Sandrone 1.jpgSandrone 3.jpgIl 9 marzo, nel corso della trasmissione di Radio Popolare La Caccia, Carlo Oliva, noto esperto di noir e direttore di A-Rivista Anarchica, ha attaccato gli scrittori che pubblicano per Mondadori, accusati di oggettiva complicità con Berlusconi. Questa è la risposta di uno di essi, Sandrone Dazieri.

Caro Professore,
ho ascoltato con l’abituale piacere la tua trasmissione e, soprattutto, la parte che riguardava gli scrittori che pubblicano in Mondadori. Visto che mi sono riconosciuto in uno di essi, vorrei portare alcuni elementi di riflessione.
Purtroppo, essendo uno scrittore di gialli e non un filosofo o un semiologo
come te, mi rendo conto che le mie notazioni non avranno la stessa efficacia
delle tue. Me ne dolgo, ma non posso fare nulla in proposito.


1) Voglio fare una premessa, credo che uno scrittore vada giudicato per
quello che scrive. Se Marx si accoppiasse con la donna di servizio o se
Chandler fosse alcolizzato proprio non lo so.
(Non che mi voglia paragonare, ovviamente, ma gli esempi devono essere
universali). Niente impedisce di giudicarli pessimi soggetti, ma chi se ne
cale? Quello che hanno scritto rimane, e quello che hanno scritto è ciò che
importa di loro. Credo che la responsabilità di uno scrittore debba finire
al suo libro: giudicatelo per quello che scrive, non dove o come.
Giudicate se prende o meno posizione sul mondo e sulle cose, se è onesto,
se si è fatto influenzare o censurare dall’editore, se va dietro la corrente
per guadagnare lettori, se ha qualcosa da dire. Guardate anche il testo,
magari.
Naturalmente con un po’ di grano salis (e’ giusto il latino? l’ho fatto solo
alle medie). La casa editrice Mein Kampf non deve essere frequentata da chi
non si professi nazista, come pure la Hari Krishna Production da chi non vada
in giro con lunghe vesti a suonare il tamburello.
Mondadori, però, è una casa editrice generalista. Vi pubblica Vespa,
certo, ma vi è anche l’opera omnia di Pasolini, Calvino, D’Alema,
Evangelisti, tanto per mescolare i piani.

2) L’elemento che tu poni, però, è di politica economica. Chi non la pensa
come Berlusconi non deve pubblicare in Mondadori. Perché gli porta
quattrini. E’ un’obiezione corretta. L’attività libraria, per quanto
minoritaria rispetto al complesso di attività che il nostro presidente del
Consiglio esplica, gli porta dei soldi. E una parte arriva da chi compra i
nostri libri. Mica tanti, per quanto riguarda il sottoscritto, ma insomma,
sempre quattrini sono. Dovrei darli a qualcun altro, quindi. Ma a chi?

3) Prima possibilità. Potrei pubblicare per una casa editrice politicamente
conforme. Peccato, non ne vedo. Non sto a elencare tutte le case editrici
concorrenti, ma a guardarle da vicino hanno tutte delle magagne. Chi è
nell’orbita mondadoriana, chi pubblica la Fallaci ed è proprietaria del
giornale piu’ conservatore del Paese (conservatore, non fascista come il
Giornale o Libero), chi possiede una catena di librerie che sta ammazzando i
piccoli librai in tutta Italia e, soprattutto, ha un supremo disprezzo per
la narrativa di genere come la mia (ebbene sì, mi ha rifiutato un libro, poi
pubblicato da Mondadori).
Io, che bazzico dalle parti della carta stampata, posso solo dire che a
quasi nessuno che opera nell’ambiente volterei la schiena in un vicolo buio.
La maggior parte ha una faccia che fa paura, e pensa di aver letto tutto e
pubblicato tutto.

Seconda possibilità: potrei scegliere una piccola casa editrice. A patto di
accettare di essere letto da pochissimi a prezzi molto alti, visti i costi
finali delle basse tirature. Poi, detto tra noi, sono poche quelle che
hanno una reale strategia culturale. Le più si limitano a essere versioni
sfigate delle major, che guardano sospirando.
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Terza possibilità: l’autoproduzione. Devo avere ancora un vecchio ciclostile
da qualche parte, ma ricordo che già ai tempi mi dava fastidio girare la manovella. Quindi no, grazie.

Alla fine, Professore, mi rimane un’unica possibilità: leggere i miei libri ai giardini, insieme con i millenaristi e i Testimoni di Geova. Se faccio girare il
cappello, magari tiro su qualche centesimo, il che non guasta.

4) Però, adesso che ho fatto atto di contrizione, mi permetto di ributtarti
la palla.
Come fai, tu, Professore, a parlare da una radio di sinistra che pubblicizza
non solo i prodotti di Berlusconi, ma anche un locale milanese di
proprietà di un ex infiltrato della polizia? Lo stesso locale che ospita i
convegni di Forza Nuova e che qualche cazzone di dj tra i tuoi colleghi
racconta come il tempio della buona musica?
Coerenza, prego. Vieni anche tu in piazza con il megafono. Facciamo i turni
a suonare l’organino.

5) La critica che tu hai fatto, però, non riguarda tutti gli scrittori che
pubblicano in Mondadori, ma solo per quelli che definirei, in mancanza di
meglio, “di sinistra”. Li hai attaccati per aver utilizzato la loro grande
(Camilleri) o piccola (io) notorietà per esprimersi contro questo governo e
contro la guerra. E per averlo fatto nel deserto pressoché totale lasciato
dagli illustri colleghi (con lodevoli quanto rarefatte eccezioni), venendo
per questo piu’ volte sbertucciati dagli esponenti di governo, minacciati e
denunciati per diffamazione. Cornuti e mazziati, come si dice. Ma non solo.
In questo voler marcare le nostre colpe, invece che i nostri piccoli meriti,
leggo ancora una volta un certo masochismo tipico della nostra parte
politica. Diamogli a questi che sono compagni, così imparano.

6) E questo masochismo, mi scuserai, impedisce di vedere come scrivere
dentro una major editoriale, mantenendo i propri contenuti, significhi anche
aprire degli spazi culturali altrimenti inesistenti. Perché rifiutare
questa possibilità? Ci siamo dimenticati la parabola del Buon Seminatore?
Vogliamo stare tutti come vasi tra i vasi? Ci costruiamo da soli il nostro
ghetto a forma di salotto con signore un po’ agées che sfoggiano colliers di
perle ed erre moscia? O ci ritiriamo sdegnosi in campagna a coltivare patate
e diritti d’autore, come fanno il buon Serra o fece la buonanima di Gaber ?

7) Concludendo, voglio fare un’ultima domanda. Qualcuno pensa che
Berlusconi abbia vinto le elezioni perche’ possiede la Mondadori Libri?
Magari.

Con infinita stima e amicizia
Sandrone Dazieri