WITCHBOARD – WINDOWS OF THE SOUL
di Danilo Arona
Accadde a Bassavilla una sera di dicembre del 1999, poche ore dopo la morte di una giovane sconosciuta sulla lontana autostrada Bologna / Padova, travolta nella nebbia da un automobilista distratto e assonnato.
Accadde a Bassavilla, Piemonte, che alcune ragazzine, fra i 12 e i 14 anni, iniziassero verso sera a giocare con la Tavola degli Spiriti, quella che in America si chiama Ouija. Accadde che colei che conduceva la seduta, la più grande e la più turbata perché in quel giorno aveva sperimentato la rituale esperienza della prima mestruazione, usasse per puntare le lettere un paio di grosse forbici.
E accadde ancora che uno spirito malvagio si manifestasse, affermando di chiamarsi Melissa. Al che la ragazzina che parlava con gli spiriti si piantò le forbici in gola e morì dissanguata nel giro di pochi minuti. Né adulti né televisori nei paraggi, né tate né vecchie nonne. Le altre bambine avvertirono genitori e ambulanze, ma il tempo non giocò in loro favore.
L’orrore di quella vicenda e di quella terribile morte generarono una leggenda urbana, una delle tante su Melissa la Sanguinante. La più famosa ripropone il classico schema alla “Bloody Mary” laddove un gruppo di adolescenti, lasciate da sole in casa a giocare, invocano lo spirito allo specchio per tre volte di seguito e vedono apparire sulla superficie la ragazza che ha dato origine alla maledizione con le forbici infilate nel collo. Oppure, in un effetto-eco, una versione che ripete il dramma primario: altre ragazzine che si mettono con la Tavola Ouija senza le dovute precauzioni e per questo vengono punite dallo spirito dannato che si manifesta tagliando loro la gola con un paio di forbici invisibili.
E’ leggenda di certo. Nessuna notizia del genere è mai apparsa sui giornali, ma se ne parla sottovoce nelle scuole medie e nei licei. Si sussurra che sia accaduta veramente, anche perché due o tre ragazzine sono sul serio sparite dalla circolazione. Nessuno le vede più da qualche settimana…
Come ha ben sottolineato Miranda Gray in un prezioso volumetto che s’intitola Luna rossa (Macroedizioni, 2004), l’attraversamento delle tenebre per passare a una nuova vita è il simbolo lunare per eccellenza alla base del ciclo mestruale e di tutti i riti di passaggio (lo specchio, il gioco proibito e l’Alfabeto delle Streghe). In una società in cui sono andate perdute le forme ufficialmente ritualizzate dell’iniziazione, l’inattesa e sgradevole irruzione del menarca è sovente connotata da una sorta di aura demoniaca, non di rado collegata a dinamiche specifiche del territorio: nelle sue diverse forme, il rituale di Melissa la Sanguinante con il passaggio fisso del “sangue versato” rappresenta e abreagisce il trauma, visualizzando la perdita della verginità e dell’innocenza e il successivo ingresso della ragazza adolescente in un mondo “naturale”, quello del sesso vissuto consapevolmente.
La morte è sempre simbolicamente presente, perché il flash orgasmico è una piccola “condizione” di morte e in questo senso l’iniziazione sessuale rischia di essere vissuta alla stregua di un viaggio sanguinoso e sotterraneo. Così il mito post-moderno di Melissa la Sanguinante, nato e sviluppatosi tra autostrade e periferie urbane, si avvia a rappresentare quella che in certa cultura spagnola chiamasi la “Virgen Puta” o quell’archetipo irrinunciabile che Crowley battezzò come “Donna Scarlatta”, ovvero l’ambigua e quasi blasfema sintesi fra sacro e numinoso, tra oscurità mezzana e luce virginale, in una sorta di contaminazione non più individuale che emerge in questo modo dalla coscienza collettiva.
Questa la doverosa analisi della leggenda. Ma si può veramente morire per una leggenda? O, per meglio porre la domanda, si può morire di una leggenda o di un rito di passaggio non affrontato con le dovute precauzioni?
Trance sciamaniche nelle discoteche attorno a Bassavilla, e nel mondo intero. Sono numerosi gli antropologi e gli psicoanalisti – uno per tutti, James Hillman – che sostengono che sono questi i veri riti di passaggio della società contemporanea. Iniziazioni mortali, mentre il TG2 del 4 marzo 2007 decreta che c’è un “problema Piemonte” sulle strade del sabato notte al ritorno dai locali.
“Guidare a velocità folle con la musica sparata dalle casse, consumare pastiglie e cocaina”, ci raccontano gli anonimi che vogliono rimanere tali, “da alcuni anni è sinonimo della Sirena. Dicono che la puoi vedere in una frazione di secondi mentre compare come un ologramma al centro della strada, davanti a te, e più vai veloce più lei è meglio visibile, più dettagliata nei particolari.”
“Si parla della Sirena dall’inizio dell’anno Duemila”, mi confida Elefantino Folle (pseudonimo). “Chi l’ha vista ed è sopravvissuto racconta di una ragazza bionda con un paio di forbici piantate nella gola che sgocciola sangue.”
“Compare al centro strada dopo una curva”, sostiene Fosforo (altro pseudonimo), “e ci sono musiche particolari che ne favoriscono la materializzazione. Se lei appare e la vedi, al 99% sei morto perché la tua macchina andrà a schiantarsi.”
“La Sirena è lo spettro di una ragazza morta, travolta da un’auto alle 5 del mattino all’uscita da una discoteca”, dice Rossana, 15 anni. “Se la scorgi fra le crepe del parabrezza, è perché fai già parte della sua dimensione ovvero sei diventato un fantasma. Da viva la Sirena si chiamava Melissa.”
Accadde a Bassavilla nel dicembre del ’99 e poche ore prima sulla Bologna-Padova all’altezza di San Pelagio. Da allora infesta coscienze, canali neuronali e tecnologie mediatiche (medianiche) che presiedono alla comunicazione. Se v’illudete che tutto questo sia l’ironico delirio dello scrittore, consolatevi con la cronaca delle ultime ore (primi giorni di marzo del ‘2007) scaricata dalla rete e dai quotidiani.
ANSA, nove morti all’alba in Piemonte. Nel torinese, nel novarese, nell’alessandrino. All’alba, poco dopo le cinque, un’altra persona ha perso la vita a Bosconero; poco dopo le sette un altro incidente, sulla circonvallazione di Verolengo, dove sono morti due giovani. E’ strage e c’è una questione Piemonte per questo problema. E stamane sempre all’alba, sull’autostrada Torino-Savona, una Opel Astra sulla quale viaggiavano quattro ragazzi, è finita fuori strada come per evitare un inaspettato ostacolo: tre di loro sono morti.
ANSA, BASSAVILLA, STRAGE DEL SABATO SERA. Cinque giovani morti dopo la discoteca. E’ successo alle cinque del mattino sulla tangenziale di Bassavilla. L’auto, probabilmente per l’altissima velocità o per un ostacolo improvviso, ha sbattuto contro una rotonda e si è quasi disintegrata. Le vittime avevano tra i 22 e i 29 anni. La ragazza alla guida è stata ritrovata con la testa incastrata nel volante e un paio di forbici piantate nella gola.
Un ostacolo improvviso al centro strada. Se vuoi morire, prima o poi la Sirena riesci a vederla.