[Segnaliamo un nuovo blog dedicato a un approccio radicale ai problemi della traduzione, del lavoro editoriale e del precariato. Carmilla pubblica il post inaugurale del blog Transnext, visitabile qui.] A. P.
Con questo post inauguriamo TransNEXT, per cui abbiamo scelto il sottotitolo “Gilda di traduttori radicali”. Oltre che una gilda è però in realtà anche un collettivo d’idee in affinità, un laboratorio di traduzione sotto nome collettivo, un duetto di braccia rubate, quale più quale meno, alla cultura, due amici traduttori che, stanchi di svolgere a cottimo uno dei lavori più antichi e precari del mondo, hanno provato il salto.
Un salto che nel pianeta della traduzione sarebbe parso imprevedibile, e che imprevedibile resta, nelle sue mosse e nel suo esito. Abituato com’è da sempre al precariato, chi traduce esita più di molti altri a mettere in dubbio la propria condizione precaria, e in un’epoca in cui l’interinale sembra estendersi all’universo intero, nel mondo della traduzione nulla pare cambiato: dalle cartelle dattiloscritte di Bianciardi siamo passati al computer e alle ricerche in Internet, ma tra traduttori non sono nate quelle reti di critica e solidarietà che fioriscono in questi tempi bui tra le comunità precarie.
Eppure nel mondo della letteratura la critica è diffusa: dai collettivi di scrittori alla critica del diritto d’autore e della paternità dell’opera, gli esperimenti di creazione letteraria alternativa si sprecano. Se tra musicisti e artisti l’opera derivata viene sempre più rivendicata come creazione da ogni punto di vista, chi traduce si sente ancora una persona di servizio, come i musicisti alle corti di epoche passate.
Noi invece crediamo che tradurre sia creare, sia scegliere, scrivere, prendere posizione, trasformare il mondo, cambiare la vita, e che il lavoro di traduzione sia un’opera sotto ogni aspetto, e che come tale vada considerato.
TransNEXT è allora un progetto di rilancio della traduzione, una risposta alla condizione precaria che ammanta chi traduce non soltanto dal punto di vista economico, un’affermazione della possibilità di leggere, interpretare, diffondere e ricreare la cultura condividendo il processo creativo tra di noi e con il resto del mondo.
Ci porremo allora come lettori/autori/critici capaci di scegliere e di proporre, e la nostra proposta sarà distribuita in modo da non rinchiuderla soltanto nell’asfittica gabbia di un tomo con prezzo di copertina: la faremo circolare, respirare ed entrare in osmosi con i flussi pulsanti delle culture e della vita.