Alla vigilia del conflitto in Iraq, Harold Pinter (qui il suo sito ufficale), uno dei più prestigiosi autori inglesi del nostro tempo, ha tenuto un discorso alla House of Commons Speech. Più trascorrono le ore, più questo appello alla resistenza diventa potente e irrinunciabile. Harold Pinter è nato nel 1930. Ha rivoluzionato il teatro contemporaneo borghese con un’attività drammaturgica che lo ha spinto, a più riprese, nel novero dei candidabili al Nobel. I suoi lavori, da The Room (’57) al celeberrimo The Caretaker (’60), da Monologue (’73) a No Man’s Land (’75), insieme alle sceneggiature cinematografiche (L’ultimo tycoon di Elia Kazan e La donna del tenente francese di Karel Reisz, tra gli altri) ne fanno una delle voci più insigni della cultura anglosassone oggi. Pinter si spende con forte impegno civile, che data dal colpo di Stato con cui Pinochet e la Cia presero il controllo del Cile, assassinando il legittimo presidente Salvador Allende.
Appello contro la guerra
di Harold Pinter
Una delle immagini più nauseanti del 2002 è quella del Primo Ministro Tony Blair che si inginocchia in chiesa, il giorno di Natale, pregando per la pace sulla terra e per il bene dell’umanità. Nello stesso preciso momento Blair si preparava a partecipare e contribuire al massacro di migliaia di innocenti in Iraq.
Per parte mia, sono stato interpellato sulla protesta contro l’ambasciata americana in Inghilterra – laddove si definiva l’Amministrazione Bush “un animale selvaggio assetato di sangue”. Il mio laconico contributo è stato: date un occhio alla faccia di Donald Rumsfeld e il caso è chiuso.
Sono dell’opinione che un atto bellico del genere non sia semplicemnte tacciabile di criminalità, perversione e barbarie – ravvedo in esso anche una forma di gioia nella distruzione. Il Potere, come spesso è stato sottolineato, è un grande afrodisiaco così come, almeno dalle apparenze, anche la morte altrui.
Gli americani si garantiscono il cosiddetto appoggio della ‘comunità internazionale’ attraverso varie modalità di fuoco protetto, esploso a mo’ di intimidazione: condizionamento, corruttela, ricatto, mistificazione. La cosiddetta ‘comunità internazionale’ si è trasformata via via in un’entità degradata, totalmente dedita a legittimare e appoggiare un’istituzione militarizzata completamente fuori controllo. Quanto all’Inghilterra, ciò che appare più deprecabile di ogni altra cosa è il fatto che essa pretenda di stare a fianco alla pari il suo grande alleato americano – quando invece viene trattata alla stregua di un cane indocilito a forza di percosse, esattamente come gli altri Paesi. Siamo umiliati, disonorati e messi in gravissimo pericolo dal comportamento servile senza riserve che il nostro governo ha adottato nei confronti degli Stati Uniti.
Questa guerra che hanno pianificato può ottenere soltanto esiti come: il collasso di quanto rimane in piedi del sistema di infrastrutture in Iraq, la morte di massa, mutilazione e malattia, un milione circa di potenziali profughi, un’incontrollabile escalation di violenza in tutto il mondo. E tuttavia continuano a mascherarla come ‘crociata morale’, ‘guerra giusta’, un conflitto scatenato dalle ‘democrazie in nome della libertà’, al fine di portare ‘democrazia’ in Iraq.
Il puzzo di ipocrisia è soffocante.
Questa mascherata è un bel raccontino che dovrebbe coprire l’invasione di uno Stato sovrano, l’occupazione militare dello stesso e il controllo dei giacimenti petroliferi.
Noi abbiamo un compito irrinunciabile e chiaro: resistere a tutto questo.