La recensione che segue, a firma Sergio Fortis, riguarda l’antologia di fantascienza italiana Il futuro nel sangue (ed. R&D, pagg. 351, euro 9,0) ed è apparsa sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 giugno 2003.
Ecco una raccolta di racconti italiani (diciannove) di fantascienza, con firme di autori noti e notissimi, e che si posiziona agli estremi di parte. Si chiama Il futuro nel sangue, uno “Speciale Carmilla” a cura di Vittorio Catani, e si ispira dichiaratamente al tema del Potere.
Catani di fantascienza si occupa da decenni con impegno militante, cioé con una visione della letteratura di anticipazione quale equivalente post-moderno dell’utopia filosofica, o meglio del suo volto negativo, la distopia. Non stupisce, pertanto che ne Il futuro nel sangue egli abbia voluto affiancare storie tutt’altro che asettiche e anodine rispetto allo stato delle cose…
Si prenda per esempio Dall’altra parte, di Umberto Rossi. Vi è descritta con incisività che sfocia nell’incubo un’Italia alternativa che non ha retto alle tensioni degli anni ’70; la cosiddetta “tenuta democratica” del Paese viene irrisa da Rossi nell’ipotesi di una rivoluzione che scoppia nel settembre del 1980. Un mondo che si trova, appunto, dall’altra parte dell’impalpabile barriera che separa gli universi paralleli. E laggiù si spara e si uccide e processano i controrivoluzionari, come in certe pagine de Il dottor Zivago. Ma il dubbio più devastante lo solleva il protagonista narrante di questa storia, il quale vive nella “nostra” realtà ma nel finale sceglie di passare nell’altra affermando: “Il mondo vero era questo: la ferocia, la morte, l’odio, la distruzione”. Ai quali si contrappone il benessere artificioso e spesso mafioso del terzo millennio.
Un concetto provocatorio che vale per gli altri racconti, accomunati dal rifiuto del presente così come esso si dà. E nel quale, lo si intuisce, la responsabilità dei problemi che vive la gente ricade sulla gente stessa, sulle sue scelte, sul ritrarsi dalla politica per delegarla a chiunque prometta bengodi. Scorre così la Genova dittatoriale di Asciuti, il Terzo Mondo da girone infernale di Masali, Leoni, Grasso, Burgio, l’apocalisse da guerre asimmetriche di Maccentelli, l’autarchia italiana nel XXII secolo di Formenti, la Nato che ci libera da noi stessi di Gallo. Non mancano barlumi di speranza, come nelle pagine di Ricciardiello. Cola, Verrengia, Longo, Sturm, Nardella, Vallorani e Novelli, peraltro, benché con voci diverse, individuano nel presente i germi di un domani peggiore. Mentre Il pianeta dell’entropia di Catani è giocato sul dilemma, probabilmente insolubile, della perfetta combinazione tra esigenze di libertà personale e ortodossia ideologica. Con un colpo d’avvio ben assestato da Valerio Evangelisti, indiscutibile guest-star del volume. Il suo racconto Stanlio & Ollio, Terror Detectives apre l’antologia con una rilettura dell’11 settembre in chiave di fanta-tecno-sociologia che in poche pagine rende obsolete le diverse teorie del complotto scaturite da quell’evento; paradosso temporale e poteri occulti convivono in un felice assemblaggio di pura narrativa. (Sergio Fortis)