di Wu Ming 1
Casalbaroncolo, nuovo fascicolo dell’autobiografia della nazione. Lo trovi in edicola.
Sempre più concittadini incanagliscono, discesa da Montagne Russe, il convoglio va giù rapido, i passeggeri urlano e sorridono, spaventati e leggiadri, sbarazzini e maneggioni, simpatici, orridi.
Salta il patto sociale quotidiano, in nome della “roba” e del possesso viene meno ogni regola di convivenza, ogni criterio, ogni attenzione per l’altro.
Qualunque gesto o parola può scatenare reazioni imprevedibili. Se ho da ridire perché mi freghi il parcheggio, tu torni con gli amici e mi spari alla nuca. Se ti rubo una pianta dal cortile, mi ammazzi come un cane e provi a dire che è legale.
Ce l’ho duro, se non me la dai uccido te, tuo padre e tuo fratello. Se me la dai, tuo padre e tuo fratello mi uccidono. Se fai un figlio con me, tuo fratello ti uccide.
Non me lo dai perché sei etero, e io ti ammazzo. Lo vuoi da me perché sei frocio, e io ti ammazzo. Ti stupro e non sei vergine, mi danno le attenuanti. Ti stupro e sono sfigato, mi danno le attenuanti. Stermino tutta la famiglia perché sono uno scoppiato: mi dicono di dire che il mandante è Satana. Ho diciott’anni e faccio scritte sui muri, un giustiziere in divisa mi spara alla tempia. E’ il Ruanda di tutti i giorni, in Italia.
Il convoglio irrompe nel tunnel dell’orrore: il manovale che ti ha sistemato casa accoppa il tuo bimbo a colpi di vanga, poi va in tv, strafottente, fa finta di niente, lo intervista il Cucuzza della situazione, mentre un PM dà la colpa a te, padre, e indaga sulla pista pedofila, l’eterna pista pedofila, la solita pista pedofila, l’a-suo-modo-rassicurante pista pedofila: i “mostri” stanno sempre altrove, nel bosco delle streghe di Internet, in Russia, in Cina dove lessano i bambini (da noi li ammazzano e li buttan via, che spreco!).
Dai ponti sull’autostrada calano macigni e spappolano teste. Non c’è criminale non marcio di coca (non costa più un cazzo, del resto) e non disposto a ogni salto nel buio. Le elezioni sono imminenti, tornano a piangere le madonne. I TG riportano senza un dubbio, il Medioevo ci fa una pippa, grazie Medjugorie, grazie Karol.
Viene in mente un film, “Fargo” dei fratelli Cohen. L’Italia degli anni zero è quel Minnesota coperto di neve: ammanta tutti noi una coltre di passioni congelate, bianco abbacinante e cielo grigio. Crudeltà e Stupidità vanno a braccetto e attraversano la scena. Non può essere tutta colpa di B., benché ci abbia messo del suo, e pure molto, troppo.
Altro che Punta Perotti: se c’è un ecomostro da abbattere, è la mente collettiva di questo Paese, il suo immaginario. Chissà se basta tutto il tritolo d’Europa. Chissà se basta l’Europa. Chissà, forse un giorno il palazzone verrà giù da solo, sbilenco e martoriato dalle crepe, carico di acqua e muffa, sgambettato dalla subsidenza.
Un giorno guardi e… Patatrac!
Bentornato, lungomare.
Su quelle coste, se saremo ancora qui, non ricostruiremo nulla. Guarderemo l’Oriente, culo sullo scoglio e piedi in mare.
Il disco rigido del Paese va riformattato, o gettato nel cassonetto.