Riportiamo la trascrizione della puntata di Report, magazine condotto e curato da Milena Gabanelli, andata in onda il 27 aprile 2003. Tra gli intervistati, Francesco Cossiga. Che, tra il lusco e il brusco, ha detto cose pesantissime, che fanno riflettere e dovrebbero anche fare riscrivere la storia di anni altrettanto pesanti. Ciò che l’ex presidente Cossiga dice, per esempio, sull’omicidio di Giorgiana Masi, meriterebbe probabilmente un supplemento d’inchiesta. Tra messaggi trasversali e minacce dirette, emerge una situazione – quella dei servizi segreti italiani – che esige un imponente lavoro di controinchiesta e controinformazione, per denunciare e impedire una politica criminale dello Stato che ha in Cossiga un magistrale interprete, quando la sintetizza in questo modo: “Il sevizio segreto esiste per agire in modo illecito, in modo lega…cioè secondo la legittimità costituzionale ma in maniera illecita, altrimenti non ci sarebbe bisogno dei servizi segreti. Quando un Paese ritiene di aver bisogno dei Servizi Segreti sa che poi i servizi agiscono illecitamente”.
PERCHE’… IL SEGRETO DI STATO?
di Bernardo Iovene
Puntata del 27 aprile 2003, 23:10 – Rai 3
FRANCESCO COSSIGA
Vi sono sempre delle cose, delle verità che è meglio che in certi momenti non si sappiano. Le faccio un esempio: quando io da Ministro dell’Interno o presidente del Consiglio mi vedevo con gli esponenti dell’ Olp, non era bene che si sapesse, o quando abbiamo trattato con l’Urss per coprire un caso di spionaggio che aveva portato all’arresto di alcuni italiani e un brillante ufficiale del sevizio militare sovietico; all’arrivo di Gorbaciov facemmo in modo che questo funzionario fosse scarcerato.
MILENA GABANELLI
Ci sono tante cose che non dobbiamo sapere, e sono tutte quelle la cui diffusione può recare danno all’integrità dello Stato democratico, e migliaia di altre che si collocano in una zona d’ombra, come la liberazione della spia russa. Il punto dolente però è un altro: la legge dice” In nessun caso si può opporre il segreto di Stato a fatti eversivi o stragi”. Come sappiamo tutti, questo è successo. Fino al 1977 i servizi segreti erano diretti e organizzati dall’apparato militare e nessuno ne rispondeva di fronte al Parlamento. Nel ’77 cambia la legge e da allora l’alta direzione passa al Presidente del Consiglio. Cosa significa nella pratica, che finalmente sarà possibile conoscere la verità storica sul nostro passato? Cominciamo col vedere perché cambiò la legge nella ricostruzione di Bernardo Iovene.
BERNARDO IOVENE
Il presidente del Consiglio dal 1977 è l’autorità nazionale per il segreto di Stato, questo perché i servizi segreti militari avevano abusato del segreto, infatti il generale De Lorenzo, a capo del SIFAR con l’appoggio americano, , in nome della sicurezza dello Stato aveva fatto spiare 150.000 persone tra politici e non, la sua attività culmino’ con un tentativo di colpo di stato nel 1964, e poi nel 1970 con Miceli a capo del SID ci fu un altro tentativo di golpe. E poi ancora servizi deviati intrecciati con la destra eversiva fino alla P2.
GIUSEPPE DE LUTIIS – Consulente Commissione Stragi
Il segreto di stato può essere opposto solo in casi molto gravi, quando cioè la sua rivelazione può mettere in pericolo la tutela della sovranità dello Stato, o mettere in gioco i buoni rapporti con Stati amici o alleati.
BERNARDO IOVENE
Il segreto di stato di solito viene opposto dai militari a un’indagine di un magistrato. Facciamo un esempio: nella vicenda del Cermis il procuratore di Trento che indagava sulle responsabilità del volo dell’aereo nato che provocò venti morti, si ritrovò davanti a vari segreti di Stato. E per proseguire le indagini la procura di Trento ha chiesto al presidente del Consiglio Prodi, di sciogliere il segreto.
FRANCANTONIO GRANERO – Procura di Trento
Abbiamo aspettato dei tempi sempre molto ragionevoli, e poi questo segreto di Stato è stato sciolto.
