da L’Unità
ROMA – L’arresto di Rita Algranati e Maurizio Falessi, fantasmi della storia italiana che ritornano: il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro e i misteri che ancora circondano quei cinquantacinque giorni che fecero tremare l’Italia. Ferdinando Imposimato da magistrato ha indagato sulle Brigate Rosse e sul sequestro dello statista Dc. Ha pochi dubbi: «Sono arresti importanti, sopratutto quello della Algranati che si sbaglia a giudicare un personaggio di serie B. Se parlerà, ma ho i miei dubbi, molte zone d’ombra del sequestro Moro potranno essere finalmente illuminate».
Dottor Imposimato, lei parla di arresti importanti, ci aiuti a capire. Chi è Rita Algranati, la compagna «Marzia» arrestata l’altra notte al Cairo?
«La Algranati e Alessio Casimirri sono stati due dei protagonisti di importanti azioni delle Br, dalla preparazione del sequestro Moro alla strage di via Nicosia, solo per citare alcuni episodi. Quando dico che non bisogna considerare la Algranati un personaggio di serie B, voglio dire che ci troviamo di fronte ad una persona molto scaltra. Le faccio un esempio: fino al processo Moro-ter noi non siamo mai riusciti ad identificarli, ne conoscevamo i nomi di battaglia, ma le vere identità no».
Di quali misteri, tra i tanti che ancora ci sono attorno alla nascita e all’evoluzione delle Br, Rita Algranati, alias compagna Marzia, potrebbe parlare?
«Di uno, tanto per iniziare: il covo di Firenze, la famosa base dove durante il sequestro Moro si sono riuniti i componenti del comitato esecutivo per decidere la linea politica da tenere. Questa base esiste sicuramente, ne hanno parlato diversi brigatisti, ma non è stata mai scoperta. Sarebbe interessante sapere da chi era frequentata, anche per capire il ruolo del musicista Igor Markevitch, il cosiddetto “anfitrione” delle Br. Un altro mistero fa riferimento alla base del Ghetto di Roma, dove fu portato un membro del comitato regionale delle Br che si chiamava Elfino Mortati. Durante il sequestro venne ospitato in questa base. Cominciò a collaborare e noi lo portammo in giro per il ghetto alla ricerca del covo, ma lui non fu in grado di indicarcelo perché lo avevano portato incappucciato».
Perché è importante questa base del Ghetto?
«Perché potrebbe essere stato il luogo in cui Moro è stato detenuto poco prima di essere ucciso e portato in via Caetani. Quando il presidente della Dc è arrivato nella stradina a pochi passi tra via delle Botteghe Oscure (sede del Pci) e Piazza del Gesù (sede della Dc), era quasi dissanguato, quindi specialisti ed investigatori hanno tratto la conclusione che fosse stato portato vivo alla base del Ghetto, ucciso e portato in via Caetani».
Con questi arresti è possibili stilare l’elenco definito del commando che partecipò al sequestro di Moro e all’uccisione della sua scorta, o ci sono altri uomini dal volto coperto?
«Noi sentimmo il professor Alessandro Marini che parlò dell’uomo sulla Honda che scappò subito dopo l’azione sparando addirittura e infrangendo il vetro della moto di Marini: questo personaggio misterioso non è stato mai identificato. C’è poi il famoso colonnello Guglielmi che passò da quelle parti. Misteri…».
Che la Algranati potrebbe chiarire?
«Certo, potrebbe dirci se l’uomo sulla Honda era un brigatista oppure apparteneva a qualche altra entità. Ma io credo che i due arrestati non abbiano alcuna voglia di fare rivelazioni. Ne sono sicuro: si chiuderanno in se stessi, la Algranati, ad esempio, al momento dell’arresto non ha voluto rivendicare neppure l’appartenenza alla Br e questo mi colpisce. Lei potrebbe chiarire chi l’ha aiutata, nei primi momenti della latitanza, a raggiungere il Nicaragua. Si parla di servizi segreti, alcuni dicono che sarebbe passata dalla Francia dove c’era questa struttura dell’Hyperion. Il Br Galati mi disse che questa struttura era una sorta di stanza di compensazione dove agivano servizi di paesi antagonisti: Usa e Urss, Cia e Kgb insieme».
La Algranati è una latitante di lungo corso, almeno 23 anni. Come è stato possibile?
«Una latitanza così lunga ha bisogno di protezioni eccellenti, di servizi segreti che si muovono e ti coprono, l’unica cosa che escludo è che le vecchie Br avessero rapporti col terrorismo islamico. Con gruppi della resistenza palestinese in quegli anni sì».
Algranati ci porta a Casimirri, un imprendibile che da anni vive alla luce del sole a Managua…
«Casimirri è una sorta di intoccabile. Gode di grandi protezioni ed è un uomo che conserva importanti segreti delle Br e del sequestro Moro».