Ciò che sto per scrivere non esprime la posizione della direzione e della redazione di Carmilla. Hanno beatificato Madre Teresa di Calcutta: il solito show, il drappone col faccino tutto colorato e gigantesco in San Pietro, i soliti rituali interreligiosi con i parainduisti che bruciano petali di fiore mentre funebri cardinali li guardano con compatimento e indifferenza, il solito precadavere papale tutto piegato col sisma parkinsoniano. Telegiornale: il solito servizio, la fatica della strenua reincarnazione del crocifisso che non ce la fa, i soliti addobbi, le solite immaginette delle suorine in adunanza luttuosa e festosa al tempo stesso; e poi, il solito servizio di spalla, le reazioni in India, dove cattolici semicingalesi seguono il tutto su maxischermo, in diretta televisiva. Una religione morente come il suo pastore, un gregge mai prima così vasto, una morte annunciata dai sondaggi del Corriere, la Teologia della Liberazione che ci ha liberato per davvero. In questo clima vorrei riprendere, da GNUeconomy, l’intervento di UIALLALLA, che ci ricorda un libretto di Hitchens (del quale autore Carmilla si è già occupata), pubblicato qualche tempo fa da minimum fax: La posizione della missionaria…
Il seme del dubbio e il senso del dolore
di UIALLALLA
Buongiorno. Mi è capitato di leggere in questi giorni una storia incredibile. Una storia che risale a qualche anno fa. Ed è la storia stessa che ha fatto si che io la leggessi con tanto ritardo. Basta scioglilingua enigmatici e veniamo al dunque. Nel 1997 Minimum fax decide di pubblicare la traduzione italiana di un libro di Christopher Hitchens dedicato alla figura di Madre Teresa di Calcutta. 2.000 copie alla casa editrice sembravano bastare, ma le numerose richieste dei librai spingono ad alzare il tiro: 4.000 copie.
Che vengono distrubuite il 5 di settembre dello stesso anno. In quello stesso giorno Madre Teresa di Calcutta muore. Una bella coincidenza penserete. E un bel colpo di fortuna per la casa editrice direte…
Non è così.
Il libro si intitola “La posizione della missionaria” ed è velenoso quanto il titolo scelto dall’autore. Il testo demolisce passo passo il mito creato addosso a Madre Teresa. Il giorno stesso dell’uscita viene rispedito indietro per far spazio a libri ben più benevoli. A tutt’oggi risultano vendute poco più di 500 copie. Di regola un libro con questa storia alle spalle finisce dritta al macero…
Non la pensano così alla Minimum Fax, che ha deciso di tenere il libro in caldo in attesa di tempi maturi. Tempi che, beatificazione in corso, sembrano essere arrivati. Ed è per questo che si torna a parlare del libro, ed è per questo che io ne parlo. Il libro non è così introvabile come si dice, anche se io non ho avuto ancora modo di leggerlo.
On-line comunque si trova tanto materiale (fate una ricerca e sarete accontentati). A cominciare dalla storia del malato che sentendosi dire da Madre Teresa che “E’ dio che ti sta baciando” riferendosi al suo cancro terminale, risponde “Digli di smettere di baciarmi”. La racconta Antonio Pascale Nell’introduzione al libro.
Il libro parte dal presupposto che Madre Teresa faccia della povertà la sua politica, e che la sua fede sfiori il misticismo e sfoci del fanatismo. L’autore mette in discussione l’operato di quella vecchina che predicava la poverta e la sofferenza, ma che in nome della sua fede imponeva scelte di vita discutibili, che battezzava, in nome di dio, mussulmani e indù contro la loro volontà, che garantiva morte certa in condizioni sanitarie sconcertanti anche a chi con un minimo di cure si sarebbe potuto salvare.
Tutto questo perchè nella sofferenza e nella morte c’è l’ingresso al paradiso. E che in tutto questo si riservava per se il posto in cliniche di lusso, il tempo per viaggi in aereo e per incontri con personalità di grido. Che riceveva finanziamenti da personalità discutibili (tipo dittatori) anche se poi negava ai pazienti il minimo comfort e addirittura le visite dei familiari in punto di morte. E che -sempre in tutto questo- afferma di preferire l’inquisizione a Galileo!
Le conclusioni di Hitchens, al termine di alcune riflessioni sul tema del dolore, possono essere discutibili, si può anche non essere d’accordo. L’intento provocatorio è scoperto. Difficile credere che dietro il comportamento di una donna umile come Madre Teresa ci fosse un intento politico. Probabile che sotto ci fosse una malsana buona fede che, capita spesso, in nome di una volontà divina manda in sonno anche il comune buonsenso.
Ma in ogni caso, accarezzare ogni tanto il dubbio non ha nuociuto mai a nessuno.