BERNARDO IOVENE
E le responsabilità accertate. Ma ci sono tanti segreti che non sono oggetto di indagini non si conoscono e in questo campo l’ex presidente Francesco Cossiga e’ un esperto, anzi, la definizione e’ sua: “professore”.
Ha sempre ragion d’essere il segreto di Stato?
FRANCESCO COSSIGA
Non sempre; le racconto una cosa: io passo come l’uomo degli omissis. In realtà chi mise i famosi omissis, quelli alla relazione Berucchini, che diede inizio all’inchiesta sul colpo di Stato Solo, fu Moro. Quando da sottosegretario di Stato io ebbi l’incarico di rivedere la cosa, perché fu appunto istituita la commissione d’inchiesta sul piano Solo, io tolsi molti di quegli omissis; e Moro si lamentò molto perché diceva che io non mi dovevo permettere di togliere gli omissis che lui aveva apposto; perché li aveva messi sentendo il parere dei militari, e noi politici non ci dovevamo sostituire a loro.
Ma a chi risponde il presidente del Consiglio?
GIUSEPPE DE LUTIIS – Consulente Commissione Stragi
Nel caso in cui confermi il segreto deve comunicare al comitato parlamentare gli estremi per cui ha confermato il segreto.
BERNARDO IOVENE
Il comitato parlamentare, composto da 4 senatori e 4 deputati, ha il compito di controllare eventuali deviazioni dei servizi e eventuali abusi sul segreto di Stato.
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
C’è una competenza del comitato parlamentare, il quale a maggioranza assoluta dei suoi membri può dire al presidente del Consiglio che sta sbagliando, che non doveva opporre il segreto di Stato in tale materia, oppure confermare quello che ha deciso il presidente del consiglio dei Ministri.
E’ mai successo che venisse detto al presidente del Consiglio “stai sbagliando”?
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
Be’, diciamo che di solito la maggioranza parlamentare che sostiene il presidente del Consiglio ha una certa influenza…
MILENA GABANELLI
Cosa significa? Che il Parlamento non metterà mai sotto accusa il Presidente del Consiglio, quindi ancora oggi la possibilità di indagare o meno dipende dalla volontà della maggioranza parlamentare di turno. Sul caso del Cermis è stato possibile capire cosa era successo perché Prodi tolse il segreto. Le cose sono andate diversamente nel caso della strage dell’Italicus. Il fatto avvenne nell’agosto del 74, la legge ricordiamo, cambia tre anni dopo, ma nell’84, il magistrato che svolge le indagini si trova di fronte allo stop dell’allora Presidente del Consiglio.
BERNARDO IOVENE
Sulle indagini per scoprire i colpevoli, il Pubblico Ministero chiede, 10 anni dopo, informazioni al direttore dei servizi segreti.
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Nella specie intendeva conoscere se effettivamente un terrorista neofascista fosse fonte dei servizi segreti; questa notizia aveva una rilevanza notevole nelle indagini perché si sarebbe accertato che un personaggio della P2 e che garantiva terroristi neofascisti alibi falsi in occasioni di attentati, si sarebbe accertato chi fosse, come si trovasse al centro di questo sistema di coperture, che era un uomo di Licio Gelli, reclutatore di militari, e invece tutto questo svanì perché venne opposto il segreto di Stato.
Per cui il P.M. si rivolse direttamente ai servizi?
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Sì.
E poi si sentì rispondere dal presidente del Consiglio “Tu là non puoi indagare”?
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Certo; inoltre i vertici dei servizi erano tutti appartenenti alla loggia P2. Allora era presidente del Consiglio dei Ministri, l’onorevole Bettino Craxi.
Quanti morti ci furono sull’Italicus?
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
14 morti e svariati feriti.
E non si è mai saputo niente?
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Quell’indagine non è stata mai risolta.
BERNARDO IOVENE
Siamo nel 1984 eppure la legge 801 del 1977 dice che “In nessun caso possono essere oggetto di segreto di Stato fatti eversivi dell’ordine costituzionale”.
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Quello che dovrebbe essere rivisto è il sistema dei controlli sul capo del governo, il quale capo del governo nel caso in cui opponga un segreto che non doveva essere posto, e quindi in violazione di legge, dovrebbe incorrere in responsabilità politiche, cosa che invece non è assolutamente prevista.
