Riportiamo il testo di un appello contro la “guerra preventiva” e per il ritiro dei soldati italiani impegnati nell’occupazione coloniale dell’Iraq. Il testo integrale si trova sul sito del Forum contro la guerra. Le adesioni possono essere spedite via e-mail a questo indirizzo:adesioni@forumcontrolaguerra.org.
Il primo incontro nazionale degli aderenti all’appello si terrà a Milano domenica 11 gennaio, dalle 11 alle 16, nel salone dell’ANPI (via Pietro Mascagni 6 – Metro S. Babila – linea rssa).
1) La “guerra preventiva” condotta dagli Stati Uniti contro l’Iraq (e ripetutamente minacciata contro altri Paesi), ha dimostrato con evidenza crescente di avere alle spalle interessi economici, geopolitici e strategici che contrappongono la superpotenza americana e i suoi più stretti alleati al resto del mondo, a gran parte dell’opinione pubblica e a molte potenze fino a ieri “partner” nella NATO.
Il tentativo di riscrivere con la guerra la mappa del Medio Oriente, la geografia del petrolio e l’insieme delle relazioni internazionali, è un ricatto inaccettabile.
2) La società civile, nella quasi totalità dei Paesi del mondo, ha detto chiaramente no alla logica della guerra preventiva e permanente. Lo ha fatto, anche nel nostro Paese, riempiendo le piazze, rispondendo no alla guerra – senza se e senza ma – in tutti i sondaggi, corredando intere città con le bandiere della pace, con la decisiva partecipazione dei lavoratori a questa lotta : condizione imprescindibile per accrescerne la forza e qualificarne i contenuti.
3) La concessione dell’uso delle basi militari USA e NATO, dei corridoi di sorvolo, della rete di trasporto per le forze armate statunitensi, è stata giustamente contestata sui binari, nei porti, davanti alle basi militari e in Parlamento.
Se oltre l’80% degli italiani si è opposto alla guerra, questo governo e questo parlamento non avevano e non hanno la legittimità morale e politica per rendere l’Italia complice di aggressioni militari contro altri Paesi.
La Costituzione (art.11), che va difesa con intransigenza, “ripudia” sempre e comunque il ricorso alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Altrettanto recita la Carta delle Nazioni Unite e lo stesso principio dovrà ispirare qualsiasi ipotesi di Costituzione europea.
4) Nascondersi dietro il rispetto degli impegni internazionali dell’Italia non è credibile per nessun governo e nessuna maggioranza parlamentare. E’ l’intera struttura degli automatismi, dei vincoli e dei condizionamenti alla nostra sovranità connessi all’adesione alla NATO che va rivista radicalmente. Non é più accettabile che un paese venga coinvolto in una guerra sulla base di trattati siglati cinquanta anni fa e mai verificati democraticamente.
Lo smantellamento delle basi militari che ospitano armi nucleari, bombe, aviogetti statunitensi, deve costituire un obiettivo prioritario della “politica” ed un significativo passaggio di qualità dell’ampio e unitario movimento che si oppone alla guerra in Italia, in Europa, nel mondo.
5) In una realtà internazionale in cui, dal Medio Oriente all’Asia, dall’Africa all’America Latina, guerre e tensioni sono tornate a dominare, si delinea il rischio di una nuova e devastante corsa agli armamenti, foriera a sua volta di un perverso mercato delle armi.
Le spese militari americane sono superiori di tre volte rispetto a quelle di tutti i paesi dell’Unione europea messi insieme. Sarebbe tragico se, per riequilibrare questa differenza ed affermare la propria autonomia, l’Ue inseguisse gli Stati Uniti sulla strada del riarmo e dell’aumento delle spese militari.
Una nuova corsa agli armamenti non è la strada giusta per la prospettiva di un mondo multipolare, non più dominato dalla supremazia della superpotenza statunitense. Tale prospettiva va perseguita con una linea di disarmo progressivo e bilanciato, di riequilibrio al ribasso, che tuteli la sicurezza di ognuno e punti a un Trattato internazionale per la effettiva messa al bando di tutte le armi di sterminio, a partire da quelle nucleari.
Questo può e deve diventare un obiettivo primario e permanente del movimento mondiale per la pace, nella convergenza di popoli, governi e confessioni religiose che comprendono la quasi totalità del genere umano.
6) Dire con forza no alla guerra, “senza se e senza ma”, significa non solo tenere l’Italia fuori dalla guerra e le basi militari USA e NATO fuori dall’Italia — a cominciare dal ritiro dei militari italiani coinvolti in operazioni belliche . Significa anche creare le condizioni per una trasformazione democratica e sociale che, mettendo al bando la guerra, cominci anche ad indicare una alternativa di società tesa ad impedire che l’umanità sia nuovamente vittima delle guerre e della competizione globale tra le maggiori potenze capitaliste.
A tal fine crediamo utile la costruzione di un Forum permanente che, nell’ambito del più generale movimento unitario contro la guerra – e nella solidarietà coi popoli minacciati dalla crescente aggressività della politica statunitense – contribuisca al confronto e all’iniziativa su queste problematiche.
