di Margherita Pellegrino
[Più volte Carmilla ha segnalato rischi e problemi di una precoce psicofarmacologizzazione nell’infanzia e nell’età scolare soprattutto. Ci scrive una professoressa che, dalla stampa, ha còlto un ulteriore rischio: quello di una schedatura neuropsichiatrica per giovani allievi. Pubblichiamo la lettera che la professoressa Pellegrino ci ha inviato, promettendo di seguire gli sviluppi del caso. gg]
Ho letto con stupore ed indignazione che al Senato è in discussione un disegno di legge che prevede di “considerare la dislessia causa di difficoltà specifica di apprendimento”. In realtà la difficoltà nella lettura ridefinita da neuropsichiatri infantili e psicologi, dislessia, abbraccia secondo loro, un pacchetto che comprende anche la disgrafia (la scrittura poco chiara e non allineata), la discalculia (lentezza nel fare i calcoli, non conosce bene le tabelline); questi, che fino ad oggi vengono considerati dagli insegnanti errori , se questa legge viene approvata, saranno: “disturbi di apprendimento” e gli alunni che ne sarebbero affetti verrebbero diagnosticati ed etichettati dislessici da neuropsichiatri infantili.
“Il disegno di legge prevede un’attività diagnostica precoce da parte di specialisti….(i quali) sostengono che i risultati migliori, si avranno se si riuscirà a individuare il problema già dal primo anno della scuola dell’infanzia” (dal Sole 24ore, 13-26 gennaio 2006, pag.17).
Se noi andiamo indietro alla nostra esperienza scolastica, quando eravamo in seconda e anche in terza elementare (7/8 anni), non sapevamo leggere e scrivere perfettamente e magari non rispondevamo in 60/10 di secondo alla domanda quanto fa 6 per 7, perché ora dovremmo pretendere che i nostri bambini di tre anni, invece, sappiano fare queste cose e magari sappiano anche suonare la nona di Beethoven?
Gli psichiatri sostengono che la dislessia è una disfunzione biologica di origine ereditaria , ma in base ad asserzioni dei loro stessi specialisti, prove di laboratorio tra cui TAC e RM (risonanza magnetica), non hanno evidenziato alcuna differenza tra il cervello di un cosiddetto “dislessico” ed uno “normale”. Così come non si sa quale sarebbe il fantomatico cromosoma responsabile della trasmissione a livello ereditario (vedi Che cos’è la dislessia: Basi biologiche, Luisa Lopez).
In Italia la psichiatria non è riuscita a far passare una legge che porti ad etichettare i bambini italiani come affetti da ADHD e così entrare nelle nostre scuole, ci stanno provando con la dislessia?
Da quando nel 1991 il Dipartimento dell’Istruzione Statunitense diede istruzioni a tutti i funzionari scolastici di istituire procedure per effettuare la selezione e l’identificazione dei bambini con disturbi dell’apprendimento, fornendo loro degli speciali servizi educativi, psicologici e costringendo per legge i genitori a “CURARLI”, si sono ritrovati sei milioni di bambini etichettati Iperattivi , curati con un pesante psicofarmaco i cui effetti sono simili alla cocaina e di questi alcuni sono morti per gli effetti collaterali.
I disturbi di apprendimento non sono una recente scoperta ma sono presi dal Manuale di Statistica Diagnostico (DSM IV), la dislessia è riesumata da questo stesso manuale, come l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Non è che anche la dislessia al pari dell’ADHD, faccia parte di un astuto piano di marketing per monitorare i nostri alunni e avere ulteriori finanziamenti?
Dai dati attuali stimano che il 5% dei bambini sono dislessici, che il 4% sono affetti da ADHD, a questi aggiungiamo quelli depressi, ecc… Vogliamo far diventare le nostre scuole l’anticamera del reparto di neuropsichiatria infantile della nostra città? Si sta rischiando di medicalizzare l’istruzione.
Come si può fare affidamento sui risultati di indagini in questo campo quando l’ultima scoperta, resa nota in questi giorni da ricercatori dell’istituto di psichiatria di Harvard è stata che i “bambini che nascono in inverno sono più intelligenti di quelli che nascono in estate?
Come insegnante, alla luce della mia esperienza, posso dire che le difficoltà di apprendimento sono dovute a carenze nella didattica, alla mancanza di una metodologia di studio e di tecniche efficaci nella trasmissione della conoscenza. Esistono scuole in Italia e all’estero dove metodi di studio e tecniche di insegnamento efficaci hanno risolto le difficoltà di apprendimento degli alunni.
Come cittadina mi aspetto che prima che i parlamentari italiani votino e finanzino, con i soldi delle tasse pagate da noi, questa legge, si informino accuratamente su come stanno realmente le cose.