di Alberto Prunetti
Con la rassegna “Con la penna tra i denti” mi propongo di segnalare alcune opere che ho incontrato nei miei percorsi di lettura. Lo scopo, com’è tipico in testi del genere, è quello di allargare la cerchia delle persone che possono entrare in rotta di collisione coi libri che si reputano appassionanti. Non mi interessa che il libro sia acquistato: i libri vengono scambiati, chiesti in prestito, riprodotti o — come ogni merce — rubati. In fondo leggere un libro è anche compiere un furto: è appropriarsene, farne carne propria attraverso quella ruminazione che chiamiamo lettura. E parlando di furti, il primo libro che segnalo è decisamente fuori dalle righe: L’istinto di morte di Jacques Mesrine (coedizione di Nautilus e El Paso, traduzione di R. Moretto, con la collaborazione di A. Chersi, I. de Caria, Striknine e P. Marangon)
L’autore è un ladro, un assassino, un rapinatore, un ribelle totale: dichiarato il “nemico pubblico numero uno” in Francia negli anni Settanta, si è dimostrato un maestro nell’arte dell’evasione. Audace e violento, ha condotto una lotta personale contro la società borghese e i suoi recinti: dal lavoro, al carcere, alla famiglia. Mesrine, novello Lacenaire, con la penna se la cava come con la parabellum: la lettura scorre rapida come una mitragliatrice affamata. Ha scritto queste pagine alla Santé ma non è morto, ravveduto, con la penna in mano: lo hanno assassinato alla porte de Clignancourt nel 1979 i fucili a pompa di un reparto speciale della polizia francese. Un curioso dettaglio editoriale: come tanti autori “alle prime armi” Mesrine ha avuto qualche problema a farsi pagare i diritti. La scelta di Mesrine, che potrà incuriosire gli uomini di penna italiani, è stata quella di minacciare di morte il proprio editore. In seguito a questo increscioso incidente l’editore ritirò dal mercato le copie del libro (che poi è stato ristampato dalla Champe Libre di Lebovici, lui stesso ucciso in circostanze poco chiare).
Sorprende che, in un periodo in cui il noir e le memorie criminali siano tanto popolari in Italia, nessun editore commerciale italiano abbia pensato di pubblicare L’istinto di morte. La risposta viene da se. C’è un sedimento di rivolta nella scrittura di Mesrine che non si può diluire troppo facilmente. Leggete le pagine contro il lavoro e il suono della sveglia mattutina e capirete di cosa sto parlando.
Non stupisce invece che progetti che hanno finalità non commerciali trovino in testi del genere una linea editoriale coerente e acuminata: in passato lo squat El Paso ha pubblicato altri titoli “corrosivi”: il testo di Antonin Artaud “Per farla finita col giudizio di Dio” e un pornoracconto di Benjamin Péret, surrealista e rivoluzionario, campione dell’invettiva anticlericale: Le ruggini ingabbiate, i coglioni arrugginiti (di cui spicca la foto di copertina, uno scatto tratto da un calendario surrealista osceno del 1929). Quanto alla Nautilus — un piccolo progetto di affini — insiste testardamente da anni a proporre alcuni dei testi migliori della critica radicale francese (e non solo). Tra tutti, un testo notevole (purtroppo credo esaurito) è Sucidio Modo d’uso di Yves Le Bonniec e Claude Guillon. Guillon è ancora molto attivo nella scena radicale francese ed è tornato da poco a occuparsi del tema del diritto alla morte (anche se il libro pubblicato in ediziona italiana da Nautilus in Francia è ancora colpito dall’interdizione della censura).
Dopo l’omaggio d’apertura a Mesrine, passo a segnalare altri titoli. Tra le novità italiane —ovviamente non sempre recentissime, visto che la piccola editoria antiautoritaria pubblica pochi titoli all’ anno — tanto di cappello a quelli del Fenix, un altro squat torinese, che ha dato alle stampe la Cronaca appassionata della colonna di ferro di Abel Paz (alias di Diego Camacho, conosciuto per la sua biografia di Buenaventura Durruti, pubblicata in Italia dalla Biblioteca Serantini), nella traduzione di Mario Frisetti. Il libro esplora le vicissitudini della colonna di ferro, l’armata di miliziani libertari che fu protagonista della guerra sociale spagnola del ’36-39.
Tra le novità straniere segnalo l’uscita del numero 6 di Notes & Marceaux Choisis, il bollettino di critica della società industriale diretto da Bertrand Louart, passato dalla cattedra di sociologia a un laboratorio di falegnameria (clicca qui per visitare il suo sito). E’ il primo numero, dopo le precedenti autoproduzioni in fotocopia, che viene pubblicato da un editore, in sintonia con la diffusione in Francia delle tesi di critica dell’ideologia dello sviluppo economico (una corrente critica diversa da quella antropologica nordamericana, rappresentata in maniera sintetica dalle posizioni primitiviste: Louart ha un percorso molto europeo, più filosofico e sociologico, molto rilevante a mio parere). Un libro di Louart (Il nemico è l’uomo) è già apparso in edizione italiana per i tipi delle edizioni 415, tradotto da G. Pagella. La speranza è che altre parti dell’opera di Louart possano comparire presto in edizione italiana.
Infine segnalo alcune riproposizioni: titoli comparsi in passato ma di cui voglio sottolineare l’attualità. Un capolavoro da leggere e rileggere (nell’ipotesi di un approccio radicale alla ricerca storica) è Bello come una prigione che brucia di Julius Van Daal. (415, traduzione di Gabriele Pagella), un’affascinante ricostruzione della rivolta londinese del gin del 1780, che coniuga il piacere dell’alcool con quello della rivolta e della distruzione dell’autorità. Da scoprire anche un testo sulla Cina che critica la burocrazia del comunismo di stato e le spinte neocapitaliste: Tianxia diyu. Burocrazia (celeste), lavoro forzato e business in Cina. Il libro non ha alcun riferimento tipografico-editoriale. Per riceverne una copia consiglio di scrivere all’editrice L’Insomniaque di Parigi che ha pubblicato l’opera nella sua versione originale: L’Insomniaque, 43, rue de Stalingrad, 93100 Montreuil, Paris, France.
_ Con la penna tra i denti ritornerà nei prossimi mesi su Carmilla per segnalare altre pubblicazioni della galassia antiautoritaria e radicale
Dove trovare questi titoli:
_nelle distribuzioni di squat e centri sociali
_nelle librerie di movimento
_nella libreria Modo Infoshop di Bologna