Ma il comitato parlamentare ha il potere di dire al presidente del Consiglio che sta sbagliando?
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
Sì, ma da questo non si devono trarre immediatamente delle conseguenze: il comitato parlamentare eventualmente a maggioranza assoluta trasmette il giudizio ai presidenti della Camera e del Senato.
E poi cosa succede?
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
È evidente che se un parlamento a maggioranza dicesse al presidente del consiglio che ha sbagliato, questi non avrebbe altra scelta che dimettersi, ma stiamo ragionando in ambito ipotetico…
BERNARDO IOVENE
Sta di fatto che e’ stato messo il segreto in casi di strage, noi non lo abbiamo mai saputo, e nessun presidente e’ mai stato sfiduciato per questo.
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Io penso che tutti i presidenti del Consiglio, almeno fino alla scoperta dell’archivio della P2, e fino alla scoperta della Gladio, abbiano responsabilità politiche molto serie per aver oscurato verità importanti per la tenuta del nostro sistema democratico.
IMMAGINI REPERTORIO TG3 2/08/2000 – DISCORSO GIULIANO AMATO:
“Io qui rappresento lo Stato ed è per me umiliante dover ammettere che tante volte in passato è accaduto che è dall’interno dello Stato che ci sono state connivenze, bugie, menzogne”
BERNARDO IOVENE
E da presidente del Consiglio Giuliano Amato il 2 agosto del 2000 alla commemorazione della strage alla stazione di Bologna faceva queste affermazioni gravissime.
PAOLO BOLOGNESI – Associazione vittime stragi
Noi nel 1984 abbiamo proposto una legge di iniziativa popolare per l’abolizione del segreto di Stato; riteniamo che se venisse approvata avremmo molte possibilità di scoprire la verità sulla strage di Bologna, e anche delle altri stragi che si sono susseguite in Italia.
BERNARDO IOVENE
E in Italia quando si parla di verità nascoste ci riferiamo alle deviazioni dei Servizi Segreti.
FRANCESCO COSSIGA
Servizi Segreti o sono segreti o sono soltanto servizi.
Però spesso hanno agito in modo illecito.
FRANCESCO COSSIGA
Sempre! Il sevizio segreto esiste per agire in modo illecito, in modo lega…cioè secondo la legittimità costituzionale ma in maniera illecita, altrimenti non ci sarebbe bisogno dei servizi segreti. Quando un Paese ritiene di aver bisogno dei Servizi Segreti sa che poi i servizi agiscono illecitamente.
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
Il vero segreto di Stato è quello che neanche viene consacrato in documenti, ma sono le collusioni , le complicità che sono intervenute all’interno dei nostri servizi segreti, se lei pensa che un mafioso indicato come guardaspalle di Pippo Calò, cassiere di mafia viaggiava sugli aerei dei servizi segreti, sotto falso nome, ed era latitante lei capisce come siamo allo sfascio completo della legalità dentro questi organismi.
BERNARDO IOVENE
A tutt’oggi di tutte le stragi non si conoscono i mandanti.
Senta, è vero che il segreto di Stato non ha permesso di scoprire la verità sulle stragi?
FRANCESCO COSSIGA
Io ritengo di no, ci sono senza dubbio dei misteri.
PAOLO BOLOGNESI – Associazione vittime stragi
Quando un personaggio politico come Cossiga che è stato più volte presidente del consiglio e per molto tempo ha avuto incarichi importanti nello Stato, dice che lui sulle stragi ne sa come un cittadino qualsiasi, be’ ritengo che queste affermazioni non siano del tutto veritiere.
COSSIGA
Che ogni anno Bolognesi ed altri mi insultino nelle piazze di Bologna è un rito e mi sembra che sia anche giusto che lo facciano.
PAOLO BOLOGNESI – Associazione vittime stragi
Ci sono anche tutta una serie di situazioni che le nostre inchieste hanno patito e che sono operazioni coperte dai nostri servizi segreti che hanno protetto di fatto i mandanti e gli esecutori di tutte le stragi.
BERNARDO IOVENE
Episodi di depistaggio ad opera dei servizi segreti sulla strage di Bologna l’allora Pubblico Ministero ne ha contati a decine.
