Recensione di Enzo Verrengia
E’ uscito il volume di Vittorio Catani L’essenza del futuro (Perseo Libri S.r.l., pagg. 655, euro 30). L’opera, che contiene 63 fra racconti lunghi, medi, brevi e brevissimi, è una sorta di “Meridiano” della fantascienza, diviso in dodici sezioni tematiche e propone una porzione rappresentativa della scrittura di questo autore, già funzionario di banca in veste ufficiale ma “fantascientista” nel tempo libero, “sulla breccia” da 45 anni: pubblicò infatti il suo primo racconto nel 1962 sulla rivista “Galaxy”.
Presentiamo una recensione di Enzo Verrengia per Carmillaonline. Il libro è reperibile presso il sito della casa editrice http://www.perseolibri.it/ o presso http://www.delosstore.it
«Catani è tra i pochi autori che io conosca capace di portare fino alle estreme conseguenze le proprie idee. Come si dice, lo scrittore pugliese è tra i pochi che non hanno mai paura di avere coraggio.» Un riconoscimento etico risolto in paradosso. Così, fra l’altro, scrive Ugo Malaguti nell’introduzione a L’essenza del futuro, monumentale antologia dedicata a Vittorio Catani nella collana “Narratori europei di science fiction” della Perseo Libri. Un notevole risultato – volume con copertina rigida, impressioni in oro, sovracopertina, illustrazioni interne in b/n – che compendia una vita dedicata in buona parte a questo genere narrativo. Ma anche una vita per gli ideali… o forse “ideologia” è parola troppo obsoleta dopo muri caduti, accorpamenti politici e liofilizzazione d’impronta Usa dei modelli di convivenza?
Catani l’aveva previsto. Giusto le sue per nulla dissimulate affinità elettive con il pensiero non-conformista lo portarono, agli albori delle sue esperienze di scrittore, a delineare tappe d’una pur non vasta “storia futura” (chi ha detto che potesse farlo solo Heinlein?) nella quale trovavano spazio decisivo non solo lo scontro fra istanze libertarie e rischi d’involuzione autoritaria, quanto anche insoliti rapporti affettivi, nuove aperture alla sessualità (Davanti al Palazzo di Vetro, 1975; Tre per uno, 1975; Il pianeta dell’entropia, 1978; Oh, Leviathan!, 1985; I Penetranti, 2005, e numerosi altri). Oggi che tante ipotesi a suo tempo avanzate sul futuro sembrano trovare conferma, la rilettura di Catani diventa a nostro avviso significativa non solo per chi preferisca narrativa di genere: L’essenza del futuro restituisce infatti nella sua completezza un “decano” della fantascienza italiana. Per il tributo a questa raccolta di ben 63 titoli di varia lunghezza si mobilitano lo stesso Malaguti e altre figure da antologia vivente, quali Ernesto Vegetti – compilatore dell’accurata bibliografia in appendice – e l’ottantunenne Lino Aldani, che di Catani scrive: «L’aspetto che più colpisce della sua narrativa è la costante ricerca d’un punto armonico di fusione tra il pessimismo delle sue configurazioni del futuro e la sua commovente speranza, esilissima, sicut parva lucernula, eppure imperitura, in qualcosa che tuttavia può intervenire a modificare tanta paventata negatività.» Per chi non conosca personalmente Vittorio Catani, la sintesi tematica poeticamente ravvisata da Aldani si ritrova nello sguardo trasecolato verso l’infinito, colto nel ritratto dello scrittore a firma del grande Giuseppe Festino, che contribuisce ad allargare le presenze collaterali nel volume L’essenza del futuro.
Ai contenuti abbiamo accennato, ma ricorderemo qualche altro titolo tra i più rappresentativi, che evidenziano anche la varietà delle tematiche: L’angelo senza sogni, (1984; storia di un uomo che aveva venduto tutti i suoi organi e anche i suoi pensieri); Breve eternità felice di Vikkor Thalimon (1972; pagine che esprimevano il bisogno irreprimibile d’evasione dalla prigione, più che altro esistenziale, in cui un po’ tutti finiamo col ritrovarci); I suoni del silenzio, 2000 (fantasia musical-libertaria sul compositore austriaco Arnold Schönbergh). Oppure l’anticipatoria variante cristologica di Storia di Nino (1993), dove un fragile bimbo quasi down potrebbe essere la reincarnazione clonata del Messia; Due volte vedova di te (1984), racconto sul quale aleggia il sospetto che sia stato ripreso – senza riconoscimento a Catani della primogenitura d’idea – dal regista Nicola Maselli per il film del 1988 Codice privato con Ornella Muti (magari sarà una coincidenza…) E ancora Gli Elicoidi, goliardica parodia di X-Files per un volume collettivo mai realizzato e reperibile online sul sito della rivista “Delos”. E poi le numerose collaborazioni dell’autore, per esempio i racconti “ecologici” per il trimestrale di problematiche ambientali “Villaggio Globale”; gli articoli “fanta-futurologici” per “La Gazzetta del Mezzogiorno”, il suo impegno nelle scuole, o attraverso altri media quali sceneggiature, spettacoli teatrali e altro. Il tutto, da notare, nell’ambiente non proprio accessibile del nostro Profondo Sud (l’autore, non pugliese di origini, vive a Bari da mezzo secolo). Catani ha sviluppato le proprie variazioni sul fantastico, ha cercato i suoi percorsi. In questo, oltre che per certe impennate stilistiche, sono intuibili risonanze col grande Philip K. Dick. Tutti e due hanno messo su carta i loro universi senza preoccuparsi di corredare il nucleo narrativo di orpelli, giustificazioni letterarie, ornamenti che potessero allettare i critici. Inoltre Catani — che sia un bene o un male — possiede per eredità genetica i millenni dell’umanesimo europeo. Così L’essenza del futuro è anche una dimostrazione che si può da sempre scrivere una fantascienza italiana scorrevole, varia, ma che non rinunci all’intarsio, allo spessore, all’introspezione e (perché no) alla collocazione di eventi straordinari in scenari al contempo plausibili e per noi quotidiani.
Bisognerebbe leggere (o rileggere) Catani per rendersi conto che in Italia la scelta di scrivere non può misurarsi, come avviene da un ventennio, con necessità e urgenze puramente ormonali. Esistono, e per fortuna alla fine persistono, disegni interiori compiuti, sofferti, rapportati a panorami più ampi. L’essenza del futuro presuppone conoscenza, studio, valutazione di distanze nel tempo e nello spazio: anche l’Utopia, insomma, possiede una geometria propria.
Catani la sta misurando incessantemente dacché è spuntato alla scrittura.
Qui puoi leggere l’intervista a Catani di Carmine Treanni, “L’essenza del futuro secondo Vittorio Catani”. Qui c’è un’altra recensione, a firma di Salvatore Proietti