Primi firmatari
Piergiovanni ALLEVA (docente universitario, consulta giuridica Cgil); Antonio AMOROSO (coordinatore nazionale Cub-Trasporti); Michele ANELLI (gruppo musicale Groovers); Pietro ANTONINI (Rdb Trasporti); Marino BADIALE (matematico, comitato scienziate/i contro la guerra); Angelo BARACCA (docente universitario, comitato scienziate/i contro la guerra); Stefano BENNI (scrittore); Vincenzo BRANDI (ricercatore ENEA); Desi BRUNO (coordinamento nazionale giurusti democratici); Mauro BULGARELLI (deputato al Parlamento); Pino CACUCCI (scrittore); Nino CALOGERO (segretario generale Camera del Lavoro di Gioia Tauro); Luciano CANFORA (docente universitario); Armando CASAROLI (gruppo musicale Mirafiori Kids); Antonio CATALFAMO (scrittore); Andrea CATONE (presidente Associazione Most za Beograd); Mariella CAU (coordinatrice comitato sardo “Gettiamo le basi”); padre Angelo CAVAGNA (presidente GAVCI) ; Gianmario CAZZANIGA (docente universitario); Paolo CENTO (deputato al Parlamento); Stefano CHIARINI (giornalista del Manifesto); Nicola CIPOLLA (presidente CEPES Palermo); Roberto COCEVARI (presidente Ass. Italia-Vietnam Milano); Luigi CORTESI (direttore di “Giano”); Alessandro CURZI (direttore di “Liberazione”); Michele D’APUZZO (coordinatore nazionale Sulta); Ferruccio DANINI (direttivo nazionale Cgil); Raffaele DE GRADA (critico d’arte); Vezio DE LUCIA (urbanista); Claudio DEL BELLO (docente universitario, direttore edizioni Odradek); Tommaso DI FRANCESCO (caposervizi esteri de “Il Manifesto”); Manlio DINUCCI (giornalista); Valerio EVANGELISTI (scrittore); Paolo FARA (gruppo musicale Mirafiori Kids); Massimiliano FERRARO (gruppo musicale Groovers); Franco FERRETTI (segretario generale Camera del Lavoro di Reggio Emilia); Roberto FORESTI (presidente Ass. Italia-Cuba); Fabio FRATI (coordinatore nazionale Sulta); don Andrea GALLO (sacerdote); Mario GEYMONAT (docente universitario); Enrico GIARMOLEO (RSU Fiom-Cgil Officine Meccaniche calabresi); Roberto GIUDICI (responsabile esteri Fiom Milano); Alfiero GRANDI (deputato, direttivo nazionale Ds); Dino GRECO (segretario generale Camera del Lavoro di Brescia); Fulvio GRIMALDI (giornalista); Margherita HACK (scienziata – astronoma); Raniero LA VALLE (giornalista); Maurizio LANDINI (segretario generale Fiom di Bologna); Giancarlo LANNUTTI (giornalista); Pierpaolo LEONARDI (coordinatore nazionale Cub); Domenico LOSURDO (docente universitario); Carlo LUCARELLI (scrittore); Riccardo LUCCIO (docente universitario); Edoardo MAGNONE (chimico, comitato scienziate/i contro la guerra); Lucio MANISCO (europarlamentare); Franco MARENCO (fisico); Emilio MARTINES (ricercatore CNR); Federico MARTINO (docente universitario); Andrea MARTOCCHIA (astrofisico); Giorgio MELE (sinistra Ds); Marco MEZZETTI (gruppo musicale Ratoblanco); Fabio MINAZZI (docente universitario); Adalberto MINUCCI (direttore responsabile di “Avvenimenti”); Guido MORA (segretario generale Fiom di Reggio Emilia); Evasio MURARO (gruppo musicale Groovers); Carlo MUSCETTA (critico letterario); Gianguido NALDI (segretario generale Fiom di Emilia Romagna); Giorgio NEBBIA (docente universitario); Nerio NESI (vice-presidente Associazione “Socrate”); Raffaele NOGARO (vescovo di Caserta); Diego NOVELLI (direttore editoriale di “Avvenimenti”); Gianni PAGLIARINI (segretario nazionale Fp- Cgil); Emidia PAPI (coordinamento nazionale Rdb); Vittorio PAROLA (direzione Ds- Socialismo 2000); Giovanni PESCE (medaglia d’oro Resistenza); Luciano PETTINARI (direttivo nazionale Ds, Socialismo 2000); Giuseppe PRESTIPINO (docente universitario); Domenico PROVENZANO (coordinatore nazionale Rdb Pubblico Impiego); Francesca PUTINI (coordinatrice nazionale Cub-Trasporti); Massimo RAFFAELI (critico letterario); Giorgio RIBOLDI (coordinamento nazionale Slai-Cobas); Alessandra RICCIO (co-direttrice di “LatinoAmerica”); Gianni RINALDINI (segretario generale Fiom); Rossano ROSSI (segretario Cgil-Toscana); Mauro SALIZZONI (medico chirurgo); Cesare SALVI (senatore, Socialismo 2000); Edoardo SANGUINETTI (poeta); Enzo SANTARELLI (storico); Giuseppina SANTORELLI (coordinatrice nazionale Cub-Trasporti); Gianni SAPPA (gruppo musicale Mirafiori Kids); Maurizio SCARPA (segretario nazionale Filcams-Cgil); Flaviano SCIARPA (gruppo musicale Mirafiori Kids); Sandro e Marino SEVERINI (gruppo musicale Gang); Vincenzo SINISCALCHI (coordinatore nazionale Sulta); Andrea SPADONI (coordinatore nazionale Cub-Trasporti); Laura SPEZIA (segretaria generale Fiom Piemonte); Osvaldo SQUASSINA (segretario generale Fiom Brescia); Giancarlo STRAINI (segretario nazionale Filcea-Cgil); Pino TAGLIAZUCCHI (direttore “Notizie internazionali” Fiom); Sergio TANZARELLA (docente universitario); Stefano TASSINARI (scrittore); Piergiorgio TIBONI (coordinatore nazionale Cub); Fabrizio TOMASELLI (coordinatore nazionale Sulta); Luciano VASAPOLLO (docente universitario); Alex ZANOTELLI (Pax Christi); Maurizio ZIPPONI (segretario generale Fiom di Milano); Massimo ZUCCHETTI (docente universitario);