di Giuseppe Genna
[Nel dicembre 2003 mi fu commissionato, da un’importante (quasi dominante) casa di produzione dell’enterteinment mondiale, un progetto per la realizzazione di una serie di graphic novel: un ciclo narrativo a tinte nere ed esoteriche. Stesi il progetto, ma poi non se ne fece più nulla. Il protagonista del ciclo è Franz Anton Mesmer [nell’immagine a sinistra], un alchimista settecentesco, amico di Mozart e ispiratore di Lafayette. George Washington stava per dichiarare gli Stati Uniti nazione mesmerista. Pubblico qui soggetto e macrotrama, che forse daranno vita alla prossima stesura di un ciclo di romanzi. gg]
I protagonisti
I protagonisti sono Mesmèr e il dottor Von Balthazar.
Franz Anton Mesmer è un personaggio storico, che stravolgo completamente. Medico, alchimista e massone, è lo scopritore del cosiddetto magnetismo animale: l’universo sarebbe tenuto insieme e governato da un’unica forza basale, invisibile e onnipervadente, detta ‘fluido magnetico’. Mesmer fu il massimo guaritore di fine Settecento.
Ebbe contatti con Mozart (che lo iscrisse tra i personaggi dell’opera Così fan tutte), con George Washington (tramite Lafayette, che era un adepto di Mesmer medesimo) e con il gotha occultistico del primo Ottocento (la sua morte storica data 1815). Celeberrimi i suoi ‘gruppi a catena’, sorta di sedute spiritiche durante le quali si manifestavano fenomeni di chiaroveggenza e stupefacenti guarigioni.
Profondo studioso della psiche inconscia e conscia, viene spesso additato quale padre nobile dell’ipnotismo di Charcot e, quindi, della psicoanalisi di Freud.
Il Mesmèr (con l’accento) del ciclo è un uomo di età matura ma indefinibile: può avere il vigore di un quarantenne, l’aspetto di un cinquantenne o un sessantenne, e, in ogni caso, si sa che sta per andare verso il crepuscolo. Tutte le caratteristiche dello strabiliante, implicito nel mesmerismo, vengono conservate e implementate da capacità ultrapsichiche che nulla hanno a che vedere con la vicenda storica di Franz Anton Mesmer.
Von Balthazar è invece una creatura di fantasia, ispirata al Professor Balthazar di un cartoon ungherese degli anni Settanta [nell’immagine a destra], con cui spartisce soltanto la professione di scienziato eccentrico. Quanto al nostro VB, si tratta di un giovane scienzato praghese, fuoriuscito ladronescamente dalla Prussia rubando il Golem, nascosto nella bara in cui trafuga l’idolo di fango, grazie a cui ha in mente di diventare Accademico di Francia: lo scienziato più riverito d’Europa. Una volta giunto, con la cassa, a Parigi, l’idolo si squaglia in una pozza fangosa, dalla quale VB estrae il biglietto con l’aleph che, posto sotto la lingua del golem, gli dava la vita. Impedito ad accedere all’élite scientifica continentale, VB conduce una vita da bohémien nel Quartiere Latino, sbarcando il lunario grazie alla vendita di giocattoli barocchi e stupefacenti, di piccoli meccanismi utili alle massaie e di apparecchiature che servono alla polizia parigina in indagini di routine.
Vedremo come VB diventa compagno di avventure di Mesmèr. E’ importante fin d’ora comprendere che egli è la controparte anagrafica, emotiva e cognitiva dello stesso Mesmèr: pur muovendosi insieme in universi irrazionali e fantastici, VB è più giovane e meno saggio di Mesmèr, è lo scienziato che àncora al principio di realtà, è empatico in maniera intensa e vive emotivamente le situazioni al di sotto dello standard di disincanto e saggezza del consumato Mesmèr — il tutto secondo la logica archetipica binaria che, da Batman&Robin a Mulder&Scully di X-Files, governa i rapporti a due tra protagonista forte e protagonista debole.
I personaggi femminili
Non esistono sul piano dell’ossatura centrale della macrotrama, ma infittiscono della loro presenza ognuno dei dodici universi in cui Mesmèr e VB entrano sconvolgendone gli equilibri, i canoni e i destini. E’ fondamentale che il femminile venga percepito come interno ai mondi, e il maschile come esterno ai mondi. Dall’Esmeralda della puntata hugoliana a Sarah Bernardt nella puntata su Houdini, l’interno degli universi mentali è prevalentemente femminile.
