Si definisce “lucido” un sogno durante il quale ci si rende conto di stare sognando. Il termine “lucido” è stato coniato da Frederik van Eeden all’inizio del ‘900, e sta ad indicare la lucidità mentale che caratterizza tale stato di coscienza. Aristotele è stato, a quanto sembra, il primo ad interessarsi dei sogni lucidi, nella nostra cultura occidentale. Egli sosteneva che il sognatore può accorgersi di stare sognando attraverso le sensazioni fisiche che prova. Nel 415 sant’Agostino discusse la possibilità di avere sogni lucidi e ne portò come testimonianza uno fatto da un certo medico di Cartagine. Ma la tradizione più antica e profonda sui sogni lucidi la troviamo in oriente, dove il sistema religioso-filosofico del Buddismo tibetano ha fatto di questi sogni un caposaldo della percezione della realtà, intesa come sogno. In Oriente la pratica del sogno lucido viene sperimentata per diventare coscienti dell’illusione dei propri contenuti onirici al fine di portare tale sensazione anche nello stato di veglia.
Essi infatti sostengono che la vita è un’illusione.
Nel tredicesimo secolo san Tommaso d’Aquino menzionò i sogni lucidi citando Aristotele e aggiunse che questi hanno luogo in special modo “verso la fine del periodo del sonno, negli uomini sobri e in quelli che sono dotati di grande immaginazione”.
Nel diciassettesimo secolo il filosofo Gassendi, poté sperimentare in prima persona i sogni lucidi dandone un interessante resoconto soprattutto del momento critico in cui ci si accorge di stare sognando.
Molto importante su lo studio fatto dal marchese d’Hervey de Saint-Denys che nel 1867 pubblicò il suo libro sui sogni lucidi, dove furono riportati vent’anni di ricerca ed esperimenti sui sogni coscienti fatti anche direttamente da lui. Friedrich Nietzsche nel diciannovesimo secolo sperimentò sogni lucidi, anche se ancora in quel secolo questo tipo di esperienze non era entrato nel campo della ricerca scientifica.
Nel ventesimo secolo si ha un aumento dei contributi nello studio dei sogni lucidi. Willen Frederik van Eden fu il primo a condurre una ricerca seria e sistematica sul sonno. Lo scrittore dell’occulto Oliver Fox denominò questo tipo di esperienza onirica “sogni di conoscenza”, perché in tale stato si ha la conoscenza di essere svegli durante il proprio sogno. Negli anni venti, Ram Narayana face compilare un questionario sull’argomento dei sogni ad individui sia occidentali che orientali. Si scoprì così che la conoscenza sui sogni lucidi era più diffusa negli individui orientali. Nel periodo tra le due guerre, comparvero su riviste scientifiche due articoli sull’argomento: il primo nel 1936 di A. E. Brown, il quale affermava di aver avuto circa cento esperienze; il secondo nel 1938 in Germania di Harold von Moers-Messmer.
Il primo testo di riferimento dei nostri giorni è apparso nel 1968 ad opera di Celia Green. Questo libro rappresenta una elaborazione attenta e sistematica delle conoscenze sviluppate dai precedenti autori che si sono occupati del fenomeno.
Negli ultimi venti anni l’argomento è divenuto sempre più presente all’attenzione sia scientifica che popolare. Le pubblicazioni scientifiche sono divenute numerose in seguito all’ingresso del sogno lucido all’interno del “laboratorio del sonno”. Negli anni settanta due ricercatori hanno fornito prove sperimentali del sogno lucido. Lavorando indipendentemente, Alan Worsley in Gran Bretagna e Stephen LaBerge in California, hanno imparato a sognare lucidamente. Mentre venivano monitorati elettrofisiologicamente in un “laboratorio del sonno”, segnalavano, attraverso i movimenti oculari, che stavano sognando consapevolmente. Per la prima volta nella storia qualcuno aveva mandato un segnale dal mondo dei sogni mentre stava ancora sognando. Da allora la ricerca sul sogno non è stata più la stessa. In particolare LaBerge, direttore del “laboratorio del sonno” più famoso del mondo (Lucidity Institute), è diventato famoso per i suoi esperimenti nell’ambito dei sogni lucidi e per l’invenzione di apparecchi elettronici per l’induzione degli stessi.
Il Dr. Stephen LaBerge e i suoi colleghi alla Stanford University hanno condotto utilizzando, come segnali volontari dei sognatori lucidi durante il sonno REM (Rapid Eyes Movements), i movimenti oculari. La maggior parte dei muscoli del corpo sono paralizzati nel sonno REM per impedirci di agire all’esterno del sogno. Invece, visto che gli occhi no sono paralizzati, se si cerca deliberatamente di muovere gli occhi onirici in un sogno, anche quelli reali si muoveranno di conseguenza. I soggetti di LaBerge dormirono nel laboratorio mentre venivano registrate le misure standard del sonno fisiologico (onde cerebrali, tono muscolare e movimenti oculari). Non appena diventavano lucidi in un sogno, dovevano muovere i loro occhi in larghi movimenti da una parte all’altra, da destra a sinistra, nel modo più ampio possibile. Questo ha lasciato segni inconfondibili sulla registrazione fisiologica dei movimenti oculari. Le analisi dei tracciati hanno mostrato che in ogni caso, i segni dei movimenti oculari avvenivano senza ombra di dubbio nel bel mezzo del sonno REM. LaBerge ha svolto vari esperimenti sui sogni lucidi usando il metodo dei segnali del movimenti oculari, dimostrando interessanti connessioni tra le azioni sognate e relative risposte fisiologiche. Alcuni sono descritti nei suoi libri (vedi sezione Recenzioni).
