di Giuseppe Genna
L’Aspen Institute è una cosa seria. Ogni élite è una cosa seria. L’Italia è un paese anomalo. Quindi ogni élite in Italia è una cosa anomala. In particolare, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’accelerazione dell’anomalia. Mediobanca di Enrico Cuccia: quella non era una cosa anomala, ma seria. La Fiat degli Agnelli, anche. Nel senso che uno, quando ha un nemico ideologico, ce l’ha perché il nemico si fa portatore di un’ideologia. Cosa succede quando, invece, il nemico non è portatore di alcunché? Quando si presenta a un convegno sulle “Donne del Mediterraneo” e, di fronte a ospiti colti e illustri, inizia il discorso in francese con una barzelletta, lasciando attonito l’auditorio? Oppure arriva l’ultimo giorno del convegno e, pur avendo un incarico agli Esteri, la prima parola che dice è “Minchia!” e bisogna mettergli a disposizione un servizio di traduzione, mai previsto per un invitato Aspen?
Ammettiamolo, tempi duri per l’élite.
Diamogli una mano. Iscriviamoci in massa all’Aspen Insititute Italia. Ah, no, non possiamo. Perché? Perché dobbiamo soddisfare certi requisiti. Io, per esempio, non li soddisfo.
Io potrei aspirare, per esempio, a diventare un Junior Fellow dell’Aspen. Un Junior Fellow dell’Aspen si definisce così: “Gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti ‘Aspen per la Nuova Leadership’ nel 1999 e nel 2001, a cui si sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004”. Ok, io sono un giovane ad alto potenziale, sono un ragazzo nonostante vada per i quaranta ma sono ad alto potenziale, basta che lo chiediate a tutti nella mia zona. Inizio a godere: diventerò un Junior Fellow!
Ora arrivano i guai.
Per diventare Junior Fellow, l’Istituto Aspen richiede che siano soddisfatti certi requisiti. Vediamoli insieme:
– Segnalazione da parte di un membro dell’Aspen: Ok, vediamo se riesco a spuntare una raccomandazione. Il presidente dell’Aspen Italia è Giulio Tremonti, e a lui non arrivo. Però il vicepresidente è John Elkann, e nemmeno a lui arrivo. Presidenti onorari sono Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio: zero al quoto. Tesoriere è Lucio Stanca, il ministro per l’innovazione tecnologica del governo Berlusconi: lasciamo stare. Ehi, c’è anche Enrico Letta della Margherita: non lo conosco. Però, di colpo, scopro che nella rivista dell’Istituto Aspen, Aspenia, ha scritto un articolo Christian Rocca: ecco, questo lo conosco, è un blogger, Luca Sofri l’ha fatto diventare un collaboratore del Foglio! Se Christian Rocca è un membro Aspen, ho una chance. Perfetto, passiamo al requisito successivo.
– Il candidato ha un’età compresa tra i 25 e 35 anni: Ne ho 34, requisito soddisfatto.
– Deve avere raggiunto importanti risultati nel proprio campo oppure essere considerato un giovane ad alto potenziale: Ci siamo, io pubblico addirittura in America, ho raggiunto importanti risultati nel mio campo. Un dubbio riguarda se, a 34 anni, sono ancora un giovane ad alto potenziale.
– Deve avere ottenuto una laurea e conoscere bene l’inglese: Qui cado, perché non sono laureato. Però parlo un ottimo inglese! Sicuramente migliore di quello del sottosegretario agli Esteri!
– Deve sostenere l’integrazione e lo sviluppo di una leadership europea qualificata, impegnata e responsabile: Cosa significa? Integrazione in cosa? Come faccio a sostenerla? Lo sviluppo della leadership verso cosa? E dove, a Bruxelles? Io? Vado all’Europarlamento e mi metto a sostenere l’integrazione e lo sviluppo della leadership? Impegnata in cosa? Responsabile verso chi, se è una leadership?
