La redazione di Carmilla è da anni in prima linea nella lotta al revisionismo storico, da intendersi come quella corrente di pensiero che rivaluta le idee e la prassi dell’Italia fascista, attacca il valore della Resistenza e della lotta armata partigiana e tenta di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, combattenti per la libertà e brigate nere.
Purtroppo molta strada è stata fatta negli ultimi dieci anni, dall’ingresso nel governo di centro-destra del 1994 del Movimento Sociale Italiano (successore diretto dei repubblichini), al primo discorso del neo-Presidente della Camera Luciano Violante nel 1996 (che invitava a cercare di comprendere le ragioni dei “ragazzi di Salò”), agli atti e dichiarazioni sempre più pressanti degli ultimi anni, dove i crimini del nazi-fascismo vengono stemperati in un clima di esaltazione istituzionale delle forze armate, del patriottismo e della guerra di conquista. Al punto che è oggi in discussione al Senato un disegno di legge che riconoscerebbe la qualifica di militari belligeranti ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana.
Ospitiamo quindi con piacere una delle tante petizioni lanciate contro questo mostro giuridico, aderendo e invitando ad aderire alla battaglia contro tutti i vecchi e i nuovi fascismi. (PC)
PETIZIONE CONTRO IL RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA DI MILITARI BELLIGERANTI AI REPUBBLICHINI DI SALÒ(2 marzo 2005)
I parlamentari di Alleanza Nazionale hanno presentato un disegno di legge che andrà presto in discussione al Senato, con il quale coloro che prestarono servizio militare nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana di Salò, vengono riconosciuti come militari belligeranti e equiparati a quanti prestarono servizio nei diversi eserciti in conflitto durante la Seconda guerra mondiale.
L’ANPPIA
(Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) esprime tutta la sua sdegnata contrarietà a questo disegno di legge che
attribuisce di fatto la qualifica di Governo legittimo al governo fantoccio della Repubblica di Salò, creando quindi una sostanziale parificazione sul piano interno e internazionale tra il Governo legittimo del Regno d’Italia, presieduto dal maresciallo Badoglio, guidato dal Comitato di Liberazione Nazionale e sostenuto dagli angloamericani e quello illegittimo della Repubblica Sociale, privo di sovranità perché nato in territorio occupato dalle truppe naziste e ad esse subordinato;
mette sullo stesso piano i partigiani e le forze militari italiane che combatterono a fianco delle truppe Alleate per costruire un’Italia unita, democratica, libera e indipendente, e coloro che non solo non rinnegarono gli obiettivi politici e ideologici della dittatura fascista ma ritennero di poter condividere la visione hitleriana e razzista dell’Ordine nuovo nazista e combatterono spesso agli ordini dei comandi tedeschi, partecipando a stragi efferate di partigiani e di civili inermi.
L’ANPPIA
chiede a tutte le Italiane e gli Italiani di aderire alla nostra petizione e di sostenere la nostra battaglia contro questa legge pericolosa e sbagliata.
La Storia è fatta di vicende complesse e di dolorose storie individuali, ma la memoria di un Paese e di un Popolo non permette ambiguità e cedimenti.
L’unità e l’indipendenza dell’Italia, la Costituzione repubblicana e i valori che la animano sono il frutto dell’Antifascismo, della Resistenza umana, politica e culturale di coloro che soffrirono il carcere e il confino; del sacrificio di Gobetti, Matteotti, Amendola, Don Minzoni, dei fratelli Rosselli; di chi a Rodi e a Cefalonia combatté contro le truppe naziste, e non al loro fianco; di quanti nella guerra partigiana e di liberazione nazionale e nel rinato esercito italiano combatterono per 20 mesi contro l’occupante nazista e contro i suoi servi di Salò.
Di tutti coloro, in definitiva, che si schierarono contro e non con la Repubblica Sociale Italiana.
Se l’Italia dovesse smarrire questa memoria perderebbe il fondamento della sua coscienza civile e nazionale.
– Per queste ragioni la lotta contro questa legge non riguarda il passato, ma il presente e il futuro.
– Per queste ragioni i sottoscritti sono contrari a questa legge
Le firme raccolte possono essere inviate all’ANPPIA, Corsia Agonale 10, 00186 Roma o al numero di fax 0668803986 o tramite e-mail anppia@anppia.it
Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (ANPPIA)