Da giorni sono rimbambito dalla visione on line di tutti i trailer, gli speciali, i backstage di Kill Bill, il quarto e nuovo film di Quentin Tarantino. Con costui ho ormai più familiarità che col mio giornalaio: è giorni che lo sento parlare a me, conosco l’andamento della sua basletta e mi irritano i suoi continui applausi alla fine di una scena venuta bene. Fastweb mi sta facendo malissimo. Io ho pure scritto un libro con una copertina cinese, per cui sono entusiasta del fatto che Kill Bill ha una lunghissima estanuante sequenza con la Thurman che indossa la tuta di Bruce Lee e fa fuori ottantamila samurai della yakuza che non sono sicuro che siano giapponesi, penso siano cinesi. Per cui capirete che sono rimasto a bocca aperta nello scoprire che, come state per scoprire anche voi, Kill Bill è stato in realtà girato a Empoli…
da Repubblica.it
Rapina, reagisce col kung fu
uccisi due banditi cinesi
Gli investigatori indagano sui lati oscuri della vicenda
Restano dubbi sul movente della spedizione
EMPOLI – Sul terreno restano due corpi senza vita, un altro uomo è in gravi condizioni. E sangue, tanto sangue, ovunque. E’ di due morti e un ferito grave il bilancio di un tentativo di rapina avvenuto stanotte nel centro di Empoli. I protagonisti del fatto sono tutti cinesi.
E’ passata la mezzanotte in via Ridolfi, nel pieno centro di Empoli. In un appartamento c’è l’inquilina, una donna di 35 anni che in casa ha allestito un laboratorio di parrucchiera, una sua lavorante, che ha 30 anni, e il giovane fidanzato di quest’ultima, 27 anni, esperto di kung-fu. Sono cinesi, come lo sono i quattro giovani che bussano alla porta.
Chiedono di potersi tagliare i capellli e la donna li fa entrare. Ma i quattro tirano fuori i coltelli a serramanico. A lame aperte minacciano le due donne e legano l’uomo. Vogliono i soldi. Quando però qualcuno del gruppo minaccia di violentare la più giovane, scatta la reazione del ragazzo che riesce a liberarsi. Usa le arti marziali per impossessarsi di un coltello. Lo scontro è feroce. Il giovane taglia la gola ad uno dei rapinatori. Coltello alla mano insegue il resto della banda, prima giù per le scale e dopo per le strade vicine. Altri due rapinatori vengono accoltellati: uno muore poco dopo, l’altro è ricoverato in condizioni molto gravi. Il quarto riesce a dileguarsi. Anche il cinese aggredito rimane ferito, ma lievemente.
Nel frattempo i vicini, allarmati dalle urla che arrivano dalla strada chiamano le forze dell’ordine. La scena è impressionante. L’androne del palazzo è pieno di sangue. Sul pavimento dell’appartamento giace uno dei rapinatori, vestito con un elegante completo nero. Tutt’intorno un lago di sangue, rivoli rossi su due rampe di scale, la vetrata della porta d’ ingresso macchiata dagli schizzi. “Fuori dell’ androne – racconta un lattaio – c’ erano delle nitide pozze di sangue che portavano in due diverse direzioni: le più impressionanti erano quelle lasciate da uno dei fuggiaschi diretto verso piazza della Vittoria”.
Il pm Gabriele Mazzotta sta adesso valutando la posizione del giovane autore del duplice omicidio. L’ipotesi prevalente, per ora, è quella di una rapina, rafforzata dal fatto che le vittime sostengono di non conoscere gli aggressori. Ma è la vicenda in sè a presentare molti dubbi. Prima di tutto, se è vero che il quartetto veniva da lontano, come proverebbe il documento di identità, rilasciato a Milano, che aveva con sè il cinese ferito e come hanno detto gli investigatori sembra poco plausibile che l’ obbiettivo fossero le poche centinaia di euro rapinate nella casa della parrucchiera. Prenderebbe in questo caso corpo quella di un regolamento di conti fra bande rivali del misterioso mondo della malavita cinese. Fa poi pensare il fatto che gli investigatori non abbiano voluto precisare l’ attività del giovane che ha reagito agli aggressori, limitandosi a dire che egli svolge “un lavoro particolare”.