di Valerio Evangelisti
Ci si sente sempre un po’ imbarazzati davanti a Magdi Allam. Quel diavolo d’un uomo sa sempre cose che nessun altro conosceva. E, generosamente, distilla le sue rivelazioni come se ce le sussurrasse all’orecchio, dopo che qualcun altro le ha bisbigliate a lui.
Prendiamo La Repubblica del 17 aprile. Due giorni prima è stato arrestato a Baghdad Abu Abbas, leader del Fronte per la Liberazione della Palestina: il gruppo responsabile, nell’ottobre del 1985, del sequestro dell’Achille Lauro. Tutto, in teoria, era già stato detto; ma ecco che Magdi Allam ci stupisce con una verità in più, ignorata da ogni altro commentatore al mondo.
“Quello che non è mai emerso dalle cronache è il legame segreto che c’è tra Saddam e l’Achille Lauro. Nel 1985 gli iraniani erano riusciti a occupare la penisola di Fao. La morsa dei Pasdaran di Khomeini tornava a stringersi attorno a Bassora e lungo la direttrice per Baghdad. Saddam aveva bisogno di creare una cortina fumogena che gli consentisse di riutilizzare le armi chimiche in modo massiccio. Il sequestro dell’Achille Lauro gli offrì il pretesto. Catturò l’interesse dell’opinione pubblica internazionale e Saddam poté gasare indisturbato decine di migliaia di soldati iracheni”.
In effetti, tutto ciò non è mai emerso. Reticenza dei commentatori? Scarsa informazione? Di sicuro i rivali di Magdi Allam non sospettavano nemmeno un intrigo del genere. E, fino a qualche mese fa, forse non lo sospettava nemmeno Allam, che infatti nella sua opera capitale Saddam. Storia segreta di un dittatore così scrive:
“Le cose cambiarono quando nell’aprile 1987 gli iraniani, dopo avere occupato nel febbraio 1986 la penisola di Fao, riuscirono ad arrivare fino a un solo chilometro da Bassora” (pag. 193).
Errore di stampa? No. La fonte cui Magdi Allam attinge costantemente, attraverso riassunti o trascrizioni letterali, vale a dire il già citato instant book di Judith Miller e Laurie Mylroie, data anch’essa la conquista iraniana della penisola di Fao (un episodio cruciale nella guerra Iran-Iraq) al febbraio 1986 (pag. 121). Cinque mesi dopo il sequestro dell’Achille Lauro.
Però Magdi Allam (quello che scrive su La Repubblica: è bene cominciare a distinguere, poi si vedrà perché), oltre ad anticipare all’anno precedente la presa della penisola, dice che il sequestro della nave servì a deviare l’attenzione dall’uso dei gas da parte dell’esercito iracheno. Ora, tale uso è comunemente fissato al 1988 (eccidio nella cittadina curda di Halabja: 16 marzo), con un solo possibile precedente nell’aprile 1987 (Shayk Wisan). Tutto ciò si legge a pagina 156 del libro di Magdi Allam. Ne consegue, volendo cercare una qualche coerenza in tutto ciò, che nel 1985 Abu Abbas sequestrò l’Achille Lauro per deviare l’attenzione da un uso dei gas che Saddam Hussein avrebbe fatto nel 1987-88, a seguito di una sconfitta subita nel 1986.
Verrebbe da lodare la preveggenza di Abu Abbas, o la sua capacità di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale per tre anni consecutivi, col sequestro di una nave risolto in pochi giorni.
Mm, ho idea che non regga tanto. A denti stretti, devo ammettere che se problema c’è, forse riguarda Magdi Allam e le sue “rivelazioni”, che hanno l’aria di essere un tantino incoerenti.
Vengono in mente varie ipotesi esplicative: 1) Magdi Allam è un bugiardo spudorato, capace di distorcere qualsiasi evento pur di infangare il detestato Saddam Hussein, come se questi ne avesse ancora bisogno; 2) sotto uno stesso nome operano due personalità distinte, e una scrive il contrario di ciò che scrive l’altra; 3) Magdi Allam è un poeta e un artista, e come tale rimodella la realtà a piacere, a fini di godimento letterario.
E’ chiaro che scarto con sdegno la prima ipotesi. Non si può trattare da spacciatore di vergognose patacche un intellettuale riverito da tutti i media italiani, e che scrive nientepopodimeno che su La Repubblica. Chi ha seguito pazientemente queste mie considerazioni sa che l’ipotesi che favorisco è la terza. Ora, però, mi vengono dei dubbi. Specie dopo avere visto, otto giorni fa, Magdi Allam parlare (con Carlo Panella, altro eccellente biografo di Saddam Hussein) in diretta dagli studi Rai di Roma, e avere letto lo stesso giorno, i giorni precedenti e quelli successivi sue corrispondenze provenienti da Kuwait City.
Che di Magdi Allam ne esistano più d’uno? Che il nostro si serva di sosia, per sottrarsi alle minacce omicide di quella Lega Araba che, a suo dire, lo perseguita da un ventennio?
Qui devo nuovamente scusarmi con il lettore. Le quattro puntate che avevo messo in preventivo diventano cinque. Abbiate pazienza: nella prossima si parlerà di paracadutisti cha saltano dall’orlo della vasca da bagno e di fumigazioni di massa. Più si esplora Magdi Allam, più si trovano argomenti succulenti. Dopo chiudo, lo prometto.