di Vittorio Curtoni da La Libertà del 19 febbraio 2005
Agosto 2008. Una giornata torrida in un qualunque paese della pianura padana. Dopo la vittoria della sinistra alle elezioni del 2006. Siamo nell’ufficio del sindaco. Entra il segretario politico di zona.
“Buongiorno, compagno segretario politico.”
“Buongiorno, compagno sindaco. Come procedono le cose?”
“Ottimamente, compagno segretario. La gente è in miseria, terrorizzata, e muore che è una bellezza!”
“Perfetto, compagno sindaco. Sempre restare all’altezza dei grandi obiettivi rivoluzionari del nostro governo. A prigionieri come stiamo?”
“Splendide notizie, compagno segretario. Abbiamo appena catturato tre forzitalioti, un ex democristiano della corrente andreottiana e un ex socialista craxiano. Esemplari rari. Li abbiamo già messi al lavoro. Si stanno costruendo la baracca d’amianto dove potranno cuocere e marcire in santa pace. Prima però vorremmo torturarli un po’. È importante tenere alto il morale dei compagni militari dell’Armata Rossa.”
“Facciamo domani l’altro, compagno sindaco. C’è un certo affollamento nelle camere di tortura. Abbiamo messo i distributori di talloncini col numero per i torturandi, ma si creano file lo stesso. È che molti non vogliono parlare subito… E coi bambini come andiamo?”
“Al momento ne abbiamo ventisette nel gulag infantile Karl Marx, compagno segretario. Magrolini magrolini. Sai com’è, qui si muore di fame. Come in tutta Italia, grazie al nostro grande governo rivoluzionario.”
“All’ingrasso, all’ingrasso, compagno sindaco. Non lesinate leccornie e dolciumi. Come diceva il compagno Mao Tse-tung, l’unico bambino buono da mettere allo spiedo è quello grasso! Mai scordare le gloriose verità delle rivoluzioni del passato.”
“Sarà fatto, compagno segretario. Piuttosto, siamo rimasti a corto di Nazionali senza filtro. Non siamo più in grado di seguire le direttive di partito. Dalle cinque ore quotidiane di fumo attivo e passivo per i nemici del popolo ci siamo dovuti ridurre a tre. Puoi provvedere?”
“Sarà mia spedita cura, compagno sindaco. Nel peggiore dei casi posso farti arrivare tre camion di Dunhill sequestrate ieri l’altro a un porco di tabaccaio filo-americano. Sono meno nocive delle Nazionali e un po’ troppo gustose, ma la rivoluzione si fa con le sigarette che hai a disposizione, come diceva il compagno Lenin.”
“Grazie, compagno segretario. Ah, ho qui per te l’invito per lo spettacolo ricreativo di domani sera sulla pubblica piazza. Crocefiggeremo tre chierichetti, un prete e la sua perpetua. Divertimento garantito per le masse rivoluzionarie. Ci sarà anche una distribuzione gratuita di castagnaccio avanzato dall’altro inverno, ovviamente solo per i compagni di provata fede.”
“Splendida idea, compagno sindaco. La rivoluzione è fatta anche di spettacolo, di morti ammazzati e crocefissi, come diceva il compagno Stalin. Verrò e porterò la mia compagna moglie.”
“Sarà un onore, compagno segretario. Se vuoi, ti organizzo un incontro privato coi compagni della rivoluzione alcolica permanente. Sono simpatici, quegli sbevazzoni di trotzkisti. Hanno sempre la lingua un po’ impastata per via dell’alcol, ma coltivano idee interessanti. La libera repubblica utopica di Valpollicella non mi sembra niente male.”
“Alla faccia del fegato tardofascista! Ci vediamo domani sera, compagno sindaco. Hasta siempre la victoria, come diceva il compagno Che Guevara.”
“Hasta siempre, compagno segretario politico!”
Per gentile concessione dell’Editoriale La Libertà SpA, che si ringrazia.