Basta, mi è già passata la voglia di diventare Junior Fellow dell’Aspen. Forse è meglio fare il socio sostenitore. E’ più facile e non bisogna sostenere l’integrazione e lo sviluppo di una leadership europea qualificata, impegnata e responsabile. Magari si deve promuovere la compartimentazione di una classe dirigente che operi in maniera qualitativa nei rapporti: è già più semplice. Comunque, se divento socio sostenitore dell’Aspen, sono in una fantastica compagnia. Ecco chi sono i soci sostenitori dell’Aspen Italia (la lista è lunga, ma vale la pena di leggersela:
ABB SpA
Accenture SpA
Acea SpA
Aeroporti di Roma SpA
Alcatel Italia SpA
Alitalia SpA
API SpA
Assicurazioni Generali SpA
AstraZeneca SpA
A.T. Kearney SpA
A.T.M. SpA
Atos Origin
Autostrade SpA
Banca Antonveneta
Banca di Roma
Banca Intesa SpA
Banca Nazionale del Lavoro SpA
Bluefin Srl
BNP Paribas
Booz-Allen & Hamilton Inc.
BP Italia SpA
British American Tobacco
Cassa di Risparmio di Firenze
Celestica Italia
Cisco Systems Italy
Citigroup
Coeclerici SpA
Confcommercio
Confindustria
Cuneo e Associati Srl
Datalogic SpA
e.Biscom
Edison SpA
EDS Italia SpA
EMC Computer Systems Italia
ENEL SpA
ENI SpA
ERG SpA
Ernst & Young Financial Business Advisors SpA
Etnoteam SpA
FAID Federdistribuzione
Falck SpA
Farmindustria
Ferrero International
Ferrovie dello Stato SpA
Ferrovie Nord Milano SpA
FIAT SpA
Finarvedi SpA
Fincantieri SpA
Finmeccanica SpA
FIN.PART SpA
Fondazione Italiana Accenture
Fondazione Pfizer
Francesco Micheli Associati
Geox SpA
GlaxoSmithKline SpA
Gruppo BPU Banca
Gruppo Marcegaglia Srl
H3G SpA
IBM Italia SpA
Impregilo SpA
ING Direct Italy SpA
Italtel SpA
Kedrion SpA
KPMG Business Advisory Service SpA
Lexmark International srl
Lloyd Adriatico SpA
Lutech SpA
Manpower SpA
McDonalds Development Italy, Inc.
Mediaset SpA
Mediocredito Centrale
Meliorbanca SpA
Microsoft Italia
Morgan Stanley
Netsystem SpA
Nortel Networks SpA
Philip Morris Corporate Services Inc.
Pirelli SpA
Poste Italiane SpA
RAI
RAS SpA
RCS MediaGroup SpA
Rolls-Royce International Limited
San Paolo IMI SpA
Saras SpA – Raffinerie Sarde
SEA SpA
Siemens SpA
Siemens Informatica SpA
Sigma-Tau SpA
Società dell’Acqua Pia Antica Marcia pA
Sol SpA
Studio Legale Bonelli Erede Pappalardo
Sun Microsystems Italia
Sviluppo Italia SpA
T-Systems Italia SpA
Techint SpA
Tecnimont SpA
Telecom Italia SpA
Todini Costruzioni Generali SpA
Vodafone Omnitel SpA
Zoppas Industries.
Cazzo!, manco solo io! C’è la Rai con Mediaset! C’è Telecom con Vodafone! C’è anche l’Alitalia, che non ha i soldi per sopravvivere ma sostiene l’Aspen Institute! C’è la Microsoft e il suo concorrente principale, la Sun! C’è McDonald’s, chissà che panini si fanno alle riunioni! La Pfizer e la Glaxo, i due concorrenti dell’impero dei farmaci! C’è l’ATM, la mia azienda dei tram, che non aumenta gli stipendi ai lavoratori da anni e quelli bloccano tutta Milano! La Ferrero, quella dei Rocher, il maggiordomo Ambrogio, è anche lui dell’Aspen! L’Enel, l’Acea, tutti concorrenti, praticamente l’elettricità in Italia è membro Aspen! Se avete difficoltà a diventare Junior Fellow, fatevi raccomandare dall’interruttore del bagno, lui è un membro Aspen!