La macrotrama
Questa struttura macro motiva il nesso tra le dodici fatiche di Mesmèr e giustifica gli interventi che Mesmèr e VB compiono entrando in mondi psichici e storici. E’ dato per preacquisito che ci limitiamo all’Ottocento, con occasionali sconfinamenti nel primo Novecento. Vengono qui accennati i lineamenti della macrotrama, non chiarendo alcune contraddizioni specifiche, dovute all’alternanza tra eventi sincronici e spalancamenti di ucronie.
Il prologo
Mesmèr è solo. Sua moglie è morta. Il suo passato è glorioso: le sue tecniche medianiche hanno conquistato le corti europee, ma egli ha fallito il tentativo di mutare il mondo secondo la sua teoria del ‘magnetismo universale’ e del ‘vangelo naturale’. Lo ritroviamo in una remota località austriaca, vicino a Linz, precisamente Branau, tra i monti, solitario, autorecluso in una magione che ricorda la casa gotica di Lovecraft. Nessuno si ricorda più chi sia Mesmèr. Agisce indisturbato, lavorando in segreto e in isolamento a tecniche occultistiche estreme. Nottetempo, trafuga dai cimiteri dei paesi vicini alcuni cadaveri recenti, che provvede a mummificare nel sotterraneo della sua villa. Il fine è comporre un circolo di dodici mummie, che irradiano un magnetismo particolare: egli, al centro di questo cerchio magico, può vedere il futuro. Così, almeno, assicurano i suoi studi e le sue teorie.
All’inizio della storia, Mesmèr sta trafugando il dodicesimo cadavere. La preparazione della mummia, che dura la notte, e il completamento del cerchio magico ci permettono di rievocare, per tratti salienti, l’identità e il passato di Mesmèr.
Giunge l’alba. Mesmèr è al centro del cerchio magico. Inizia il viaggio occultistico, che viene realizzato in maniera molto coreografica. Il viaggio mentale di Mesmèr è una discesa agli inferi: viene calamitato da un’enorme tronco che è, al tempo stesso, un’incommensurabile corda vocale, che vibra spaventosamente, e a cui Mesmèr risulta incatenato magneticamente: questo è il tronco dell’Albero della Vita, da cui Mesmèr vede dipartirsi, in alto e in basso, gli infiniti universi possibili. Vibrando, questa corda vocale abnorme che è il tronco dell’Albero della Vita, parla a Mesmèr: sa che lui è lì per conoscere il futuro, e gliene concede l’esperienza. A velocità inenarrabile, trovandosi costretto in una sorta di ascensore in estetica ottocentesca, Mesmèr è attratto verso l’alto, percorre altri tronchi, l’Albero della Vita è infinito (logica cantoriana degli infiniti: le sigle dei tre Matrix). Quando la velocità è al parossismo, Mesmèr si ritrova di colpo immobilizzato in uno spazio statico, oscuro. Al suo cospetto, dodici ombre gigantesche, in circolo, al cui centro è un’ombra ancora più colossale. Le Ombre si qualificano come figli delle Parche: fanno vedere a Mesmèr il futuro prossimo, i secoli che attendono il pianeta e l’umanità — e sono immagini di disastro, la Grande Guerra, l’Olocausto, la bomba atomica, l’inquinamento mondiale, fino a un futuro in cui l’umanità, sotto la cappa di polluzione, si schianta per metà su un altro pianeta, tentando la salvezza con un trasbordo interplanetario, e per metà rimane ingabbiata sotto la superficie terrestre, ridotta a condizioni arcaiche e semianimali, fino a un cataclisma terminale, fino alla riduzione del pianeta a sfera morta. A questo punto, all’allibito Mesmèr, viene dato l’Ordine: lui è il prescelto per fermare il tempo e farlo deviare rispetto a questo futuro disastroso. Viene rivelato a Mesmèr che esistono, nel secolo in cui vive, dodici snodi, su cui intervenire per fare deviare il tempo. Saranno concesse a Mesmèr potenzialità psichiche mai prima esperite dagli umani: soltanto così egli potrà compiere viaggi ucronici, intervenendo sull’ordine dei destini e impedendo che, dal secolo successivo al suo, inizia a spalancarsi per l’umanità e il pianeta la fine. Il consiglio delle tredici ombre fornirà a Mesmèr gli obbiettivi. Saranno dodici imprese al di sopra di ogni difficoltà immaginabile, anche laddove a Mesmèr sembrerà semplice ed elementare intervenire: egli sarà supportato dalle Ombre soltanto limitatamente, poiché il destino dell’umanità è modificabile soltanto dagli uomini. Sogni e apparizioni comunicheranno a Mesmèr cosa fare, dove andare e come intervenire negli universi umani in cui farà ingresso. La Tredicesima Ombra avanza, compie gesti rituali, Mesmèr precipita verso il basso, nel buio, perde coscienza. Quando si sveglia, è al centro del cerchio delle dodici mummie nel sotterraneo della sua casa: è trascorso soltanto un minuto dall’inizio del viaggio occultistico.
