Discorso di MALALAI JOYA in occasione della consegna del premio internazionale
“La donna dell’anno 2004”. Dicembre 2004.
Da ECN
Cari amici,
prima di tutto, ringrazio Il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta e la giuria per il premio “La donna dell’anno 2004”. Sono onorata di ricevere questo riconoscimento da parte delle sofferenti donne afghane. Il premio che mi date ha un grande valore morale per me. Appartiene a tutte le donne afghane che combattono per i loro diritti fondamentali sotto regimi oppressivi. Consegnando a me questo premio, voi sostenete l’antifondamentalismo e i movimenti di donne per la democrazia. Per questo sono qua, per trasmettere la gratitudine sentita e profonda di tutte le donne afghane a voi, e attraverso voi a tutte le persone in Italia che con il loro sostegno e la loro simpatia ci danno forza e determinazione nel combattere l’ingiustizia in Afghanistan. Sono tanto commossa dalla vostra dimostrazione di fraterna solidarietà che non riesco a esprimere i miei sentimenti con le parole.
Cari Amici,
come voi tutti sapete, l’Afghanistan è stato terreno di battaglia per le potenze mondiali negli ultimi 25 anni. Il popolo afghano ha patito e specialmente le donne sono state le prime vittime di tutti questi anni di sangue. Dal 1992 al 1996 siamo state calpestate, insultate e discriminate dalle bande di fondamentalisti dell’Alleanza del Nord e poi dal 1996 al 2001 dai talebani.
Dopo la tragedia dell’11 settembre, l’amministrazione Bush ha bombardato l’Afghanistan per rappresaglia contro i talebani che avevano protetto Osama bin Laden e Al Qaeda. Il governo statunitense usò l’oppressione delle donne afghane come fattore che legittimava l’attacco per rovesciare il regime talebano.
Ora forse vi aspettate che io elenchi i progressi nella condizione delle donne afghane raggiunti negli ultimi 3 anni. Purtroppo non ci sono stati cambiamenti sostanziali nella situazione delle donne afghane. Quando un’intera nazione vive all’ombra delle armi e del potere dei signori della guerra, come possono le sue donne usufruire delle libertà fondamentali? Certo, alcune restrizioni imposte dai talebani alle donne sono state tolte; ma le nostre donne avevano più diritti e libertà trent’anni fa, quando godevano dei successi delle loro lotte.
Nonostante la propaganda di certi media occidentali, le donne afghane non sono state per nulla “liberate”. Basti dire che ogni mese si suicidano decine di donne afghane, incapaci di reggere le pressioni di una società dominata dal potere maschile.
La mia stessa vicenda parla da sé, rivelando la vera realtà della cosiddetta “democrazia” e “liberazione” dell’Afghanistan. Da quando ho detto la verità contro i signori della guerra presenti alla Loya Jirga, la mia vita è cambiata completamente. A causa delle minacce di morte contro di me, sono costretta a prendere continue precauzioni. Tutti i signori della guerra dell’Alleanza del Nord mi odiano profondamente, perché io li ho denunciati in un luogo in cui nessuno avrebbe mai osato dire nulla contro di loro, e in un luogo in cui erano presenti quasi tutti i capi. Mi hanno minacciata, mi hanno insultata, hanno tentato di mettermi a tacere chiamandomi “prostituta”, “infedele” e “comunista”, e hanno provato a forzarmi a chiedere scusa. Ma io ero pronta a morire piuttosto di ritrattare le mie parole.
In Afghanistan ci sono due tipi di terroristi e due tipi di lotta contro il terrorismo.
Il primo tipo è costituito dai terroristi che sono contro gli Stati Uniti e quindi contro le truppe che sono in Afghanistan per combatterli. I terroristi di questo tipo sono i talebani e gli uomini di Gulbuddin Hekmatjar.
Il secondo tipo è quello dei terroristi dell’Alleanza del Nord, che sono amici del governo USA, ma terrorizzano la gente innocente. Come ha detto il presidente Karzai in una recente intervista, sono loro oggi la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza in Afghanistan. Ma per il governo USA, l’Alleanza del Nord non è fatta di terroristi, poiché i loro atti di terrorismo non sono contro gli interessi statunitensi. Perciò gli americani hanno stretto loro le mani e li hanno posti in posizioni chiave nel governo provvisorio. Per i politici americani, la parola “terrorismo” ha un significato diverso da quello che il mondo intero intende.
Questa è la ragione principale per cui il popolo afghano guarda con sospetto la “guerra al terrore” condotta dagli USA e pensa che il governo statunitense stia ripetendo lo stesso imperdonabile errore che fece negli anni Ottanta, quando armò e sostenne [contro l’invasore sovietico, ndr] i più disgustosi criminali e nemici dell’umanità, dai quali emerse poi Osama bin Laden e i talebani e derivò la tragedia dell’11 settembre, il più orribile atto di terrorismo nella storia degli USA.
