Myrtil è una ragazza di Pisa che ha partecipato alla battaglia contro i “treni della morte”: i convogli che trasportano attraverso l’Italia, complici ministri senza dignità né coscienza, i mezzi militari statunitensi destinati a partecipare all’imminente strage contro la popolazione civile irachena.
Myrtil voleva scrivere il resoconto di una di quelle notti, poi ha pensato che una poesia fosse strumento più idoneo per sintetizzare motivazioni, sensazioni e stati d’animo che una cronaca faticherebbe a restituire.
Vi vogliamo fermare. La vostra
legalità elegante
puzza di merda, sudore e sangue
di fame, dolore e follia.
Brutte parole, ma credete
siano decenti i corpi
ammucchiati nei rifugi, o sotto
le macerie, che sia un bel vedere
la luce allucinata negli occhi
di chi sopravvissuto alla notte
cerca nella melma i propri morti,
che sia decente questo treno che passa
ineluttabile davanti
ai nostri sguardi stanchi
alle nostre mani alzate
e sembra davvero più forte
della nostra tenerezza notturna
dell’amore per noi stessi e per il mondo
che ci hanno condotti fino qua?
Davvero, non credo che noi abbiamo
tutte le risposte
ma conosciamo le domande giuste
e comprendiamo quando
ci viene detta una bugia.
(Cascina, prima mattina del 25 febbraio 2003)