di Alberto Prunetti
Alcuni anni fa, nel 2007, durante l’ennesima emergenza mediatica contro rom e sinti, scrissi un ciclo di articoli di debunking, di sgonfiamento delle “panzane antizigane”, a partire dalla più calunniosa di tutte, quella relativa ai presunti furti di bambini.
Da allora le strategie mediatiche non si sono perfezionate e rimangono grossolane, oggi come ieri. Gli imprenditori della paura sono pressoché gli stessi, come i loro obiettivi (i rom “dei campi”, i criminali “delle periferie”, i migranti “dei barconi”). Pertanto mi limito a riproporre quegli articoli, che vanno letti contestualizzandoli alla cronaca del 2007. E riattualizzandoli ai nostri giorni. Esercizio salutare che dimostrerà come nulla sia cambiato. Anche il merito di quelle accuse non è cambiato, perché la strategia paga. Atto primo: si sollecita l’ansia dei ceti medi proletarizzati e la rabbia dei cittadini sempre più impoveriti dei quartieri ghetto. Atto secondo: si spande rabbia e oltranzismo di fronte alle telecamere evocando gru che il buon politico, a cui si porge continuamente il microfono, non saprebbe neanche mettere in moto. Atto terzo: chi vuole confortare i cittadini sul proprio senso civico agita il fantasma dello spaventapasseri di turno, si propone come mediatore pieno di sobrietà e vince le elezioni. Il gioco è vecchio ma ben congegnato. Intanto i seggi elettorali chiudono e l’emergenza securitaria rientra nel garage della propaganda, mentre i rom continuano a vivere nelle più misere delle condizioni sul suolo europeo.
Non aggiorno gli articoli ma, visto che possono risultare utili per smontare luoghi comuni e pregiudizi, li raccolgo qui di seguito, sperando che contribuiscano a ingrippare la macchina di propaganda razzista che accompagna ogni passaggio elettorale.
Suggerisco solo, a corredo di queste righe e per contestualizzare certe campagne allarmistiche, un gran bel saggio di Serge Quadruppani sulle logiche securitarie, il loro uso politico, l’enfasi con cui si raccontano i crimini di cronaca in un programma di imprenditoria dell’insicurezza: La politica della paura.
Quanto alla mia piccola inchiesta, le prime tre parti si riferiscono soprattutto alla questione dei bambini. L’ultima, che è forse la più efficace, analizza una serie complessiva di pregiudizi antizigani.
Buona lettura.
Parte prima. I ladri di bambini
Parte seconda. Chi ruba i bambini rom
Parte terza. Il caso L.S.C.
Parte quarta. Porrajmos
PS: Segnalo una serie di ignobili attacchi a un’attrice rom da parte di bravi cittadini italiani