Portando al potere i signori della guerra dell’Alleanza del Nord, gli USA hanno rimpiazzato un regime reazionario e fondamentalista – quello dei talebani – con un altro uguale; mentre migliaia di innocenti sono rimasti uccisi dai bombardamenti americani e ancora oggi molti civili cadono vittime di incidenti nelle azioni delle truppe americane. Per gettare fumo degli occhi della comunità mondiale, i terroristi amici degli USA si sono vestiti con giacche e cravatte e hanno imparato a parlare di democrazia, di diritti delle donne ecc. Ma la loro mentalità non è cambiata: non sono diversi, dal punto di vista ideologico, dai talebani e da Al Qaeda. Sono uomini che hanno vissuto con le armi in mano; il terrorismo è stato il loro unico interesse e il loro stile di vita per più di 20 anni. Riabilitare questi criminali e imporre questi assassini al governo del paese dovrebbe apparire come un fatto intollerabile ad ogni vero sostenitore dei diritti umani e dei diritti delle donne, in tutto il mondo.
Un altro colpo alla comunità mondiale è che l’Afghanistan, sotto l’occupazione americana, è tornato ancora una volta ad essere il più grande produttore di oppio al mondo. I potenti signori della guerra gestiscono questo sporco commercio proprio sotto il naso delle truppe americane.
La situazione della sicurezza per le persone è critica. È molto più pericoloso per uno straniero venire in Afghanistan oggi che due anni fa. L’Afghanistan è come una bomba a orologeria: è altamente probabile che da un momento all’altro scoppi la guerra civile.
Il presidente Karzai, che non ha un esercito organizzato, non ha la possibilità di controllare i potenti signori della guerra, che hanno armi e milioni di dollari ricevuti dai sostenitori stranieri e ricavati dal commercio della droga.
Cari amici,
la situazione dell’Afghanistan e la condizione della sue sfortunate donne non potrà mai migliorare, se non quando i signori della guerra saranno disarmati e i terroristi sia amici degli USA, sia anti-USA saranno rimossi dalla scena politica del paese. E di questo si deve fare carico il popolo afghano.
Nelle recenti elezioni presidenziali, il nostro popolo ha dimostrato di odiare il fondamentalismo e di volere la pace e la democrazia. I signori della guerra non hanno raccolto molti voti, nonostante avessero usato il loro potere e i loro soldi per forzare i risultati elettorali. Nella scelta tra il male e il peggio, gli afghani hanno preferito il male e hanno votato Karzai, nella speranza che possa fare meglio in futuro per assicurare pace e stabilità al paese.
Io penso che nessuna nazione può dare la libertà a un’altra nazione. La libertà deve essere raggiunta dal popolo e solo il popolo può lottare per la propria liberazione. Ciò che sta accadendo in Afghanistan e in Iraq conferma quanto ho appena detto. Io credo fortemente che l’Afghanistan non sarà liberato dal marcio del terrorismo e del fondamentalismo se non quando il nostro popolo avrà versato il proprio sangue per la pace, la libertà, la democrazia e i diritti delle donne. Ma certamente l’aiuto e il sostegno degli altri paesi può essere un fattore importante nella nostra lotta.
La “lotta al terrorismo” statunitense non avrà mai successo, perché nasconde secondi obiettivi. Questa guerra non ha portato finora nulla di positivo alla gente dell’Afghanistan e dell’Iraq, ma solo la morte di decine di migliaia di innocenti in entrambi i paesi. Sapere che cosa sta avvenendo in Iraq ferisce il cuore di ogni vero amante della libertà. È una vergogna per l’umanità all’alba del ventunesimo secolo che 100.000 civili indifesi siano stati uccisi in Iraq durante questi due anni di guerra e che nessuno abbia il potere di fermare questo crimine.
Nel dicembre del 2003, attraverso la mia voce, le donne sofferenti di una nazione oppressa hanno cantato una canzone di libertà a lungo dimenticata. La verità finalmente detta ha scatenato indignazione nei freddi cuori dei fondamentalisti, abituati a donne silenti sotto la degradante cappa dei loro burqa. Ma io non starò mai più zitta all’ombra dell’intimidazione.
Io sono solo un simbolo della lotta della mia gente e una serva della causa. E se sarò uccisa per ciò in cui credo, allora fate che il mio sangue sia un faro per l’emancipazione e le mie parole un paradigma rivoluzionario per le generazioni a venire, che continueranno nel cammino lasciato da Malalai di Maiwand, da Meena, da Maheed, da Wajiha e da altre grandi donne della nostra storia, che hanno sacrificato la loro vita per ciò in cui credevano.
Grazie
Malalai Joya
rappresentante della provincia di Farah alla Loya Jirga, direttrice di OPAWC (Organization for Promotion of Afghan Women Capabilities) nell’Afghanistan occidentale, direttrice del Hamoon Health Center
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