di Daniela Bandini
Pierre Bordage, Il vangelo dello sciamano, Fanucci, 2005, pp. 460, € 17,00.
Leggendo la breve biografia di questo grandissimo scrittore, mi ha colpita soprattutto il fatto che nel 1997 avesse vinto il Prix Tour Eiffel, e questo per un semplice motivo: anche Valerio Evangelisti ha vinto questo premio e non può essere una mera coincidenza né l’unica analogia tra questi due scrittori. A mio avviso entrambi hanno l’insolita caratteristica di proiettarti in un mondo talmente verosimile pur nell’inverosimile che staccartene, tornare alla vita di prima, può diventare persino doloroso. Entrambi hanno il dono, rarissimo soprattutto tra gli scrittori italiani, di spaziare oltre il quotidiano, di oltrepassare la confortante ma un poco claustrofobica costrizione a narrare solo di ciò che si sa e che si è vissuto.
E se volete davvero volare via, fare i bambini sperduti di Peter Pan nel luminoso cielo notturno di una metropoli, questo è il libro, il testo, la bibbia per voi: fatelo e non ve ne pentirete, al massimo potrete alla fine affermare che l’isola che non c’è esiste realmente, ma non è tutto quello che dicono; però intanto avrete imparato a volare, e non è poco.
Vai-Ka’i è Cristo, rinato per la salvezza di tutti noi, un potere ereditato come un dono da offrire alla resurrezione dell’uomo, e un simbolo arcano e modernissimo, il doppio serpente, la doppia elica del DNA. Dietro il simbolo del doppio serpente si creerà un movimento planetario di disubbidienza di massa, che coinvolgerà milioni di individui esausti dai crismi della società contemporanea, individui che si dedicheranno al “neomadismo”, al nudismo e all’abbandono di tutte le convenzioni imposte o fatte proprie per vigliaccheria e convenienza.
Una scelta di vita che non ha analogie con il fenomeno degli hippy degli anni ’60 perché consapevole e disillusa, forse solamente un poco ingenua come può essere ingenuo un innamorato, con i suoi trasporti, il suo entusiasmo, la sua dedizione, la sua fede. Dice il Messia: “Possiamo sfuggire alla ricerca devastante di paradisi religiosi o materiali, possiamo smettere di correre dietro alle chimere, di dare la caccia a un domani meraviglioso, possiamo gettare via le nostre credenze sulla necessità di appartenere all’élite, possiamo decidere di non acquistare più nulla dai mercanti del tempio. Più nulla. Né i geni, né altre illusioni d’immortalità”.
Vai-Ka’i è un giovane dai lineamenti indigeni, lunghi capelli lisci e neri, dall’aspetto delicato e fragile, ma sorretto da una potenza sovraumana. Questo grandioso romanzo è scritto attraverso l’esperienza di quattro personaggi, diversissimi tra loro, che il destino porterà a conoscere e riconoscere il nuovo Gesù Cristo. Si tratta di Mathias, omicida per professione e piacere, arruolato a forza dai servizi segreti per infiltrarsi nelle file degli estremisti islamici a scopi terroristici, scoprendo che gli interessi paralleli delle nuove superpotenze sono ben più sottili del fanatismo di facciata con cui agiscono. Intercambiabili kamikaze avviliti nell’intelligenza individuale. Mathias scoprirà suo malgrado l’amore, e vorrà dal Maestro il miracolo più atteso e ricercato: la resurrezione dalla morte fisica della persona che ama, intrappolata da un coma irreversibile. Miracolo che sarà concesso.
Poi c’è Marc, giornalista di una testata di tendenza, che vive dello scoop, qualunque ne sia l’oggetto, e meglio dello scoop aul nuovo Cristo non c’è niente. Se non fosse che niente di più umano e gentile a Marc era mai stato offerto, niente di così puro e incredibilmente disinteressato era mai entrato nella sua vita.
C’è Lucie, pornostar a pagamento su Internet, una storia di degrado, regole brutali ma anche resurrezione, una chat con un cliente “miracolato” da Vai-Ka’i, una storia intramezzata da omicidi e perdono, e la scoperta che l’amore terreno e divino hanno le stesse potenti, solide trame.
Infine c’è Yann, il quarto apostolo, colui che più di tutti si troverà accanto al Maestro, con tutta la devozione, la gelosia, i turbamenti e la stanchezza che la convivenza abituale, anche con la divinità, può determinare. Ognuno manda avanti la sua storia, il suo destino, con un’intensità crescente che non annoia un istante, nella sofferenza, nella scoperta, nel dubbio, nella ribellione, nei valori ritrovati…
Questo grande romanzo è perfetto, talmente perfetto che alla fine viene il desiderio di credere che il Maestro sia davvero venuto tra noi, che alla fine Bordage ci dica che è tutto vero, che è successo realmente, che finalmente anche noi possiamo ricominciare a credere. In qualcosa, in qualcuno.