignorano i problemi locali, ma la loro
partecipazione è assolutamente inopportuna. È vero che la cultura
avvicina i popoli e distende le tensioni, però in questo caso serve
solo a far ottenere legittimità e popolarità a un governante
sanguinario.
Anna Claudia Ticca, Anna Lucia Coppa, Anna Maria Satta, Barbara
Origlio, Carlo Almeyra, Clara Ferri, Claudio Albertani, Donatella Di
Benedetto, Edoardo Mora, Fabrizio Lorusso, Franca Bizzoni, Gianfranco
Marano, Laura Longhino, Luciano Valentinotti, Manuela De Rosas, Marco
Valesi, Marcello Albertani, Massimo Modonesi, Matteo Dean, Matteo
Meoni, Nina Caldarella, Paolo Malfitano, Paolo Pagliai, Patricia
Barreto, Roberto Benini, Rosalba Piazza, Sabina Longhitano, Teresa
Scolamacchia, Valentina Albertani.