E’ mattino presto. Bussano alla porta di Mesmèr. Confuso per l’esperienza allucinatoria che ha appena fatto, Mesmèr apre. Chi ha bussato è un giovane magrolino, occhialuto, con la bombetta, un’enorme valigia al fianco. Estremamente affettato, egli si qualifica: è lui la persona a cui Mesmèr ha chiesto una consulenza per lettera, a Parigi, anticipando l’ingente somma per l’incarico scientifico a cui si accennava. Uno stravolto Mesmèr si fa dare la missiva: lui non ha inviato nessuna lettera a nessuno, tantomeno a Parigi, ma la scrittura, la firma sul mandato di pagamento, perfino le parole — è tutto vergato di pugno da Mesmèr. Nella lettera si specifica che l’incarico scientifico a cui il giovane Hurs Von Balthazar — questo il nome del giovane — dovrà adempiere è di carattere riservato e si svolgerà in dodici fasi, per cui è urgente che il suddetto VB si presenti all’indirizzo elencato in calce, con il programma di stanziarvi per un lungo periodo: e l’indirizzo è quello di Mesmèr. Mesmèr intuisce che VB è stato inviato a lui dal consiglio delle Ombre: hanno evidentemente modificato la struttura temporale, intervenendo su qualche giorno addietro, in modo da fornire l’aiuto promesso a Mesmèr. Il giovane VB si è presentato con una sorta di veicolo a vapore che, coreograficamente, viene descritto come l’antro di un alchimista scienziato, in piena logica estetica e tecnologica ottocentesca.
A questo punto si pone il problema: cosa deve fare Mesmèr insieme al suo aiuto VB? Il problema verrà sciolto dallo stesso VB. VB racconta la sua storia: la fuga da Praga col Golem, scioltosi irrimediabilmente a Parigi, lasciandogli in eredità il bigliettino con l’aleph che dava la vita all’automa. A Parigi, nel suo studiolo, poverissimo, VB ha proseguito le sue ricerche di scienziato eccentrico, avendo sempre in vista uno scranno all’Accademia scientifica. Durante la rivoluzione francese, la polizia repubblicana ha fatto ingresso nel suo studio, essendo egli additato dai suoi vicini come sedizioso agente segreto: lo hanno pestato a sangue, recluso nella Bastiglia, gli hanno sottratto gran parte del materiale, tra cui una macchina per tagliare il brodo in parti eguali, che è stata immediatamente impiegata per tagliare teste umane. Von Balthazar è riuscito a fuggire dalla Bastiglia grazie a un meccanismo fatto di forchette, con cui ha forzato la griglia della finestra della cella. Si è nascosto nelle fogne parigine, dove ha incontrato una specie metà umana e metà topo, che lo ha iniziato a incredibili segreti della scienza fisica. Nelle catacombe di Parigi, VB ha dimorato per anni, prima di riemergere in superficie. Appena riemerso da un tombino, un postino ha bussato sulla sua bombetta e gli ha consegnato una lettera: era la missiva di Mesmèr. Nel suo periodo catacombale, VB ha condotto esperimenti stupefacenti. I suoi studi gli hanno permesso di realizzare alcune meraviglie scientifiche a tutt’oggi segrete: un macchinario che funziona a carbone e permette il teletrasporto, l’ombrello che si apre e diventa invisibile insieme a chi ci sta sotto, un origami che si autoriproduce secondo le forme e le solidità desiderate divenendo un palazzo o un battello o un’intero quartiere di città compresi gli abitanti-automi, il solidificatore di fluidi che funziona a manovella, l’eremita automatico, la bambola erotica in legno morbido che simula l’epidermide, l’oracolo meccanico da interrogarsi in lingua indù, il caffè solubile, il giroscopio ipnotizzatore collettivo per compiere indisturbati ladrocinii di ogni genere, le armate degli eserciti di formiche centrafricane meccanizzate, lo ionizzatore per vedere i pensieri degli altri in forma animata, gli occhiali in fulmicotone a radiazione sottile per osservare oltre i muri e i vestiti, la sostanza di magnesio e azoto per dimagrire o ingrassare a piacimento, un fonografo per parlare con gli animali e, infine, un progetto ancora da costruire: una complessa macchina a dischi e caschi magnetici per effettuare viaggi psicotemporali. Quest’ultimo progetto fornisce a Mesmèr la risposta: lui e VB devono realizzare il macchinario, per trovarsi pronti a viaggiare tra gli snodi temporali indicati dal consiglio delle Ombre.
