di Giuseppe Genna
Non è vero che Ingannevole più di ogni cosa è il cuore, come dice JT Leroy: ingannevole più di ogni cosa è la famiglia.
“E’ una vecchia legge dei romanzi, e vale sempre. Faulkner, in Mentre morivo, racconta di una famiglia che porta un cadavere in giro per l’America”. A parlare è Matthew Sharpe, il migliore tra i romanzieri americani di nuova generazione, sbarcato in Italia con Gli Schwartz (per Einaudi Stile Libero), un successo che negli Usa ha sbancato le classifiche e non era per nulla annunciato. Non solo Faulkner: Roth, Bellow, Eggers e Franzen sono stati citati a proposito de Gli Schwarz, da tutte le testate letterarie, entusiaste del capolavoro di Sharpe.
La storia editoriale de Gli Schwartz è già un romanzo a sé: “Più di venti case editrici lo hanno rifiutato. Quando è stato pubblicato, è cominciato un enorme passaparola. E’ consolatorio per uno scrittore: questo successo popolare dice molto sull’indipendenza dei cervelli”. La Repubblica Democratica dei Lettori ha decretato un primato inequivocabile: Gli Schwartz sono un romanzo culto, che ha minacciato il primato in classifica del Codice Da Vinci.
La storia della famiglia ebrea americana Schwartz ha divertito, commosso e fatto venire i brividi all’America. Il signor Schwarz, ex pubblicitario fallito, va in coma perché prende troppi psicofarmaci: il Prozac gli è fatale. Sua moglie Lila ha abbandonato la famiglia, si è trasferita in California, in preda a rinascita sessuale. La responsabilità della riabilitazione del signor Schwarz ricade sui suoi giovanissimi figli. Chris, protagonista del romanzo, è un ragazzino comico al limite dell’horror, che ricorda la nevrosi parlante del Lamento di Portnoy di Roth, con una pericolosa e ciclica propensione al suicidio. Cathy, la sorella di Chris, tenta di abbandonare la religione ebraica per quella cattolica, votandosi a un turbinio di volontariato e mistica.
“Sono due ragazzini – dice Sharpe – con un piede nell’infanzia e uno nell’età adulta. Devono rieducare il padre all’età adulta inventandosela, perché adulti non lo sono mai stati. Possono plasmare il padre secondo idealizzazioni tipiche dell’infanzia. E’ una Genesi del giorno d’oggi”.
L’uscita dal coma e la riabilitazione di papà Schwartz sono soltanto il filo principale della storia, a cui Sharpe annoda una miriade di sottotrame. Gli Schwartz sono Le mille e una notte della nuova America: “Nonostante abbia iniziato a scrivere sotto Clinton, è chiaro che un padre di famiglia in coma, coi figli che ne combinano di tutti i colori, ricorda l’attuale situazione politica Usa, con Bush jr a capo di un paese impazzito”.
La famiglia Schwartz richiama i Tennenbaum: solo, più cattivi. “Non è colpa mia. Gli esseri umani sono lussuriosi e criminali. Io, perlomeno, lo sono” dice Sharpe.
E la famiglia? “E’ una suprema sintesi istituzionale che serve a regolare sesso e proprietà”. O a non regolarli, come dimostra la saga sconvolgente de Gli Schwartz, versione più cattiva e affabulante de Le correzioni di Franzen.
[questa intervista è apparsa sulla rivista ‘Rolling Stone’]