di Giuseppe Genna
Che corresse buon sangue tra la famiglia Bush e il Reverendo Moon, quello che sferrò l’attacco al Vaticano attraverso l’imbolsimento nuziale di Milingo, era cosa nota da tempo [ne avevamo già scritto qui]. Tra loro corre sangue buono, il resto del sangue scorre altrove. Già Bush Padre era intervenuto a favore di Moon in delicate situazioni di carattere squisitamente geopolitico. Del resto, Moon aveva sonoramente ripagato simili favori, finanziando le tre campagne presidenziali Bush. Però la notizia più recente sul link tra il Presidente Ultracristiano e il Reverendo Coreano surclassa la surrealtà dell’incontro Berlusconi/Cossiga/Lecciso/Venier. Veniamo infatti a sapere che il Reverendo Moon, le cui nozze di massa aprono Mao II di Don DeLillo, ha sborsato la bellezza di mezzo miliardo di lire per la cerimonia di insediamento di George W Bush.
Ecco cosa scrive in merito Dagospia: “Si parla tanto dei costi stratosferici della cerimonia d’insediamento di Bush. Ma come abbiamo già scritto, sono alcuni facoltosi sostenitori del presidente a pagare privatamente per celebrare il loro campione, con un massimo di 250 mila dollari a donazione. Cifra che per esempio ha raggiunto il noto Reverendo Moon, il prete sudcoreano noto alle cronache per aver celebrato anni fa le nozze tra monsignor Milingo e Sung Ryae Sung, adepta del reverendo.
Moon controlla il Washington Television Center, studi televisivi dai quali vanno in onda anche i programmi dei canali vicini al religioso. Come spiega il sito CultNews.com, “I Bush hanno una lunga e fruttuosa relazione con il reverendo Moon e aspettatevi di vederlo tra le prime file alla cerimonia.” “E chissà — si chiede sempre il sito — Che il presidente tra qualche anno, poco prima di lasciare la Casa Bianca, non conceda al suo fedele sostenitore una grazia all’ultimo minuto per la sua condanna per frode fiscale…””.
Le influenze di Moon su Bush non sono di poco conto. Donald Rumsfeld alla Difesa, per esempio, è una scelta che il George Bush jr avrebbe mutuato dai saggi consigli del Reverendo Moon. Parrebbe incredibile, e invece è certo e provato.
Il magazine investigativo The Consortium, in un’indagine di qualche tempo fa, aveva evidenziato la mole e la continuità dei contributi che il Reverendo Moon avrebbe versato nelle tasche di papà e figlio Bush. Di mezzo ci sarebbe la Corea del Nord e il suo programma di sviluppo nucleare, a cui il Reverendo Moon avrebbe fornito contributi che furono monitorati, negli anni scorsi, dalla Defensive Intelligence Agency americana e dalla DIA. Figura, tra gli atti messi a disposizione dalla DIA, persino un “regalo di compleanno” del Rev. Moon al leader coreano Kim Jong II: l’entità del presente era di tre milioni di dollari. Al momento in cui la notizia divenne di dominio pubblico, alcuni legali vicini ai democratici chiesero l’espulsione del Reverendo dagli Stati Uniti.
Nel ’90, Moon contribuì sostanziosamente all’elezione di George Bush Sr, nonostante questi abbia opposto un netto rifiuto alla richiesta di rivelare le somme versategli dal capo degli Unionisti, benché sia ormai assodato che i versamenti vennero effettuati su conti negli States, in Asia e in Sudamerica: tutti riconducibili a papà Bush. Il quale, in Argentina nel novembre ’96, non ci pensò un attimo a elogiare in un pubblico discorso. Disse l’ex presidente Usa: “Voglio salutare e omaggiare il Reverendo Moon, un uomo capace di una grande visione”. Nello stesso anno, in America e con una mossa non furbissima, Moon dichiarava che gli States erano “la puttana di Satana”. Nel frattempo, gli investimenti tra Usa e Nord Corea attribuibili al Reverendo ammonterebbero, secondo la fonte DIA, a tre miliardi di dollari. E nei confronti del regime comunista coreano farebbe comodo a Moon un trattamento dolce da parte della nuova Amministrazione americana, guidata da George Bush Jr, di cui ancora non si conosce l’entità dei contributi che lo stesso Moon avrebbe gli versato in qualità di oculatissimo future.
E non ci si può limitare soltanto a questi favori. Uno decisivo per la rielezione di Bush jr, e quindi più decisivo del contributo alla cerimonia di insediamento, è la tutela che Moon avrebbe fornito ai detrattori di Kerry. Uno scambio ulteriore di ulteriori favori: Carlton Sherwood, il produttore del celeberrimo attacco video sul passato militare di Kerry intitolato Stolen Honor: Wounds That Never Heal, aveva infatti pubblicato nel 1980 un libro in difesa del Reverendo Moon, che secondo lui veniva perseguitato dalla Giustizia Usa: si intitola Inquisition: The Prosecution and Persecution of the Reverend Sun Myung Moon ed è ancora disponibile su Amazon.