… e invece sono stato alla Scala. Mi sono intrufolato in qualità di sciuscià, e con la lingua patinata di nero (ho la gastrite) mi sono permesso di lucidare le scarpe a un’intera galleria di orrori, di cui qui riporto le testimonianze fotografiche, con apposite didascalie. La galleria è lunga, ma fatevi un giro, è meglio del diorama nei Togni vagolanti in periferia… [gg]
Ciò che importa, qui, è il personaggio di spalle, Roman Polansky. I due avventori sono rimasti fuori dalla Scala, non erano invitati, erano lì per il set della nuova pellicola di Polansky, intitolata MANSON NON MI E’ BASTATO.
Michael Jackson, a cui le autorità hanno ispezionato la villa l’altroieri in cerca di cadaveri di bambini e che ha fatto il settantaduesimo intervento di plastica facciale sbiancante ieri, è giunto alla Scala in perfetto orario, ma non sappiamo chi dei due qua sopra sia.
Il ministro della Giustizia Perben, mentre guarda attonito i sigilli, ha accanto a sé Cesare Battisti dopo l’operazione con cui è diventato donna (Battisti, è noto, è fuggito a Casablanca all’uopo e quando è tornato era una scrittrice affermata di Harmony).
Veronica Lario e Silvio Berlusconi non sono voluti mancare, nemmeno io ma comunque ho avuto un mancamento.
C’era anche Renato Guttuso, vestito dal maestro Arman, con Oscar Mammì mummificato intorno alle dita (il look è a cura di Tommaso Labranca).
Ammesso che quella a sinistra sia la madre di Margherita Boniver, il che non è, quello a destra chi cavolo è?
Emilio Fede, passando, ha visto le luci del restauro dell’architetto svizzero Botta, ha pensato che fosse un casinò, ha tentato di entrare e ci è riuscito, recitando a memoria un mantra ipnotico che si è poi rivelato essere il testo del meteo dell’altroieri.
La mossettina della manina fa pensare che si tratti di una coppia “strana”, ma non è così.
Quest’uomo si è presentato facendo i complimenti per il restauro al sindaco Pillitteri e all’architetto Panseca, poi si è lasciato andare a strane considerazioni sul possibile crollo del Muro di Berlino. Infine ha rivelato di essere Philip Dick in preda a ucronia. E’ stato trasportato via di forza, mentre urlava che doveva ancora pagare il conto a un certo Raphael.
Gran finale con Vanessa del Rio, Max Headroom molto invecchiato e Nilla Pizzi che riteneva di dovere salire sul palco a cantare, salvo poi dire che le saliere non compongono musica e andarsene indignata.
Il prossimo volo per Kiev è alle sette e trenta di domattina, da Malpensa. Addio.