di Monica Cabras
Ci può dire qualcosa sul fenomeno Twin Peaks che ancora è presente in tutto il mondo.
David Linch: Non c’è una ragione logica per il successo così grande di Twin Peaks, ma così è stato. Molte serie TV hanno avuto fama, con tanti fans e club che continuano a esistere anche dopo dieci anni.
Ha intenzione di tornare a fare qualcosa per la TV?
David Linch: No, non ho nessun intenzione di tornare in TV.
Ci può spiegare la presenza dei conigli nel film?
David Linch: No, non posso spiegarlo.
Dopo aver visto il film volevo chiederle: come sta ora?
David Linch: Grazie per la domanda, sto bene, grazie.
Una volta ho visto una sua mostra a Firenze di cui conservo ancora il catalogo. Lei continua ancora a fare quadri?
David Linch: Si dipingo ancora, adoro dipingere, ho iniziato a fare film grazie al mio lavoro di pittore, e anche fare film è una cosa favolosa.
Nella scena dei conigli, con le risatine in sottofondo sembra ricreare l’ambiente televisivo. Può spiegare perché l’ha fatto.
David Linch:. Non lo so, vorrei poterlo spiegare, ma il film di per se è la spiegazione. La cosa tremenda delle conferenze stampa è proprio dover dare spiegazioni, bisogna vedere il film perché le parole non contano. Le voci sono simili alla musica, e importante quello che dicono, ma anche come lo dicono. Ad esempio io avevo già lavorato con Laura Dern e Justin Teroux, e quindi ci capiamo anche con poche parole, come in una specie di codice riuscendo a comunicare rapidamente. Si tratta di trovare la maniera giusta per trovare la strada giusta.
I baci alla fine del film sono per noi, per il pubblico o sono rivolti a qualcun altro?
David Linch: No, sono rivolti a lei in maniera specifica.
Nel film traspare una visione disperata del Cinema, con le stesse scene e gli stessi personaggi. La nota di speranza è che lei in qualche modo è stato innovativo?
David Linch: Di sicuro c’è un aspetto positivo, e spero che l’abbiate percepito.
Il film è come un grande puzzle, l’ha girato come l’abbiamo visto?
David Linch: Le scene sono state girate in ordine diverso, senza sapere cosa sarebbe stato, ed è nata una cosa bizzarra. Alcuni di voi conoscono la teoria dei quanti e del canto corale, tutti noi facciamo parte di questo canto corale, le idee anche se diverse sono tute collegate in qualche modo a qualche livello e questo mi fa impazzire. La sceneggiatura era fatta in un modo, quando ho girato le scene non sapevamo ancora se sarebbero andato alla fine o all’inizio, però piano piano alla fine il film si è rivelato.
Nel film Laura Dern ha interpretato donne diverse…
David Linch: Laura è un’attrice che passa attraverso tanti cambiamenti, riesce a fissare ogni momento. È davvero straordinaria.
Cosa pensa di questo Leone D’Oro alla Carriera, crede che sia la fine della sua carriera di regista?
David Linch: I Festival celebrano il Cinema ed è importante che ci siano, e Venezia è molto prestigioso perché ha una lunga storia e sono orgoglioso di essere premiato qui. Mi sembra solo ieri che avevo 19 anni.
In questo film come in Mulholland Drive adora la tecnica di un personaggio che guarda se stesso dall’esterno: è forse un omaggio a Kubrik?
David Linch: Queste scene possono rivelarsi piene di sorprese e il miracolo del Cinema sta proprio in questo. Ma come si passa dall’uno all’altro, come riusciamo a trovarci? È questo che mi interessa capire.
Si è detto che la lavorazione è durata due anni e mezzo, è stata continua o ci sono state interruzioni…
David Linch: No, ci sono state varie interruzioni, anche perché erano molte le idee buttate su carta. Poi però siamo riusciti a lavorare con maggiore continuità.
[da FilmUp]