La Corte di cassazione condanna il Vlaams Blok
di Alberto D’Argenzio
BRUXELLES – Il Vlaams Blok, Vb, il partito dell’estrema destra indipendentista fiamminga, è stato giudicato per quello che è: una formazione xenofoba e razzista. La sentenza è arrivata il 9 novembre dalla Corte di cassazione di Bruxelles che ha confermato la condanna emessa il 21 aprile scorso dalla Corte d’appello di Gand contro tre associazioni direttamente legate al Vb. Il giudizio di merito contro il Blok arriva così in maniera indiretta ma colpisce al cuore questo partito nato in punta di piedi nel 1978, cresciuto con vigore negli anni 90 e divenuto oggi la prima formazione politica delle Fiandre, la regione più ricca e popolata del Belgio. Il Blok ha creato il proprio proponendo nel giugno del 1992 un “Programma in 70 punti” che puntava all’espulsione di tutti gli immigrati fino alla terza generazione, all’apartheid scolastica e alla creazione di un sistema di welfare diviso.
La sentenza non coglie però impreparato il vertice del partito, ed è stata anticipata sabato scorso da un cambio di strategia (di facciata) e verrà seguita questo fine settimana da una probabilissima mutazione di nome: non più Vlaams Blok ma probabilmente Vlaams Belang, Interesse fiammingo. La sentenza potrebbe così avere l’effetto negativo di accelerare il processo di sdoganamento del partito, in modo da rompere il “cordone sanitario” lanciato il 19 novembre 1992 da tutti gli altri partiti fiamminghi (liberali, socialisti, democristiani e verdi) per evitare qualsiasi alleanza politica con il Vb. Già i liberali di Anversa, capitale delle Fiandre in cui il Blok raccoglie oltre un terzo dei suffragi, hanno lasciato intendere di voler governare con la destra razzista.
La Corte di cassazione di Bruxelles doveva valutare se l’attività di pubblicità, propaganda e affiliazione delle tre associazioni vicine al Vlaams Blok infrange la legge del 30 luglio 1981 che mira a reprimere gli atti ispirati al razzismo e alla xenofobia, oltre all’appartenenza a un gruppo che incita alla discriminazione razziale. Questa era la conclusione a cui era arrivata in aprile la Corte d’appello di Gand che allora condannava ognuna delle tre associazioni a 12.394,67 euro di multa. Inoltre i giudici di Gand, dopo aver analizzato la propaganda del partito, affermavano che era innegabile che il Vlaams Blok costituisce un gruppo che professa la discriminazione in maniera sistematica. I legali del Blok facevano ricorso puntando sulla difesa della libertà di espressione e di associazione riconosciuta dalla Costituzione belga, ma la massima istanza giuridica belga ha dato loro torto. La battaglia legale contro il Vb inizia nel 1994, ma senza successo. La svolta arriva nel 2001 quando la sezione fiamminga della Lega dei diritti dell’uomo e il Centro per l’uguaglianza e la lotta contro il razzismo approfittano di una legge del 1999 che permette l’incriminazione delle persone morali (il Blok non ha personalità giuridica).
[da il Manifesto]