Costruzione fantasmagorica del macchinario.
Von Balthazar messo a parte del segreto di Mesmèr, capisce che le 12 mummie nei sotterranei di Mesmèr forniscono il carburante magnetico per la sua macchina. Al centro delle 12 mummie viene costruito il macchinario.
Una notte: un volume della libreria di Mesmèr inizia a vibrare, vola per aria, è spiritato. Mesmèr e VB tentano una caccia del volume, come fosse un grosso insetto assatanato. Riescono ad afferrare il tomo vibrante che, però, si apre e si squaderna come il cubo di legno di Hellreiser, costruendo una rappresentazione di automi che agiscono in un universo parallelo: Mesmèr e VB vedono se stessi in forma di marionetta meccanizzata, in una piazza a portici. VB la riconosce: è Place des Vosges, in pieno centro parigino. Improvvisamente il volume si richiude, riassorbendo il suo mondo in miniatura: si tratta di un libro che discetta sull’aspetto futuro di Parigi, nel 1835.
E’ lì che Mesmèr e VB, senza indugi, decidono di dirigersi. Il macchinario per viaggi psicostorici viene rodato direttamente con la prima avventura.
Le dodici puntate
In modi similari, Mesmèr e VB avranno segnali a ogni puntata: conosceranno attraverso coincidenze e sincronicità le proprie destinazioni. Da specificare: il viaggio psichico si apre sempre con un intervento degli spiriti superni, che forniscono ai Nostri indicazioni e cornici spaziotemporali dell’universo da affrontare. Prima di entrare nell’universo psicostorico, oppure mentre ci sono già, mettiamo la Parigi di Hugo che sta scrivendo Nôtre-Dame, Mesmèr e Von Balthazar affrontano prove che vanno ricondotte miticamente alle dodici fatiche di Ercole. Per esempio: nella puntata hugoliana, che sarà la prima, i Nostri affronteranno il Leone di Nemea: che è Claude Frollo, il malvagio di Nôtre-Dame. Mesmèr e il suo aiutante entreranno nell’universo di sogno della storia, tentando di salvare la giovane Esmeralda e il bellissimo principe Quasimodo dalle grinfie di Claude Frollo, alchimista che di notte si trasforma in un leone vampiro volante ed è destinato, nelle intenzioni del giovane scrittore Victor Hugo, a essere nominato Re di Francia. Gli interventi di Mesmèr e Von Balthazar avverranno su due piani: sia nella realtà di Hugo, che conosceranno e ipnotizzeranno, aiutando peraltro madame Hugo partoriente a fare nascere la piccola Adèle Hugo; sia nel sottouniverso onirico della storia di Nôtre-Dame. Le modificazioni apportate dai nostri alla trama: Claude Frollo morirà cadendo dalla cattedrale – spinto da Mesmèr, fattosi invisibile grazie al miracoloso ombrello realizzato da VB -, ma il bellissimo principe Quasimodo si deturperà a inizio della storia e diventerà per i secoli a venire l’emblema dello storpio mostruoso, mentre Esmeralda non verrà salvata in tempo e spirerà impiccata. Quanto all’intervento nella realtà-Hugo: vedremo che Mesmèr, salvando la neonata che rischiava di morire durante il parto, permetterà che veda la luce il massimo tra i dispiaceri di Victor Hugo, la folle Adèle che morirà in isole esotiche lontanissime.