LIBERO MANCUSO – Pres. Corte di Assise di Bologna
C’è ne stato uno eclatante che è successo 5 mesi dopo la strage sulla tratta Lecce- Milano e cioè la collocazione in un vagone di una busta con esplosivo dello stesso tipo usato per la strage di Bologna, ed è stato accertato che furono i servizi segreti militari a collocarlo per sviare le indagini dei giudici che procedevano con molte difficoltà e portale verso fantomatiche responsabilità oltre i confini italiani.
Ma queste erano iniziative personali, secondo lei?
FRANCESCO COSSIGA
Assolutamente.
Ma queste erano iniziative personali degli agenti dei servizi segreti?
FRANCESCO COSSIGA
Sì, assolutamente.
Per cui la strategia della tensione è esistita oppure no?
FRANCESCO COSSIGA
No, anzi le dirò che io sono convinto dell’innocenza di Mambro e Fioravanti.
BERNARDO IOVENE
Ma se Mambro e Fioravanti sono innocenti i misteri restano. E Cossiga scivola come un’anguilla.
Per cui lei dice che non c’è nessun politico in Italia che ha la chiave di tutti i segreti?
FRANCESCO COSSIGA
Assolutamente.
E allora chi ce l’ha questa chiave? I militari?
FRANCESCO COSSIGA
Alcuni segreti sì, per esempio, su Ustica, se ci sono segreti sono forse in mano a militari, e non militari italiani.
FELICE CASSON – Procura di Venezia
Ad esempio noi possiamo aprire tutti i cassetti di tutti i servizi segreti italiani e non trovare la verità sulla strage di Ustica, mentre basterebbe una volontà politica, la volontà di chi all’epoca governava l’Italia per avere qualche elemento di verità in più.
BERNARDO IOVENE
E chi era all’epoca il presidente del Consiglio? Francesco Cossiga.
FRANCESCO COSSIGA
Io credo che l’unico mistero si quello di Ustica, lì veramente cosa sia successo non si è capito. Che ci sia una mano non italiana è certo perché gli italiani non sanno mantenere i segreti. Se un aereo italiano per errore avesse lanciato un missile subito sarebbe stato nominato, il pilota, per non vedersi addebitare un missile dalla Corte dei Conti.
BERNARDO IOVENE
Facciamo un altro esempio di applicazione del segreto di Stato: il giudice Mastelloni nel 1988 stava indagando su traffici di armi, ovvero sul commercio statale di armi che dall’Italia andavano nei paesi in guerra attraverso le triangolazioni. Questo era vietato.
CARLO MASTELLONI – Procura di Venezia
Le armi andavano nei paesi caldi: dove non potevano andare. Le armi che andavano ad Israele si dicevano che erano destinate a paesi Nato come Turchia e Olanda, mentre le armi che andavano in paesi arabi si diceva che erano destinate a paesi amici.
E lei stava indagando su questi traffici?
CARLO MASTELLONI – Procura di Venezia
Sì, già avevo ampio materiale testimoniale su questo sistema che coinvolgevano vari ministeri. In effetti la licenza di esportazione era falsa. Io chiesi tali carte all’ammiraglio Martini, capo del Sismi, il quale oppose il segreto; mi rivolsi dunque al presidente del Consiglio che confermò il segreto, perché turbava i rapporti internazionali.
BERNARDO IOVENE
L’allora presidente del consiglio Ciriaco De Mita motivo’ la conferma del segreto affermando che la rivelazione dei documenti richiesti dal magistrato avrebbe recato “danni certi alle relazioni internazionali dell’Italia”. Il risultato fu l’assoluzione per chi esportava armi nei paesi dove era vietato.
Senta, però, se non lei e Andreotti chi altri può conoscere i segreti italiani?
FRANCESCO COSSIGA
Penso che quello che li conoscesse di più fosse Moro.
MILENA GABANELLI
A sapere tutto sono sempre i morti, che difficilmente parlano. Secondo Cossiga l’unico segreto rimasto è Ustica, lui all’epoca era presidente del Consiglio ma nulla sa, siccome la responsabilità non è solo italiana, si può scaricare.