Ma io sono solo uno scrittore. Non posso diventare un membro sostenitore Aspen, ho meno soldi della Parmalat. A proposito di Parmalat e Aspen, leggetevi questa agenzia stampa:
ROMA (Reuters) – Il caso Parmalat, con tutti gli annessi e connessi politici, ha causato un bel trambusto fra le forze politiche, infliggendo un duro colpo a ciò che restava del giovane bipolarismo italiano.
In Forza Italia, Berlusconi si è riavvicinato al partito fazista romano guidato da Gianni Letta (Aspen) e che ha forti addentellati anche in Lombardia e nel Nord-Ovest con Luigi Grillo. Lo schieramento opposto si raccoglie attorno ai (pochi) fedelissimi di Tremonti (Aspen), ad iniziare dal sottosegretario Maria Teresa Armosino. A questi si aggiunge il repubblicano Giorgio La Malfa (Aspen), antifazista storico.
Nelle opposizioni in questi mesi l’Ulivo si è spaccato: sono soprattutto i due partiti maggiori a frantumarsi sul caso Parmalat. Nei Ds le estreme sono rappresentate dall’ex ministro del Tesoro, Vincenzo Visco, oggi difensore di Bankitalia nonostante le non poche tensioni con il governatore nella passata legislatura e Lanfranco Turci (anti). In mezzo la stragrande maggioranza: i mediatori guidati dall’emiliano Pierluigi Bersani e gli aspeniani capeggiati da Giuliano Amato. Nella Margherita, il partito fazista è guidato da Roberto Pinza e Natale D’Amico; sul fronte opposto l’aspeniano Antonio Maccanico ed il leader dell’Arel Enrico Letta (Aspen).
Nella vicenda Parmalat si parla spesso di aspeniani [ma va’ là…]. Il termine deriva da una riunione tenuta all’Aspen Institute di Roma il 12 gennaio scorso, organizzata dal neo presidente dell’istituto, il ministro Tremonti. La riunione non ha prodotto nulla di conclusivo. E’ consistita in un “giro di tavolo” degli intervenuti sul tema della riforma delle autorità di garanzia sul risparmio, tema sul quale sono state registrate numerose e significative convergenze. Le convergenze registrate, anche se non formalizzate, e la presenza alla riunione di esponenti sia del centrodestra sia del centrosinistra, ha fatto parlare di “metodo Aspen”. Alla riunione, fra gli altri, erano presenti i seguenti politici: Giulio Tremonti, Giuliano Amato, Piero Fassino, Enrico Letta, Antonio Maccanico, Bruno Tabacci, Gianluigi Magri, Giorgio La Malfa, Stefano Saglia.
Niente da fare, io non c’ero a quella riunione. Come dicevo, io sono solo un semplice scrittore. Sarà il caso che faccia quello: scrivere. L’Aspen Institute mi dà la possibilità. Esiste, come detto, una rivista dell’Aspen, che si chiama Aspenia. Vediamo chi e cosa ci scrive nell’ultimo numero.
Allora: si comincia con Lucia Annunziata, per proseguire con un’intervista a Giuliano Amato. Poi c’è Massimo Teodori, ex radicale ed estensore di una memorabile relazione di minoranza sulla P2, ai bei tempi andati. C’è Riotta e anche Scognamiglio, quello che vinse la battaglia all’ultimo voto per la presidenza del Senato contro Spadolini, durante il primo governo Berlusconi. C’è Federico Rampini, esperto di conservatori e militari. C’è Carlo Jean, geopolitologo e militare che adesso si occupa delle scorie in tutta Italia. C’è Gianni Baget Bozzo. Antonio Polito del Riformista, che parla delle illusioni della sinistra a proposito di Kerry, ma non come ne abbiamo parlato noi. Ehi, c’è anche Gianni De Michelis! E ha ragione a voler esserci: l’Aspen Italia l’ha fondato lui.
No, non ci scrivo, sopra Aspenia. Mi piace di più scrivere su Carmilla, che tra l’altro vende più copie di Aspenia.
Sic transit gloria immundi. Vi saluto, vado a verificare se il mio alto potenziale è ancora alto o è calato di un pochino.