Ogni puntata, non soltanto quanto a trama, ma quanto specificamente a struttura, risulterà diversa dalle altre, mantenendo come elementi di continuità, fatti salvi i due protagonisti, le soluzioni tecnologiche stupefacenti di VB, il comportamento da uomo della provvidenza di Mesmèr, la cornice iniziale degli Spiriti Superni e l’impresa da affrontare. Anche il registro muterà di puntata in puntata: a volte scoppiettante, altre volte cupo, tendente a una versione pretecnologica del cyberpunk.
Ecco temi e ambientazioni delle dodici avventure di mesmèr e Von Balthasar:
1) Hugo e Notre Dame (Francia)
2) Washington e la fondazione dell’America (USA)
3) La Bohème/Moulin Rouge (Italia e Francia)
4) Il giro del mondo in 80 giorni (Inghilterra e India)
5) Conan Doyle e Sherlock Holmes (Inghilterra)
6) Houdini (Prussia, Inghilterra, America)
7) Rashomon e i samurai (Giappone e Cina)
8) Uncle Remus ovvero lo Zio Tom (Africa occidentalizzata)
9) Shackleton e l’Endurance (anticipato a fine Ottocento; il Polo)
10) Goya (Spagna e mondo latino)
11) Il 1° maggio (1886 — rivolta di Chicago; America e pianeta)
12) La fine del West (America televisiva)
L’epilogo
Dopo dodici avventure, in cui Mesmèr e VB portano a termine i compiti assegnatigli, c’è una tredicesima puntata, che costituisce l’epilogo e completa la macrotrama.
Mesmèr e Von Balthazar tentano il tredicesimo viaggio: un viaggio che non era stato ordinato dalle Ombre. Mentre partono nel sogno psicostorico, connessi cerebralmente ai caschi magnetici al centro del cerchio delle mummie, noi lettori osserviamo le mummie stesse che si animano mentre i nostri due protagonisti sono incoscienti.
Dentro l’allucinazione ipnotica del viaggio, Mesmèr e Von Balthazar si ritrovano nello scenario metafisico e apocalittico del prologo: incatenati all’Albero della Vita. Compiono un percorso alternativo: trapassano dieci inferni, incatenati a bordo di un missile cella binario, che ricorda un’invenzione à la Verne.
Al decimo inferno, Von Balthazar si disgrega in una miriade di microuniversi in forma di particella — e noi vediamo, fuori del sogno, le dodici mummie divorare il corpo incosciente di Von Balthasar, connesso alla macchina dei viaggi psicostorici.
Mesmèr subisce un’accelerazione ulteriore, mentre urla all’amico, ormai disperso in una polvere di particelle. All’improvviso, tutto si ferma. Mesmèr è in una nuova sala in cui sono riunite le dodici Ombre e la tredicesima. Che parla: osservando nel fitto buio che è il volto dell’Ombra, Mesmèr vede spalancarsi universi, costellazioni, specie aliene vaste come galassie, supernove animate che urlano di dolore. L’Ombra dice a Mesmèr che è giunta l’ora dell’ultima prova: gli interventi a cui Mesmèr era predestinato non erano dodici, ma tredici. Mesmèr chiede in quale universo deve ora entrare, quale snodo storico del suo secolo deve modificare. La risposta dell’Ombra è: “Il tuo snodo storico. devi impedirti di fare tutto quanto puoi fare”.
Scene allegoriche in cui, in allucinazione, Mesmèr viene catapultato in universi paralleli, in cui affronta se stesso: situazioni di kung fu tra due Mesmèr, lotta arcaica tra primati antropomorfi con le sembianze di Mesmèr, battaglie in cui Mesmèr è al tempo stesso Serse e Leonida, Arjuna e il Nemico, il Lupo e Cappuccetto Rosso, il Capitano di corvetta e il Pirata, Ali Babà e il Genio, etc. Il tutto mentre, fuori campo, la voce dell’Ombra racconta a Mesmèr che egli non riuscirà ad abbattere se stesso e questa sconfitta finale aprirà lo helter skelter umano, rendendo inutili le dodici fantastiche fatiche che egli ha portato a termine. L’Ombra dice che è Mesmèr è stato un utile idiota: “Noi siamo il Male, tu ci hai portato a compimento”. Ancora fuori campo, nel sotterraneo della magione di Mesmèr: accanto ai resti di Von Balthasar, le mummie divorano il corpo di Mesmèr, mentre vediamo la sua eterna lotta psichica contro se stesso: è il limbo in cui Mesmèr è imprigionato per l’eternità.