La strategia della tensione non è mai esistita. Mambro e Fioiravanti condannati all’ergastolo in Cassazione non c’entrano con la strage di Bologna. Che sia Cossiga stesso il vero segreto? Ma andiamo avanti, nel ’90 salta fuori il caso Gladio, definita dagli accordi Nato “stay behind”…
BERNARDO IOVENE
La struttura clandestina legata alla Nato che doveva intervenire in caso di aggressione dall’estero e forse anche di sovvertimenti interni. La struttura denominata Gladio emerse durante le indagini del giudice Casson sulla strage di Peteano.
FELICE CASSON – Procura di venezia
C’è stato allora l’intervento favorevole del presidente del Consiglio Andreotti, che diede il permesso ufficiale ad accedere agli archivi o una parte degli archivi del Sismi, e quindi c’è stata la possibilità di entrare e verificare anche se in maniera parziale.
FRANCESCO COSSIGA
In tutta la faccenda di Gladio, verso la quale noi eravamo tenuti al segreto, prenda Andreotti, senza avvertire nessuno, e senza che fosse finita la guerra fredda, rese noto al mondo intero l’esistenza della struttura stay-behind
BERNARDO IOVENE
Secondo Cossiga Andreotti sarebbe un chiacchierone! Ed e’ convinto che i servizi segreti sono ancora in mano ai militari nonostante la legge del 1977.
FRANCESCO COSSIGA
Tenga presente che i veri servizi segreti sono quelli militari, il Sismi.
Vedo che sul suo telefono c’è ancora la linea diretta del Sismi.
FRANCECO COSSIGA
E’ uno dei privilegi di un ex- capo di Stato, ho 12 linee. Noi abbiamo un unico vero servizio segreto che è il Sismi.
BERNARDO IOVENE
Ma adesso passiamo ai veri segreti, quelli mai opposti cioè quelli che sarebbero diventati segreti se qualche magistrato ne avesse chiesto conto.
FRANCESCO COSSIGA
Adesso le dico un segreto, quando venne in Italia Arafat per i funerali di Berlinguer, nei suoi confronti c’era un ordine di cattura emesso dal giudice Mastelloni. Avevamo paura che ci arrestassero Arafat, e io allora ero presidente del Senato lo nascosi insieme ai suoi all’interno dell’allora mio appartamento al Senato, e depistammo i carabinieri che avevano avuto l’ordine dal giudice Mastelloni di eseguire il mandato di cattura. Adesso lo si può dire.
Lo sa che Cossiga per far partecipare Arafat ai funerali di Berlinguer lo nascose al Senato?
CARLO MASTELLONI – Procura di Venezia
Non mi meraviglio perché si mosse tutta una macchina, in maniera abbastanza violenta, virulenta. Io ricevetti perquisizioni per scoprire quali fossero le mie idee politiche, fu un episodio molto doloroso. Da una parte si può anche capire le motivazioni politiche che spingono un parte politica ad intervenire, dall’altra bisogna andare sempre dritti per fare il proprio dovere.
BERNARDO IOVENE
Tra l’organizzazione per la liberazione della Palestina e l’Italia c’era un accordo segreto che aveva fatto Aldo Moro. Un accordo ancora oggi sconosciuto.
FRANCESCO COSSIGA
Non si è mai saputo, io non ho mai conosciuto i termini reali dell’accordo che fece Moro con l’OLP, ma tale accordo prevedeva che quando furono arrestati dei guerriglieri arabi con dei lanciamissili terra-aria destinati ad abbattere un aereo di linea israeliano a Fiumicino, questi su richiesta dell’OLP furono portati a Malta e liberati.
BERNARDO IOVENE
In pratica furono beccati dei terroristi palestinesi con dei missili terra aria per abbattere un aereo israeliano e in barba alle leggi italiane furono riaccompagnati a casa.
E ritorniamo al segreto di Stato, quanto dura?
GIUSEPPE DE LUTIIS – Consulente Commissione Stragi
Attualmente i segreti dei servizi sono eterni a meno che un presidente del Consiglio non decida di farne decadere qualcuno in specifico.
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
In Italia non c’è un limite temporale, e questo non sta né in cielo né in terra, adesso maggioranza e opposizione chiedono sia riformata, un termine congruo che dovrebbe essere di 15 anni come succede nelle grandi democrazie occidentali tranne che ci sia in causa la sicurezza nazionale.
