[dal quotidiano francese L’Humanité, 13.2.04]
Cesare Battisti è stato arrestato a casa sua, martedì, da agenti della Dat, la Divisione nazionale Antiterrorismo, e trattenuto in carcere sotto richiesta di estradizione. Nessuna procedura accusatoria è stata ingaggiata contro di lui da parte della giustizia francese. E’ grazie alla richiesta del governo Berlusconi che lo scrittore è stato arrestato, in virtù di una domanda di estradizione che la giustizia francese aveva già rifiutato nel 1990. Nessun nuovo elemento è stato prodotto dalle autorità italiane. Cesare Battisti, negli anni Settanta, era uno dei responsabili del PAC (Proletari Armati per il Comunismo), un’organizzazione di estrema sinistra che propugnava la violenza politica. E’ stato condannato all’ergastolo, mentre era latitante, sulla base di dichiarazioni di pentiti, che le negoziariono con la polizia. Un processo manifestamente truccato, che lo accusò, per fare solo un esempio, di avere commesso due omicidi, lo stesso giorno alla stessa ora, a Venezia e a Milano. Una condanna ottenuta in base a leggi eccezionali, che aggravavano la pena in funzione del contesto politico, in un paese dove non vengono riprocessati i contumaci. In pratica, fatti di trent’anni fa, che sarebbero caduti in prescrizione o amnistiati, e che Battisti ha negato sempre di avere commesso. Nel 2002, egli ha riconosciuto comunque l’errore politico dei PAC, senza abiurare comunque agli ideali della sua giovinezza. Nel 1985, François Mitterrand dichiarò che la Francia non avrebbe mai estradato coloro che risultava non fossero personalmente responsabili di crimini contro la vita e che avessero dichiarato l’abbandono definitivo della violenza a ogni livello. Era, per l’appunto, il caso di Battisti, come di paolo Persichetti, professore alla Paris VIII, estradato nell’agosto 2002. Il ministro della Giustizia, Dominique Perben, desideroso di confermare l’immagine di un governo francese dal polso fermo e giustizialista – anche avventurandosi nei territori dell’estrema destra -, oltre che di compiacere a Berlusconi, nostante sia patente la violazione dei diritti, torna su un affare su cui già è stata emessa in Francia una sentenza, e fa crollare una volta ancora, insieme alla tradizione dell’asilo politico che la Francia ha sempre concesso, i principi fondamentali del diritto. Una richiesta di sospensione del provvedimento cautelare è stata presentata dagli avvocati di Battisti, insieme a una domanda di scarcerazione. Intanto, si sta organizzando la solidarietà.