Grazie ai laboratori del sonno e a volontari estremamente portati a sperimentare sogni lucidi spontaneamente, si sono potuti scoprire vari aspetti che legano il corpo onirico, che si trova dentro il sogno, a quello reale che dorme sul letto. Da questi dati si può intuire che le esperienze vissute durante un sogno lucido, determinano effetti simili a quelli che le stesse esperienze producono durante la veglia.
Si è scoperto che la durata dei sogni lucidi è molto simile a quella reale. LaBerge ha chiesto a uno dei suoi volontari di contare fino a 10 nel sogno lucido, segnalando con i movimenti oculari (che sono rilevabili da uno strumento) quando iniziava a contare e quando terminava di farlo. L’intervallo medio rilevato nella realtà è stato di 13 secondi; si è arrivati così alla conclusione che il tempo nei sogni lucidi è molto simile, se non uguale, a quello della realtà.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che ad un’attività premeditata, nel sogno, corrisponde un movimento analogo dei muscoli reali impiegati nella medesima attività. Muovere nel sogno l’avambraccio in genere produce una minima contrazione su quello del proprio corpo fisico. La stessa cosa avviene per i movimenti oculari, che seguono quelli del corpo onirico. Se un sognatore lucido ruota i suoi occhi onirici sulla destra, i corrispondenti occhi fisici fanno lo stesso.
Respirazione: LaBerge ha dimostrato che la respirazione durante un sogno lucido influenza quella del corpo fisico mentre dorme. Se durante il sogno si trattiene il fiato, il corpo fisico entra in apnea. La stessa cosa succede se durante il sogno si varia l’intensità del respiro.
Il contare e cantare sono due attività gestite in maniera differente dal cervello, la prima dall’emisfero sinistro, la seconda da quello destro. Laberge ha dimostrato che durante un sogno lucido il contare o cantare attivano nel cervello le stesse zone che sono interessate nella realtà.
Solo un piccolo numero di persone riesce a sognare lucidamente volontariamente; la percentuale di sogni lucidi può essere maggiore in determinate culture o gruppi che praticano tradizioni spirituali come lo scamanesimo, il taoismo, il buddismo, lo yoga tibetano e discipline specifiche che hanno come scopo il raggiungimento della consapevolezza.
La spiegazione fisiologica del sonno e dei sogni sono state approfondite attraverso lo studio e l’interpretazione dell’ EEG (elettroencefalogramma), uno strumento che misura l’attività delle onde del cervello, o specificamente, l’attività degli impulsi elettrici neuronali. Altri apparecchi invece sono in grado di misurare il tono muscolare e il movimento oculare.
Alcuni sognatori possono entrare consapevolmente nella fase di sonno REM, di solito dopo un risveglio o un sonnellino diurno. Le ultime due ore di sonno contengono la più grande quantità di sonno REM, e sono di solito questi i sogni che noi possiamo più prontamente richiamare alla memoria dopo il risveglio.
Quindi, qual’è il significato biologico e la funzione evoluzionistica del sonno REM? Si sa che il ritmo delle onde Theta del cervello è associato al sonno REM. La porzione d’ippocampo della parte più interna del cervello è la fonte delle onde Theta e sembra essere generato in tutti i mammiferi durante le fasi cruciali dell’apprendimento. Un’altra osservazione interessante riguarda la quantità di tempo trascorso nel ciclo REM del sonno, nei neonati e nei bambini molto piccoli, suggerendo che l’attività del sogno è connessa all’apprendimento e all’immagazzinamento di informazioni. I sogni lucidi si verificano nella fase di sonno REM. Questo tipo di sogni sono caratterizzati da una più alta attività del Sistema Nervoso Centrale, rispetto al normale sonno REM. Normalmente nel sonno REM la facoltà critica del cervello è disattivata; più specificamente i neuroni aminergici sono ai loro livelli più bassi in questo tipo di sonno. I neurotrasmettitori, responsabili dell’attivazione dei neuroni aminergici sono in qualche modo inibiti, o più precisamente, messi da parte per il giorno successivo. Questi neurotrasmettitori sono associati all’attenzione critica e a scopi di apprendimento. La loro assenza, arresto o inibizione si trova in perfetto accordo con quello che accade nei sogni non lucidi: dove si accolgono ciecamente eventi bizzarri, strani ed inusuali. Normalmente, quando i neuroni aminergici sono inibiti durante la fase REM, anche il tono muscolare è inibito o paralizzato. Ma in qualche modo nei sogni lucidi, i neuroni aminergici durante la fase REM – e da qui la facoltà critica – sono attivi, mentre la paralisi muscolare permane. Il Dr LaBerge ha messo in evidenza che i sognatori lucidi sono in grado di agire riflessivamente, sentendosi liberi dagli obblighi delle abitudini. Visto sotto questa luce, il sogno lucido non sembra essere per niente una semplice anormalità, ma forse rappresenta una più alta funzione adattiva, il prodotto più avanzato di milioni di anni di evoluzione biologica.
[da sognilucidi.it]
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