[E’ apparso oggi, sul prestigioso quotidiano inglese The Guardian, un articolo sul caso Battisti, che qui traduciamo. Si ringrazia per la segnalazione Jacopo De Michelis]
Ex-terrorista scrittore rischia l’estradizione dalla Francia
di Jon Henley, inviato a Parigi
da The Guardian, 17 febbraio 2004
Un ex terrorista italiano, divenuto un autore noir di successo, è stato arrestato e affronta ora una domanda di estradizione dalla Francia, nonostante una storica promessa da parte delle autorità francesi di concedere asilo politico agli ex militanti delle Brigate Rosse. Avvenuto la scorsa settimana, l’arresto di Cesare Battisti, che viveva pacificamente e alla luce del sole a Parigi, ha scatenato un uragano di proteste.
“La Francia ha offerto protezione giuridica a questi uomini e queste donne”, ha dichiarato ieri il portavoce del Partito Socialista, Julien Dray. “Non rispettare una simile promessa sarebbe indegno delle tradizioni della Francia e un insulto alla nostra storia”.
Chi si oppone alla decisione del governo sottolinea che esso ha distrutto in questo modo l’impegno preso nel 1985 dall’ultimo presidente della Repubblica uscito dalle file socialiste, François Mitterrand, per cui i membri delle cellule eversive di estrema sinistra, i cui attentati e omicidi incendiarono l’Italia negli anni Settanta, avrebbero potuto restare liberi in Francia, a patto che rinunciassero alle violenze del passato, che non entrassero in clandestinità e abbandonassero l’attività politica.
Tra i 15 e i 20 ex estremisti accettarono l’offerta, che seguiva all’inquietudine francese circa l’amministrazione della giustizia in Italia. Spesso le sentenze, nei tribunali italiani, venivano decise su testimonianze di informatori, che le barattavano in cambio l’immunità e la protezione da parte dello Stato.
“Questo accadeva 30 anni fa”, ha dichiarato ieri Mariette Arnaud, compagna di Cesare Battisti. “Cesare aveva 17 anni quando aderì all’eversione. Ciò che fu allora è ora parte del passato. Se viviamo in uno Stato governato dalla legge e dal principio di giustizia, non possiamo rispedirlo adesso in Italia”.
Cesare Battisti, 49 anni, due figli di 18 e 9 anni, è stato arrestato lo scorso martedì dai nuclei antiterroristi della polizia francese.
Era stato arrestato in Italia nel 1978, ma era riuscito a fuggire nell’80, rifugiandosi in Messico. Un tribunale italiano emise contro di lui una sentenza di ergastolo, mentre lui era assente in contumacia, per quattro omicidi, che Battisti ha sempre negato di avere commesso, e una sessantina di rapine.
Appena arrivato in Francia, nel 1990, fu arrestato, ma un tribunale parigino ne rifiutò l’estradizione, a partire anzitutto dal fatto che veniva accusato di due omicidi accaduti a Milano e Venezia lo stesso giorno e la stessa ora.
Il suo avvocato, Irene Terrel, ha dichiarato: “La corte d’appello francese ha rigettato la richiesta di estradizione nel 1991, il che determina che la protezione giuridica della Francia nei confronti di Battisti è definitiva e assoluta e deve essere rispettata dal governo”.
All’indomani delle elezioni del 2002, il ministro della Giustizia, Dominique Perben, promise “un nuovo approccio” alla questione dei rifugiati e degli ex appartenenti alle Brigate Rosse, insinuando che le estradizioni sarebbero state possibili.