Stacco: magione di Mesmèr, 20 aprile 1889. Una famiglia felice ha preso possesso della villa di Mesmèr. Una donna sta partorendo: nasce un bambino paffutello: lo chiamano Adolf. Stacco: Adolf Hitler delira in un comizio: è sì Adolf Hitler, ma ha la faccia di Mesmèr.
Stacco: Bin Laden con la faccia di Mesmèr manda un messaggio su CNN che è visto da un Bush che ha le sembianze di Mesmèr.
Stacco: un capitano di vascello spaziale, con la faccia di Mesmèr, schianta la sua nave, carica di centinaia di migliaia di umani, su Giove.
Stacco: l’umanità ingabbiata, tornata a uno stadio arcaico, sotto la superficie della terra; sopra la superficie, una colossale nube tossica ha le sembianze di Mesmèr.
Stacco: il pianeta disabitato, scorci di canyon, rovine ormai trapassatissime della civiltà umana scomparsa ere addietro, cieli senza atmosfera, una notte ubiquitaria, il sole al lumicino, l’occhio si allontana, si vede un continente che ‘ricorda’ l’America del Nord, staccato da quella che fu l’America del Sud, si vede l’Europa collassata sull’Africa, si vedono pezzi di continenti, il pianeta che ruota, si vede che i continenti alla deriva compongono sul pianeta i tratti del volto di Mesmèr. L’opera è fallita.
Esempi di suggestione
Un esempio di suggestioni su cui lavorare in ogni puntata. Adotto il tema Houdini, mutuandone la biografia dal sito ufficiale del Cicap e sottolineo gli elementi che diverranno nodali da un punto di vista narrativo, mettendo in grassetto i protagonisti della puntata:
La divina Sarah Bernhardt chiese a Houdini se, usando la sua magia, avesse potuto farle ricrescere la gamba amputata. Il presidente Roosevelt si convinse che quell’uomo doveva avere straordinarie facoltà medianiche, visto come riusciva a leggergli il pensiero. Conan Doyle, il papà di Sherlock Holmes, concluse che poteva realizzare le sue leggendarie fughe perchè capace di smaterializzarsi. E Bernard Shaw amava ripetere che la fama di quel mago era paragonabile solo a quella di Gesu’ Cristo. Ma ancora oggi, in piena era tecnologica, il nome di Houdini rimane sinonimo di Magia e Mistero. Dagli stentati esordi tra i fenomeni da baraccone, fino alla consacrazione come star internazionale, ripercorrerne la vita significa raccontare una storia talmente avventurosa e strabiliante che nessuno sceneggiatore avrebbe potuto inventarsela. Era l’uomo che nessuna prigione poteva trattenere, l’unico in grado di sfidare le polizie di tutto il mondo e di evadere da ogni trappola. Persino dopo essere stato legato, ammanettato, chiuso in una cassa di legno inchiodata, incatenata e gettata in mare. Ma era anche l’uomo capace di smascherare medium truffaldini e spiritisti ciarlatani. Le sue evasioni, le sue sfide alla morte entusiasmarono milioni di persone. E quando veramente mori’ nel 1926 – il 31 ottobre, Halloween, la notte in cui secondo la tradizione celtica i morti tornano sulla terra – in molti presero a dire che se c’era un uomo che poteva fuggire dall’aldilà, quell’uomo poteva essere solo Harry Houdini.
… Houdini aveva perso la madre, cui era molto legato; anni dopo, quando si interessò allo spiritismo, si rivolse a diversi medium per cercare di mettersi in contatto con lei…. Egli era solito recarsi con un paio di giorni di anticipo nelle città in cui doveva tenere qualche spettacolo; indossando un travestimento faceva visita ai medium piùù famosi della città e chiedeva di contattare famigliari mai esistiti… Tra il 1920 e il 1926 Houdini si trasformò nel peggior nemico di medium e ciarlatani: partecipò a dozzine di sedute spiritiche, scrisse libri sui trucchi dei medium, diventò amico e poi nemico di Sir Arthur Conan Doyle, papà di Sherlock Holmes e acceso spiritista e condusse una famosa sperimentazione, poi trasformatasi in battaglia, con la medium Margery.