BERNARDO IOVENE
Oggi diverse sono le proposte per riformare il segreto di Stato tra le quali c’è sicuramente il limite temporale, il segreto opposto su materia di stragi e terrorismo e l’introduzione della garanzia funzionale cioè fare in modo che gli agenti segreti in azione siano autorizzati a violare le leggi senza essere incriminati.
ENZO BIANCO – Pres. Comitato Controllo Servizi Segreti
Nella scorsa legislatura questo è accaduto. Era una vicenda che riguardava i comportamenti di un dirigente del Sisde, fu incriminato e c’è stata una polemica tra la magistratura inquirente e il Governo.
BERNARDO IOVENE
E anche su questo caso il nostro professore è informatissimo.
FRANCESCO COSSIGA
Sa come è finita? Che hanno sputtanato l’agente del Sisde perché non sapendo che era un agente del Sisde, e credendolo invece complice di questo informatore, gli hanno fatto la perquisizione a casa e nel suo ufficio segreto. E così un’operazione bruciata.
Questo chi? Le forze di polizia?
FRANCESCO COSSIGA
Sì, e non più di due mesi fa. Ecco un altro segreto.
Senta ci dica qualche segreto che non ha mai detto a nessuno.
FRANCESCO COSSIGA
I segreti che io mantengo, so. Ma in parte io me ne sono dimenticati.
Che è il modo migliore per mantenere un segreto, quello di dimenticare…
FRANCESCO COSSIGA
Sì, esatto, io me ne sono quasi dimenticato del tutto; altri segreti che io mantengo, ma non segreti di Stato, per esempio, non l’ho mai detto alle autorità giudiziarie e non lo dirò mai, i dubbi che un magistrato e funzionari di polizia mi insinuarono sulla morte di Giorgiana Masi: se avessi preso per buono ciò che mi avevano detto sarebbe stata una cosa tragica.
IMMAGINI REPERTORIO SERVIZIO TG3
“17 gran brutto numero, 17 anni fa moriva Giorgiana Masi, e l’età di Giorgiana Masi rese ancora più crudele quell’assassinio; ultimo anno di liceo disegnava da professionista e sfilava in corteo accanto agli operai, per il Vietnam, per Valpreda e anche, perché no, per i referendum: Giorgiana scappava, c’erano le cariche della polizia e la polizia in borghese, qualcuno vestito da manifestante un proiettile l’ha colpita alle spalle. Cossiga disse che si sarebbe dimesso se avesse avuto le prove che la polizia aveva sparato. Ecco le immagini, cambiano i tempi, è arrivato il colore, e l’assassino di Giorgiana è ancora a piede libero, e anche i genitori di Giorgiana sono morti, di crepacuore”.
FRANCESCO COSSIGA
Ecco io quello credo che non lo dirò mai se mi dovessero chiamare davanti all’autorità giudiziaria, perché sarebbe una cosa molto dolorosa.
Perché sono implicati i servizi?
COSSIGA
No, se no non sarebbe una cosa dolorosa.
MILENA GABANELLI
Poiché sarebbe doloroso dire chi ha ucciso Giorgiana Masi, l’uomo che più ha invocato la pacificazione nazionale, Cossiga, dice non parlerò neanche davanti alla magistratura. Deduciamo che la morte di una ragazzina innocente non sia stato un incidente, ma bel altro. Forse un ordine per imporre poi le leggi speciali? E se il segreto vale per Giorgiana Masi perché non vale più per l’Iraq? Mercoledì scorso con una esclusiva Repubblica titola:” La guerra segreta del Sismi. Sono stati i nostri servizi a fornire informazioni riservate sugli obiettivi da bombardare e avrebbero trattato la resa del gota politico militare iracheno”. Questo significa che siamo stati e siamo direttamente coinvolti nella guerra. Però ci chiediamo: i nostri servizi e chi li coordina sanno stare abbottonatissimi, tant’è vero che in nome della sicurezza dello Stato da 30 anni noi non riusciamo ancora a sapere chi sono i mandanti delle stragi, e poi si fa invece trapelare una notizia come questa che rischia di esporre lo Stato ad eventuali atti di terrorismo. E’ proprio difficile da capire.