di Sbancor
gulfsyndrome.gif[Non vi scandalizzi la foto a lato: anzi, cliccateci sopra. Alla mailing list Eymerich, il controinsider Sbancor ha inviato un messaggio che segnala un articolo del Sole 24ore e alcune sue riflessioni. Inverto l’ordine: prima le riflessioni, quindi l’allucinante segnalazione]

Qualche giorno fa ho passato un pomeriggio a parlare con Sonja. Serba,
laureata in Storia dell’Arte, venditrice ambulante di oggettini di vetro con
cui mantiene una famiglia di sette persone a Belgrado. Mi raccontava
dell’aumento dei tumori a Belgrado. E di strani fenomeni. Donne con la barba e
con peli su parti, come dire, poco visibili, del corpo. Pensavo alle
mostrosuità che Nostradamus vedeva prima delle guerre e delle pestilenze.
Vitelli a due teste, bambini deformi. La guerra nucleare del III millennio è
già iniziata. Sarà per questo che abbiamo messo un ex generale, il generale
Jean, a capo della società che gestisce le scorie nucleari?

Sì di Bush alle mini-atomiche
(da il Sole 24ore, 2.12.03)
bush-01.gifIl Presidente degli Stati Uniti ha firmato una legge che rimuove il divieto del
1994 di condurre ricerche e costruire armi nucleari a basso e bassisimo
potenziale. George Bush ha infatti siglato un impianto normativo che permette
di realizzare testate atomiche da cinque kiloton al massimo (5 mila tonnellate
equivalenti di tritolo) capaci di devastare un’area di circa mezzo chilometro
di raggio. È un una potenza molto inferiore alla bomba usata contro Hiroshima
(12 Kt) e infinitamente meno distruttiva delle armi strategiche termonucleari
montate sui missili a testa multipla (la cui potenza può arrivare a dieci
megaton, ma in media si tratta di bombe da 500 Kt). L’obiettivo
dell’amministrazione Bush è creare una nuova classe di ordigni atomici (anche
da meno di un kiloton) da utilizzare in funzione anti-bunker.


Il progetto comporterà un esborso per il contribuente americano di circa 32
milioni di dollari: 25 destinati a potenziare il poligono nucleare del Nevada e
7 dedicati allo sviluppo degli ordigni. nuclear2.jpgLa tecnologia è infatti praticamente
pronta: testate a bassa potenza sono usate da decenni come innesco delle bombe a fusione termonucleare e gli Stati Uniti già dispongono di un limitato
arsenale di munizioni nucleari portatili tipo Sadm (Special atomic demolition
munition) che però non hanno mai fatto parte di una vera dottrina militare.
Finora le testate nucleari sono state considerate “armi di distruzione di
massa” e quindi intese come l’ultima ratio di un conflitto: la loro potenza è
stata utilizzata sul piano della deterrenza e della mutua distruzione
assicurata. Le nuove testate nucleri “bunker buster” sono invece destinate a
essere utilizzate quando le convenzionali testate sotterranee (usate a Tora
Bora in Afghanistan e in Iraq) si rivelano inefficaci. Si moltiplicano così
rischi di “effetti collaterali” a causa dei pericoli generati da un fall-out
radioattivo qualora la minibomba atomica non riuscisse a penetrare il terreno a
una profondità sufficiente.