di Umberto Eco
Il congresso teologico svoltosi in questi mesi a Smullendorf ha riconsiderato alcuni dei problemi religiosi fondamentali alla luce delle nuove tendenze della politica e della cultura.
Ha iniziato il prof. Stumpf dell’università di Tubinga sul tema: Berlusconi, l’etica protestante e lo spirito del capitalismo. Il tema propagandistico di Berlusconi è tipicamente protestante, ha detto: la benevolenza di Dio si verifica attraverso il successo economico, e pertanto chi ha avuto maggior successo economico è l’unto del Signore. La variazione eretica è che il pensiero religioso di Berlusconi accentua oltre misura il premio ai buoni su questa terra anziché nell’Aldilà (autostrade, flessibilità nelle assunzioni, un milione di posti di lavoro, possibilità a ogni cittadino di vedere il Grande Fratello), dato che non ha mai precisato se queste promesse saranno realizzate immediatamente o in un’era a venire.
Il prof. Pennypeepy dell’Università di Notre Dame ha parlato del trionfo del principio di analogia nella metafisica berlusconiana, ovvero del sillogismo svirgolato. Il principio analogico fondamentale del Berlusconi sarebbe il seguente: “siccome è evidente che mi sono arricchito quando non potevo fare proprio tutto quel che volevo, a maggior ragione quando sarò al potere arricchirò tutti voi”. Il prof. Pennypeepy osservava che la premessa avrebbe dovuto logicamente portare alla conclusione “quindi quando potrò fare quello che voglio mi arricchirò ancora di più”, ma ammetteva che la conclusione usata da Berlusconi aveva certamente più appeal per quelli che ricchi non sono. Osservava però che il sillogismo svirgolato di Berlusconi evocava un ragionamento del tipo “se seguirete sempre Taricone al Grande Fratello diventerete come lui, pettorali compresi”, ciò che non corrisponde alle regole della logica. Osservava pure che sullo stesso principio di analogia si poteva costruire anche il seguente ragionamento (certamente errato): “io ho avuto successo pur essendo molto piccolo, se votate per me diventerete piccoli come me”.
Più violento è stato l’intervento di padre Rogofredo da Montecuccolo O.S.P:R., sul tema Berlusconi e il problema del male. Il dottissimo teologo si chiedeva come potesse essere conciliabile l’esistenza di Berlusconi con l’esistenza di Dio. Poiché Berlusconi ha fondato il suo impero finanziario su operazioni non sempre ineccepibili, seduce il popolo raccontando bugie, o almeno facendo promesse contraddittorie che si autoeliminano (diminuire le tasse e aumentare le pensioni), e nel contempo viene premiato con la ricchezza e col successo delle sue idee politiche, ciò dimostra che il Male viene premiato. Perché Dio permette Berlusconi? Se lo permettesse perché non può evitarlo, allora Dio sarebbe meno potente di Berlusconi (soluzione che Berlusconi non ha mai escluso); se lo permette per mostrare che alla fine il Male verrà sconfitto, allora Dio dovrebbe votare per Rutelli (il che è escluso dal cardinal Ruini); se Dio permette Berlusconi per mettere alla prova la libertà di scelta degli elettori, per potere poi premiare in un’altra vita chi non avesse votato per lui, allora Dio, per premiare in paradiso Pecoraro Scanio, Boselli e Ombretta Carulli Fumagalli condannerebbe la maggior parte degli italiani all’infelicità su questa terra. Essendo ciò inconciliabile con la bontà divina, allora o non esiste Berlusconi o non esiste Dio. Ma Berlusconi esiste. Ergo Deus non est.
Si deve aggiungere che, accusato di ateismo, il padre Rogofredo, malgrado si affannasse a dimostrare che aveva fatto un ragionamento per assurdo a fini di satira, proprio per questa ragione veniva immediatamente giudicato dal Sant’Uffizio, consegnato al braccio secolare e condannato a passare le proprie sere in discoteca con Ignazio La Russa, intrattenendo con lui rapporti sessuali.
Più moderata la posizione di padre Cock S.J. il quale si chiedeva come l’idea dell’armonia del cosmo potesse essere conciliata con l’esistenza dell’onorevole Previti. L’argomento di padre Cock era che anche i mostri hanno un ruolo nell’armonia del cosmo perché, con la loro mostruosità, fanno maggiormente risaltare gli aspetti positivi della creazione. A padre Cock si opponeva il dr. Weltanschauung M.D., Ph.D, A.M.O.R.C., il quale persuasivamente sosteneva che in un cosmo in cui esiste l’onorevole Previti nessuna cosa buona e bella potrebbe risaltare, in virtù del principio “non faremo prigionieri, nunquam captivi”. Non giungendo alla conclusione che l’esistenza dell’onorevole Previti dimostrasse l’inesistenza di Dio, il dr. Weltanschauung ammetteva tuttavia che essa contraddicesse alla esistenza di un Cosmo ordinato. L’esistenza dell’onorevole Previti era pertanto la dimostrazione del principio gnostico per il quale il cosmo non è stato costruito da Dio bensì da un Demiurgo maldestro.
Nella seconda sessione si era discusso se si possa riparare al peccato originale senza la Redenzione. Tipico era stato il caso dell’onorevole Fini che aveva cercato di riparare il peccato originale del proprio partito senza passare per l’Ultima Cena e per il Golgota, bensì attraverso il congresso di Fiuggi. La conclusione era stata che attraverso la Redenzione il fedele diventa capace di assumere il sangue di Cristo mentre con l’acqua Fiuggi può al massimo espellere i calcoli renali. Pertanto alcuni teologi consigliavano all’onorevole Fini di divorare almeno la carne di Buttiglione, ma è emerso che si trattava di teologi legati a filo doppio all’onorevole Casini che li aveva istigati affinché fosse eliminato il suo fratello/nemico.
Molto seguita la relazione di Dom Perignon O.S.B., sulla quaestio quodlibetalis discussa da San Tommaso d’Aquino “utrum possit homo Arcoreus agasonem mafiosum assumere,” se cioè Berlusconi potesse assumere un cavallaro legato alla mafia. La risposta dell’Aquinate era stata che si poteva, purché il cavallaro non consegnasse i cavalli in albergo, perché in tal caso nomen equi supergreditur modum litteralem, e cioè il termine “cavallo” significa qualcosa di diverso. Stabilito sulla base del trattato di Robert Fludd Dell’utriusque cosmi historia che nella fattispecie per cavallo si intendeva un cavallo, il problema non esisteva e non era da considerarsi immorale neppure il caso in cui Berlusconi comperasse cavalli da Totò Rijna. Qualcuno aveva sollevato la domanda se fosse più lecito baciare Rijna, juliano more, o comperargli cavalli, ma la questione era stata liquidata da don Baget Bozzo come persecutoria e ispirata al complotto delle toghe rosse, anche perché nessun inquisitore aveva potuto dimostrare che Berlusconi, pur rifiutando di comperare il cavallo, lo avesse baciato.
In un seminario marginale è stata discussa anche la liceità di un manifesto elettorale col volto di Berlusconi sullo sfondo della bandiera di Forza Italia, con un occhiello che recitava “per una Italia più cristiana” e un testo centrale: “Un presidente divorziato”. Della questione è stata investita la Conferenza Episcopale Italiana che, per non inquinare il dibattito elettorale, si è riservata di rispondere a elezioni avvenute.
[da golem]